Mi chiamo Emma Franzini e la mia storia inizia nel 1961, negli anni del boom economico. Nasco da una famiglia di agricoltori "della bassa"vicino a Busseto, in provincia di Parma, sulla riva del Po il "Grande fiume". Oggi la mia azienda conta 120 ettari, 80 vacche in lattazione che con la rimonta arrivano a 150 capi, e un agriturismo che si è integrato perfettamente con la cultura del territorio. Inutile dirlo, profondamente legata a Giuseppe Verdi, che qui è nato, e alla sua musica.
Ma torniamo al 1961. Alcuni "flash" della mia infanzia, tanto per far capire quali sono le mie radici: dalla barca costruita con mio padre quando pescavamo carpe, pesci-gatto e anguille che immancabilmente venivano fritte da mia madre in occasione di cene indimenticabili con gli amici di famiglia, alla stalla: mamma e papà conducevano come coltivatori diretti un podere coltivato a seminativo e pomodoro e nel quale da generazioni era presente una stalla con 30 vacche da latte che poi in cooperativa veniva trasformato in Parmigiano-reggiano.
Con la "supervisione" di mio nonno paterno, mi dilettavo anche a fare il vino di lambrusco e venivo in qualche modo coinvolta anche nel rito della lavorazione delle carni dei nostri suini che ogni anno si trasformavano in salumi eccezionali: specie i culatelli, che ancora oggi sono stagionati nella mia cantina dotata di finestre che vengono puntualmente spalancate nei giorni di nebbia, perché è questa la condizione climatica più favorevole per una stagionatura di alta qualità.
A 14 anni, dopo essermi iscritta alla scuola di agraria della vicina Fidenza, una volta conseguito il diploma decido di condurre con i miei genitori l'attività agricola. Alla fine degli anni '80 con Gianni, che nel frattempo è diventato mio marito, decidiamo il primo grosso investimento: una stalla a stabulazione libera per 70 capi in mungitura. Nel 1990 arriva nostra figlia Michela, che con noi partecipava alla raccolta dei pomodori stando seduta sul frigorifero portatile delle bevande sulla macchina raccoglitrice, mentre nel 1994 arriva nostro figlio Simone che sin da bambino si divertiva a seguirci nella stalla per dare il latte ai vitellini con il biberon.
Oggi l'attività viene condivisa con i ragazzi ormai adulti: Simone e Gianni seguono l'attività zootecnica, mentre io e Michela gestiamo l'agriturismo, l'amministrazione e in particolare la cucina: pasta fatta in casa, salse prodotte con ortaggi del nostro orto, i dolci, i salumi. Nel mese di gennaio, vista la nostra cultura storica nella lavorazione delle carni di maiale, chiudiamo l'attività ricettiva e ci dedichiamo alla produzione dei salumi, in modo particolare produciamo culatelli di Zibello, salami, coppe, pancette, fiocchi e le spalle cotte.
Parlando dell'agriturismo (lo abbiamo chiamato "Il Bosso" da boxus, una pianta tipica della zona), per la cui costruzione abbiamo potuto usufruire dei fondi del Programma di sviluppo rurale dell'Emilia Romagna, si può dire che "ricalchi" il nostro forte rapporto col territorio: anche qui ho un aneddoto, perché il mio bisnonno materno rilegava libri, e rilegò anche molti degli spartiti di Giuseppe Verdi. E da qui parte la nostra collaborazione con gli Enti locali, come l'ufficio turistico di Busseto e la Provincia di Parma, che ci hanno inserito in quel circuito virtuoso che porta i turisti italiani, e soprattutto stranieri (sono il 50% dei nostri clienti), a fruire delle opere verdiane in programmazione nei teatri del luogo e poi a visitarne il territorio circostante e la cultura enogastronomica.
Naturalmente noi ci mettiamo del nostro: abbiamo investito molto anche sul sito internet (l'80% delle prenotazioni sono state fatte attraverso il web), e i nostri flyer e pieghevoli si possono trovare anche nei teatri di Busseto e più in generale nei luoghi frequentati dai turisti. Inoltre, spesso sono i direttori d'orchestra e i musicisti a venire ospiti dell'agriturismo. Però è quando i turisti arrivano qui che noi diamo quel "plus": spieghiamo loro che Giuseppe Verdi non era solo un compositore era anche un proprietario terriero e soprattutto un grande amante dell'agricoltura tanto che sui suoi spartiti non sono scritte solo note musicali, ma anche "tante linee verticali, tanti quanti erano i sacchi di grano che venivano raccolti nelle sue terre". E poi facciamo valere il legame affettivo della mia famiglia col grande compositore.
Malgrado però l'attività agrituristica sia un'importante integrazione al nostro reddito, viviamo comunque le difficoltà del settore: la stretta al credito e una riduzione del reddito dovuto ad un aumento sostanziale dei costi di produzione e una netta riduzione dei ricavi sulle materie prime.
Auspico che la nuova PAC dia sempre più importanza al ruolo che oggi le nostre imprese agricole rappresentano per l'Europa e in particolare per il nostro Paese, perché penso che se vogliamo rilanciare la nostra economia, si debba partire proprio dal sostegno al settore primario che è la sintesi del nostro essere cittadini Italiani conosciuti in tutto il mondo per le nostre eccellenze.
Emma Franzini
Agriturismo IL BOSSO - Spigarolo di Busseto (PR)
PianetaPSR numero 25 - ottobre 2013