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MONITORAGGIO STRATEGICO

Psr, la mappa delle misure con poco appeal

Qualità e innovazione, consulenza aziendale e misure forestali: così la scarsa adesione ha frenato l'utilizzo dei fondi comunitari - In coda alla classifica con forti criticità c'è l'Asse 4

Il bilancio europeo 2014-2020 assegnerà all'Italia finanziamenti cospicui per lo Sviluppo rurale pari a circa 10,4 miliardi di euro (prezzi correnti)  che dovranno essere utilizzati in modo sempre più efficace e tempestivo. Pertanto, una delle priorità fondamentali è quella di evitare che i problemi comuni riscontrati nell'attuale programmazione dei fondi si ripresentino nella nuova.
Le diverse discussioni e documenti di indirizzo che hanno preceduto l'avvio della nuova fase di programmazione dei fondi europei (il "Position paper" della Commissione, il "Documento Barca" ecc.) hanno cercato in primo luogo di inquadrare i punti deboli e criticità cause di ostacolo e ritardo nell'attuazione dei programmi europei.
Cerchiamo con questo articolo, dopo aver analizzato nel numero precedente di PianetaPsr (vai all'articolo precedente) il trend delle misure più virtuose in termini di avanzamento della spesa, di evidenziare tali criticità fornendo dati e numeri sull'attuazione di alcune misure dei PSR che hanno incontrato durante la programmazione particolari problematiche determinando la scarsa adesione da parte degli imprenditori agricoli.
 
Asse 1

I dati forniti dalla Commissione sull'attuazione delle misure a livello europeo  - aggiornati a fine dicembre 2012 - mostrano come in tutti gli Stati membri le misure sulla qualità hanno avuto uno scarso appeal rilevato

 

dal basso tiraggio finanziario complessivo che induce a ripensare complessivamente gli interventi di questo tipo nei futuri PSR. 

In particolare, la misura 133 - attività di informazione e promozione - ha avuto un avanzamento a livello UE del 30% a fronte di una media dell'Asse che si attesta intorno al 54%.
Se poi si esamina l'attuazione della misura a livello nazionale, la situazione diventa ancora più critica con un avanzamento della stessa al 25% e della corrispondente misura 132 - partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare - al 18,13%. Comunque, ad attenuare questo quadro negativo sono le esigue risorse destinate a tali interventi pari a circa 100 meuro in sette anni.

Fra le principali cause possiamo annoverare i costi non trascurabili per l'ottenimento della certificazione del prodotto, nonché l'incentivo piuttosto contenuto destinato solo ai produttori agricoli (escludendo tutti gli altri attori della filiera).

La misura dedicata all'innovazione di nuovi prodotti, processi e tecnologie (misura 124) - nonostante il nobile obiettivo che si propone  -  non sembra aver avuto gli effetti sperati. Dai dati forniti dall'UE risulta penultima nella lista delle misure dell'Asse 1 con un attuazione del 27,41%, mentre, a livello Italia la percentuale scende al 20,35% con un budget complessivo di 103 meuro nei sette anni.
La mancanza di anticipi finanziari  - non potendo contare, come avviene per le altre misure a investimento, sull'erogazione dell'anticipo finanziario del 50% - e la copertura dei soli costi di cooperazione, hanno rappresentato un freno per l'avvio dei progetti e il conseguente tiraggio della spesa.

Le misure dedicate alla consulenza aziendale (misure 114 e 115) scontano anch'esse un ritardo. La misura 114 ha un avanzamento del 26% a livello comunitario, mente i dati di monitoraggio nazionale  registrano una percentuale pari al 23%.
Un avanzamento leggermente superiore  mostra la misura 115 - avvio dei servizi di consulenza - con un'attuazione del 26,3%. Anche qui l'esiguità del contributo a copertura delle spese di consulenza e la rigidità sulle relative tematiche hanno pesato sull'attrattività della misura.

Asse 2

Le cinque misure dell'Asse 2 che registrano un basso tiraggio finanziario rispetto alla media dell'Asse presentano un budget complessivo che non supera gli 80 meuro nei sette anni.

Tra queste troviamo il pacchetto di misure relative alle "aree Natura 2000" (la misura 213 e 224) attivate solo da sette regioni con un budget di soli 25 meuro complessivi. Difficoltà procedurali (predisposizione dei piani di gestione), l' eccessivo carico burocratico, nonché le difficoltà di calcolo dei mancati redditi da indennizzare agli agricoltori, hanno fatto da ostacolo alla spesa e disincentivato fin dall'inizio l'attivazione della misura da parte di molte regioni.
L'attuazione a livello comunitario si attesta per la misura 213 al 22% mentre per la misura 224 al 28%.

Escludendo la misura 221 per l'imboschimento delle superfici agricole, gli "altri interventi" a favore del settore forestale non hanno trovato consenso in questa programmazione. La misura 222 "Primo impianto di sistemi agroforestali " è stata attivata solamente da due regioni e la misura 225 "Pagamenti per interventi silvoambientali"  da sette regioni. Il basso tiraggio finanziario di queste misure anche a livello europeo ne è un'ulteriore conferma.

Asse 3

All'interno dell'Asse 3 particolarmente critica risulta la situazione della misura 322 "rinnovamento e sviluppo dei villaggi" con un budget assegnato di oltre 111 meuro di quota FEASR e un tiraggio finanziario pari appena all'11,6%.
Questa situazione non si riscontra a livello Ue dove la misura presenta un avanzamento del 60%, realizzando così il miglior risultato all'interno dell'Asse.
Sia a livello europeo sia a livello Italia la misura 312 "creazione e sviluppo di imprese" e la misura 313 "incentivazione delle attività turistiche" scontano un ritardo nell'attuazione finanziaria con una percentuale di avanzamento inferiore al 30%.
La consistente presenza di enti pubblici tra i beneficiari delle misure dell'Asse, e la correlata difficoltà di questi a spendere per le restrizioni imposte dal patto di stabilità, hanno contribuito a rallentare lo stato di avanzamento finanziario che si attesta per l'intero Asse al 37%.

 

Asse 4
 
L'Asse 4 presenta le maggiori criticità e rischia di compromettere la performance complessiva dei PSR. Lo stato di attuazione è molto al di sotto della media nazionale con una percentuale che si attesta appena al 18%.
Se si esclude la misura 431 - "Gestione GAL, acquisizione di competenze e animazione" - che presenta un attuazione del 45%, le altre misure dell'Asse non superano nel loro complesso il 13% della spesa.
Particolare attenzione deve esser posta alla misura 413 a cui è demandata l'attivazione degli interventi dell'Asse 3 "qualità della vita". Il budget complessivo della misura è molto consistente con circa 450 meuro di quota Feasr (pari al 77% delle intere risorse destinate al Leader); tuttavia sono stati spesi solamente 62 meuro di risorse comunitarie pari al 14% del totale assegnato.

 
Nei diversi momenti di confronto promossi dal Mipaaf e dalla Rete rurale nazionale sono state trattate le numerose criticità che l'asse presenta; tra queste la complessità delle procedure, la continua evoluzione del quadro giuridico, gli importi di spesa programmati scarsamente utili o significativi rispetto ai fabbisogni dell'area, la sovrapposizione nella stessa area con altri soggetti che fanno cose analoghe.
 
Grazie ad opportune e tempestive rimodulazioni dei piani finanziari, le regioni hanno saputo attenuare l'impatto negativo che molte misure dell'Asse 1 e 2 avrebbero avuto sui rispettivi PSR. Stessa cosa, purtroppo, non si può dire per l'Asse 3 e il Leader dove la situazione di difficoltà sembra generalizzata e non si hanno altrettanti margini di manovra.

 
 
 
 
 
 

Luigi Ottaviani

 
 
 

PianetaPSR numero 24 - settembre 2013