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PROGETTO IPOGEO

Caveau dentro la montagna per conservare le mele

Il Consorzio Melinda ha messo a punto in Trentino un sistema che permette di stoccare la frutta in un ambiente naturale - Un modello naturale che abbatte l'impronta ambientale e i costi energetici 
 

Non celle frigorifere tradizionali per la conservazione delle mele, ma un futuristico centro di frigo-conservazione in DCA (Dynamic Controlled Atmosphere) realizzato sfruttando un giacimento di dolomia che si trova 575m sopra il livello del mare, 270 metri sotto la superficie del suolo e 800 metri all'interno rispetto all'accesso.  Siamo praticamente nel cuore di una montagna della Val di Non, la patria delle mele del Trentino, dove è stata realizzata questa  struttura che è in grado di garantire un'ottimale conservazione dei frutti per lunghi periodi, senza ricorso a conservanti di alcun tipo e con una forte riduzione dell'impatto ambientale.
E' il progetto 'Ipogeo' di Melinda, il consorzio di produttori di mele del Trentino che riunisce 16 cooperative e produce quasi 350 mila tonnellate di mele ogni anno. Un ottimo esempio di aggregazione tra agricoltori che sta sperimentando questo nuovo modo di conservare le mele, a cui sta guardando con molto interesse anche il colosso statunitense Wall Mart, la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata.
Il primo impianto pilota in ipogeo - della capacità di circa 10.000 tonnellate - sarà operativo a fine settembre 2014 ma il progetto completo prevede la realizzazione di ulteriori 4 blocchi nel corso dei successivi 4-5 anni, per arrivare ad una capacità complessiva di circa 50.000 tonnellate.
"L'obiettivo - sintetizza il direttore generale del Consorzio, Luca Granata - è abbattere in misura significativa i costi di realizzazione e gestione dei nostri centri di conservazione, ma soprattutto di ridurre ulteriormente la già limitata impronta ambientale derivante dalla nostra attività attraverso l'azzeramento sia dell'impatto paesaggistico, dal momento che tutto l'impianto sarà praticamente invisibile dall'esterno, sia di quello atmosferico,  grazie alla riduzione fino al 60% del consumo di energia elettrica rispetto ad un impianto standard''.
A progetto completato, spiega il direttore, si sarà ottenuta una riduzione della produzione di CO2 pari a circa 40.000 kg/anno cioè tanta quanta ne viene assorbita da 50 ettari di bosco di conifere adulte. Grazie al naturale effetto coibentante esercitato dall'immenso mantello roccioso, sarà anche evitato l'utilizzo di oltre 10 metri cubi di Poliuretano espando .
''Questo innovativo progetto unico al mondo - tiene a sottolineare il direttore - rappresenta un lodevole esempio di sinergia tra agricoltura e industria". L'idea, infatti, è nata dall'azienda Tassullo Materiali impegnata nell'estrazione di roccia dolomia per la produzione di materiali da costruzione ad elevato contenuto tecnologico. 

 
L'impianto pilota scavato nella montagna per la conservazione delle mele
Le operazioni di carico delle mele
 

Il progetto, avviato nel 2011, è inizialmente consistito in una  fase di studio teorico e di modellazione matematica condotto in collaborazione con Università ed Istituti di Ricerca italiani e norvegesi".
Nella fase successiva, aggiunge il responsabile del Consorzio, si è passati alla realizzazione di una piccola cella-laboratorio della capienza di sole 120 tonnellate. dove si è proceduto a studiare il consumo energetico, la tenuta ai gas e la qualità delle mele  conservate in Ipogeo, oltre a condurre una simulazione della sostenibilità economica.
"Il progetto 'Ipogeo' rappresenta il primo tentativo a livello mondiale di frigo-conservazione di mele in ambiente under-ground - afferma Granata - con il quale Melinda metterà a segno un ulteriore contributo alla sostenibilità ambientale delle proprie attività".

 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 31 - aprile 2014