Home > Il punto sui PSR > Il vigneto Italia brinda al marchio biologico
CONVERSIONI

Il vigneto Italia brinda al marchio biologico

Il settore vitivinicolo si è fatto trovare pronto all'appuntamento con il logo Ue esteso nel 2012 anche al vino: Sicilia, Puglia e Toscana guidano la classifica che conta ormai 56mila ettari
Uva da vino, uva da tavola e uva da essiccare.Regioni con oltre 2 mila ettari di vigneto in agricoltura bio.Elaborazione RRN su dati Sinab.

Continua in Italia, lenta ma inarrestabile, la crescita delle superfici vitate coltivate con il metodo dell'agricoltura biologica. Nel 2012, in base ai dati Sinab, hanno raggiunto 57.347 ettari, segnando un +9% rispetto al 2011. Sud e isole, che assommano quasi 34.900 ettari, finiscono per rappresentare il 61% dei vigneti bio italiani. In particolare, la Sicilia, con 16.100 ettari, incide per una quota del 28% e la Puglia, con quasi 10.200, per il 18%. In terza posizione, invece, figura una regione del Centro-Nord, la Toscana, con  i suoi 5.900 ettari e una quota del 10%.
Ad alimentare la crescita delle superfici nell'ultimo anno è stata soprattutto la Puglia, dove i vigneti bio hanno guadagnato 2.169 ettari, ma in subordine contributi importanti sono giunti anche da Toscana (+851 ettari), Umbria (+705 ettari) e Sicilia (+567 ettari).
Se questa è la situazione per la viticoltura bio in generale, divergenti sono le tendenze per le due produzioni individuabili al suo interno: l'uva da vino e quella da tavola, rigidamente separate tra loro dal punto di vista ampelografico e giuridico.
Così, se le superfici di una da tavola coltivate con il metodo biologico hanno perso per il secondo anno consecutivo posizioni - nel 2010 sfioravano 1.700 ettari e ormai si attestano intorno a 1.370 ettari - quelle dell'uva da vino continuano a crescere.
Nel 2012 hanno sfiorato i 55.970 ettari (di cui 19.709 in conversione), segnando un incremento di 4.600 ettari rispetto al 2011 e di oltre 16 mila ettari rispetto a quattro anni prima, il 2008, quando si attestavano intorno a 39.800 ettari.
Un deciso impulso alla coltivazione dell'uva da vino bio, nell'ultimo anno, è venuto dalla nascita di una nuova categoria di prodotto certificato, quella del "vino biologico". Definendo i prodotti enologici e i processi autorizzati nella vinificazione, il regolamento (CE) n. 203 del marzo 2012 ha infatti concesso di estendere la certificazione dalla materia prima (uva da vino) al prodotto trasformato, permettendo anche a quest'ultimo di fregiarsi del caratteristico logo.

 
Elaborazione RRN su dati Sinab

Insomma, il metodo di coltivazione biologico si sta progressivamente diffondendo, proprio mentre le superfici ad uva da vino mostrano nel complesso, complice anche l'applicazione del regime di estirpazioni con premio, una chiara tendenza all'arretramento: dai 700.076 del 2008 ai 654.823 ettari del 2012, stando ai dati dell'inventario.
Dal combinarsi di queste tendenze, è derivato il contemporaneo rafforzamento dell'incidenza delle superfici bio nella coltivazione dell'uva da vino, passata progressivamente dal 5,7% del 2008 ad oltre l'8,5% del 2012.
Ma di fatto quanto vino bio si produce oggi in Italia, ovvero quanto vino riesce a fregiarsi della foglia su sfondo verde? Impossibile dirlo perché, come per i tutti i prodotti trasformati, non esiste un sistema di raccolta dei dati. In ogni caso il fenomeno è ancora agli inizi. La dizione di "vino biologico", infatti, è applicabile dalla vendemmia 2012 e dunque, presumibilmente, per i vini commercializzati a partire dal 2013 (anche se in deroga possono fregiarsi di questa denominazione e del logo corrispondente i vini prodotti negli anni precedenti purché già sotto controllo degli enti certificatori e comunque rispondenti ai requisiti del nuovo regolamento).
Certo è che un'incidenza dell'8,5% riportata sul versante produttivo si tradurrebbe in un potenziale certificabile di oltre 3 milioni di ettolitri di vino targati 2012 (annata per la quale, secondo l'Istat, la produzione di vino al netto dei mosti è stata intorno ai 38,3 milioni di ettolitri).
Intanto la vendemmia dell'autunno 2013, ormai in fase avanzata, dovrebbe portare nelle cantine italiane, secondo le stime Ismea-UIV, l'8% in più dei volumi rispetto all'anno precedente. In termini assoluti questo significherebbe oltre 44,5 milioni di ettolitri tra vini e mosti.

 
 
 
 

Franca Ciccarelli 

 

 
 
 

PianetaPSR numero 25 - ottobre 2013