C'era una volta in Belgio.....un allevamento tradizionale di bovini "blu belga" e un allevatore che sbarcava il lunario andando in giro col suo camion ambulante a fare vendita diretta di salumi e formaggi. Ma ora i "blu belga" e il camion non ci sono più. Potrebbe cominciare così la storia segnalataci questo mese da Cécile Schalenbourg della Rete Rurale Vallone (Réseau rural Régional wallon) in Belgio, una storia di come un'intuizione sulla vendita diretta ha cambiato il destino di un'azienda agricola.
Ma partiamo dall'inizio: è il 1986 quando Didier Herin e Annick Charlier rilevano a Nassogne (Lesterny - sud del Belgio) l'impresa familiare, "un'azienda tradizionale di bovini "blu belga" per la carne e "Pié noir" per i prodotti latteari, ricorda Didier.
Ma dopo qualche anno, il lavoro in azienda, insieme alla vendita diretta effettuata con un camion-frigo ambulante, diventa troppo pesante.
"Non avevamo il tempo per i bambini o per avere una vita sociale normale - racconta Annick -. Non era più possibile continuare così, e allora abbiamo detto stop. Abbiamo rivenduto tutto nel 1998: il camion e le vacche da latte e abbiamo detto addio alle quote latte".
Il "bio" era l''occasione di una nuova rinascita per l'azienda Herin, ormai composta da una sessantina di bovini "Salers" (una razza rustica originaria del massiccio centrale in Francia, rinomata per la qualità e tenerezza della sua carne legate alle quantità di grasso intramuscolare presenti) allevati in regime biologico. Una nuova tappa nel 2008 quando Arnaud, il figlio di Didier e Annick, si diploma presso l'istituto agrario di Ciney e comincia prendersi cura di una parte dell'azienda.
"Di colpo il lavoro mancava per occupare due persone a tempo pieno", sottolinea Didier. Da qui l'idea di creare una macelleria in azienda, completata da una piccola bottega alimentare di prodotti locali, frutta e legumi bio. "Ma quello che mi motivava soprattutto, era di decidere i prezzi e poter mandare in corto circuito la catena di produzione e la grande distribuzione", confessa l'agricoltore. Il figlio Arnaud, insomma, comincia a seguire dei corsi serali di macelleria e nel 2010 la famiglia Herin costruisce un nuovo capannone dove poter avviare l'attività di ingrassamento dei maiali, una carne indispensabile nel "menù" di una macelleria. Nel 2012 Arnaud consegue il suo diploma, e dopo qualche studio amministrativo e qualche permesso, la macelleria "Bioherin" apre le porte ai suoi clienti nel dicembre del 2013.
Molto importante l'aiuto dei Fondi europei per lo sviluppo rurale: 45.000 euro per Arnaud, con la misura 112 per l'insediamento dei giovani agricoltori, ed il 31% delle spese complessive di ammodernamento dell'azienda agricola (fra costruzione di un nuovo capannone e installazione della macelleria) che ammontavano a 290.000 euro.
Oggi, ognuno ha trovato il suo posto: Arnaud si occupa del taglio, delle produzioni di salumeria e della promozione su internet; Annick cura la boutique e Didier si occupa dell'allevamento degli animali e delle spedizioni a diversi Gruppi di acquisto. L'agro-macelleria va molto bene -"Addirittura troppo bene! Sottilinea Annick, constatando che i risultati sono due volte superiori alle aspettative". I clienti vengono anche da lontano e abbiamo avuto clienti perfino di Middlekerke (sulla costa, nel Nord) ". La notizia, insomma, si spande anche dall'altra parte del Paese.
a cura di Andrea Festuccia
PianetaPSR numero 30 -marzo 2014