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AGRICOLTURA&AMBIENTE/1

Così Bruxelles vuole rafforzare l'opzione biologica

Filtro antifrode sull'import e certificazione di gruppo per abbassare i costi dei piccoli produttori: nel pacchetto di riforma presentato dalla Commissione accolte anche le richieste dell'Italia.
logo biologico

Il Regolamento dell'Unione Europea n. 2092, che ha messo le basi per normare l'agricoltura biologica in Europa, ha avuto una vita tortuosa con molte modifiche, ma è comunque restato in vigore per molto tempo, 17 anni, dal 1991 fino al 2007. Non pare sarà così invece per il regolamento che lo ha sostituito, l'834/2007. Oggi, dopo solo 7 anni di applicazione (5 se si considera che il Regolamento è entrato in applicazione nel 2009) già la Commissione ha presentato una prima proposta di revisione, una revisione che il nostro Paese guarda con molta attenzione sia perché siamo il Paese leader delle produzioni biologiche in Europa e sia perché il dossier della riforma sarà uno degli argomenti in discussione nell'ambito della nostra Presidenza di turno della Unione Europea.
Un Regolamento quello sul biologico che già dal 2009 è stato oggetto di approfondita discussione per essere aggiornato con le modifiche imposte dall'attuazione del Trattato di Lisbona, Trattato che rivede profondamente i rapporti tra le istituzioni europee, Commissione, Parlamento e Consiglio.
Per oltre un anno a Bruxelles si è infatti discusso per cercare di definire, alla luce delle nuove norme di diritto comunitario, un nuovo quadro delle attribuzioni delle competenze alle diverse istituzioni in materia di agricoltura biologica. Si è cercato cioè di stabilire su quali argomenti la Commissione potesse dettare norme direttamente applicative, in base a specifica delega del Consiglio, e su quali aspetti invece dovesse condividere le scelte con gli Stati membri, definendo appositi atti esecutivi. Dopo lunghe discussioni, con prese di posizione anche molto distanti tra le diverse parti in gioco, il Consiglio UE ha stabilito di procedere ad una revisione più ampia della norma, partendo proprio dai principi del biologico, per arrivare poi a ridefinire tutta la struttura del regolamento in modo da provvedere anche all'adeguamento al Trattato.
Il processo di revisione complessivo, che è giunto adesso alla presentazione di questa prima proposta di Regolamento da parte della Commissione, era partito con una consultazione on line, che è stata a disposizione di tutti i cittadini europei da gennaio fino ad aprile 2013, e che ha registrato una notevole partecipazione, con circa 45.000 questionari compilati.
I cittadini europei che hanno partecipato alla consultazione, hanno detto con chiarezza che è opportuno rafforzare gli standard del biologico anche verso la tutela del biologico dagli OGM, che i consumatori sono disposti a corrispondere prezzi più elevati per il prodotto biologico, che è necessario rinforzare le attività informative per il biologico, anche verso il logo europeo.

 

I cittadini europei che hanno partecipato alla consultazione, hanno detto con chiarezza che è opportuno rafforzare gli standard del biologico anche verso la tutela del biologico dagli OGM, che i consumatori sono disposti a corrispondere prezzi più elevati per il prodotto biologico, che è necessario rinforzare le attività informative per il biologico, anche verso il logo europeo.
Inoltre sono state avviate a Bruxelles anche numerose audizioni che hanno coinvolto rappresentanze di settore, istituzioni, ricercatori ed esperti del settore, che hanno contribuito a definire le linee di sviluppo del settore per i prossimi anni.
Su queste linee direttrici si è quindi mossa la Commissione, nella proposta appena presentata, per rivedere le regole in modo da stimolare ulteriormente lo sviluppo del biologico in Europa.
La proposta si concentra infatti su tre obiettivi principali: mantenere la fiducia dei consumatori, mantenere la fiducia dei produttori e facilitare il passaggio degli agricoltori alla produzione biologica. L'intento è di far sì che l'agricoltura biologica resti fedele ai suoi principi e obiettivi, in modo da soddisfare le richieste del pubblico in termini di ambiente e qualità. La Commissione propone in particolare di:

 
  • rafforzare e armonizzare le norme, sia all'interno dell'Unione europea che con riguardo ai prodotti importati, sopprimendo molte delle attuali eccezioni in materia di produzione e controlli;
  • rafforzare i controlli basandoli sul rischio;
  • facilitare il passaggio dei piccoli agricoltori all'agricoltura biologica introducendo la possibilità di aderire a un sistema di certificazione di gruppo;
  • tener conto in modo più adeguato della dimensione internazionale degli scambi di prodotti biologici con l'aggiunta di nuove disposizioni in materia di esportazioni; e infine
  • semplificare la legislazione per ridurre i costi amministrativi a carico degli agricoltori e migliorare la trasparenza.

In particolare su alcuni di questi temi l'Italia è stata particolarmente attenta ed ha, già nel corso degli anni, espresso posizioni in Europa per trovare soluzioni che potessero migliorare le regole attualmente in vigore: da un lato, ad esempio, l'introduzione della certificazione di gruppo, che può rappresentare una opportunità importante per i piccoli agricoltori, ma anche la ridefinizione delle norme sulle importazioni che dovrebbero migliorare l'uniformità di applicazione delle regole del biologico in tutte le diverse parti del mondo. Come anche si è già avviato un interessante dibattito in relazione all'applicazione di soglie, certe e definite dalla regolamentazione comunitaria, per poter certificare il prodotto biologico in relazione alla presenza, anche accidentale, di prodotti non ammessi.
Ma il lavoro lungo e faticoso è solo all'inizio e certamente i prossimi mesi richiederanno un forte impegno, sia dal punto di vista tecnico che nella mediazione politica, per arrivare all'approvazione di un nuovo regolamento per il biologico europeo. Le condizioni di partenza affinché l'Italia giochi in questa fase un ruolo da protagonista ci sono tutte, speriamo solo di non perdere una buona occasione per tutta la nostra agricoltura.

 
 
 

Francesco Giardina

 
 
 
 

PianetaPSR numero 30 - marzo 2014