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DIVERSIFICAZIONE

Culatello e prosciutti, la pecora "copia" il maiale

Non solo formaggi e lana: così nella bassa padovana  i tre giovani fratelli Morandi hanno deciso di valorizzare le carni ovine con una gamma di salumi tradizionali, con un punto vendita e fattoria didattica.
Andrea e Davide Morandi nel punto vendita aziendale

Formaggi, prosciutti, salami, salamelle, soppresse, fiocchetti e lonzini, tutti rigorosamente di pecora allevata nelle campagne di famiglia. E' quanto avviene nelle aziende dei fratelli Morandi  'Veneto ovino', situate nella bassa padovana, ai confini con la provincia di Rovigo, dove l'attività di pascolo viene svolta lungo gli argini del fiume Adige.
Qui Andrea, Luca e Davide, poco più di 80 anni in tre, gestiscono l'intera filiera che va dall'allevamento degli ovini, alla trasformazione del prodotto alla vendita. Andrea è il più piccolo, perito chimico di appena 24 anni, allevatore convinto, che da quattro anni sfida con successo il mercato dei salumi ovini.
Abbiamo iniziato a concentrarci sulla produzione di ovini dal 2009, specializzandoci in un comparto poco 'battuto'.

 

Voglio ricordare che qui alleviamo razze italianissime come la pecora biellese e bergamasca, caratterizzate da ottime performance ed elevata rusticità. Mio padre e mio nonno, invece, allevavano bestiame vivo in genere".
Come è nata l'idea della carne di pecora?

"Con i miei fratelli abbiamo notato che i prodotti ovini, a parte i formaggi sicuramente più diffusi, non sono facili da trovare. Certo, i nostri quantitativi non sono molto grandi, parliamo di circa 1.000 chili di carne prodotta da una cinquantina di pecore ma i risultati ci sono. Complessivamente in azienda abbiamo circa 1.500 capi suddivisi tra pascolo e stalla, che vendiamo come bestiame vivo anche all'ingrosso".
Qual è il salume che riscuote maggior successo?

"Direi il fiocchetto di pecora che sarebbe il corrispettivo del culatello di maiale, vale a dire la noce della coscia dell'animale. Ma devo dire che tutti i salumi incontrano il gusto del consumatore. Piace molto anche il nostro pecorino sia fresco che stagionato durante il periodo dell'alpeggio in Malga Faverghera, Nevegal nel Bellunese".
Come avviene la lavorazione?
"Gli animali li alleviamo noi in azienda, mentre le fasi della macellazione e della trasformazione le facciamo in conto terzi, seguendole in prima persona".
E' un'attività redditizia allevare pecore?
"Si ma solamente se gli animali vengono mantenuti in stalla per brevi periodi; infatti il pascolo libero con recinti o con un guardiano effettuato per la maggior parte dell'anno consente di mantenere l'ambiente sempre curato e concimato e garantisce alle pecore il cibo necessario al loro sostentamento. Diciamo che possono dare un buon valore aggiunto ad ambienti che rischiano l'abbandono. Ma è importante anche diversificare l'attività".
Vale a dire?
 "Ad esempio abbiamo creato da poco un agriturismo e facciamo parte del circuito delle fattorie didattiche, partecipando a diverse iniziative".
Come vendete i vostri prodotti?
"Principalmente nei negozi e nei mercati. Abbiamo creato da poco anche un punto di vendita diretta in azienda che ci sta dando delle belle soddisfazioni. Da pochi mesi facciamo anche e-commerce, ma non abbiamo per ora un grande riscontro".
Come mai?
"Trattandosi di prodotti che escono un pò dal solito circuito alimentare, il consumatore vuole vedere e assaggiare prima di acquistare. Spesso capita che delle persone vengano in azienda, conoscano il prodotto e poi lo ordinano".
Avete aderito ai Psr?
"Certamente, sia per realizzare le strutture necessarie alla nostra azienda che per i macchinari come i trattori. L'iter è andato a buon fine ma è stato lungo e non facile. Troppa burocrazia per preparare le domande, troppe difficoltà lungo il percorso e troppi paletti".

 
 
 
 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 28 - gennaio 2014