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RICERCA

Vivaismo, a caccia di un'alternativa alla torba

Torbiere più scarse e prezzi elevati, mentre la Ue lavora per vietarne l'uso - Una sfida  che vede in prima linea l'Unità di ricerca per il Vivaismo di Pescia del Cra, con importanti passi avanti
Fig.1 - Terriccio tradizionale (controllo), Substrato organico (Biomax) e ammendanti inorganici (Clinoptilolite e Cabasite) testati in aggiunta o in sostituzione della torba.

Trovare prodotti alternativi alla torba, utilizzando componenti organici e di compost alternativi 'amici' delle piante vivaistiche. E' il lavoro avviato dall'Unità di Ricerca per il Vivaismo di Pescia del Cra in collaborazione con diverse aziende florovivaistiche di un'area particolarmente interessata a questo tipo di studi. E', infatti, la zona di produzione di piante ornamentali più grande d'Europa, ricorda il Cra, con oltre 5 mila ettari di vivai, con un fabbisogno di substrati, di 350-400 mila  m3 l'anno.La ricerca dell'Unità di Pescia scaturisce da una serie di fattori economici e sociali: l'intenso sfruttamento delle torbiere ha portato ad un progressivo esaurimento di queste fonti di approvvigionamento non rinnovabili; inoltre, le limitazioni all'estrazione di questo materiale in alcune nazioni del nord-centro Europa per problemi ambientali, hanno portato ad una diminuzione delle quantità disponibili e ad un aumento di prezzo. In  molti Paesi sono state quindi avviate campagne che prevedono l'utilizzo di terricci praticamente privi di torba e, recentemente, la Commissione Europea ha deciso di non rilasciare il marchio comunitario di qualità ecologica (Eco Label) a tutti quei substrati contenenti torba. "L'uso della torba - spiega Gianluca Burchi, direttore dell'Unità di ricerca per il vivaismo del Cra - incomincia ad essere limitato per motivi di natura economica, normativa e ambientale, tutti aspetti che assumono una notevole importanza per la sopravvivenza delle aziende florovivaistiche". 
La torba rappresenta ancora il componente di gran lunga più diffuso nell'orto-floro-vivaismo, ma presto le cose potranno cambiare: se oggi la sua sostituzione con altri componenti organici o inorganici rappresenta per l'imprenditore una scelta strategica coraggiosa ma interessante, presto diventerà una strada obbligata quando arriverà il divieto per motivi di ordine ecologico-ambientale. 

 
Fig.2 - Effetto di nuovi substrati sullo sviluppo di piantine di Cipresso.

"La ricerca ha fatto notevoli passi avanti in questo settore - spiega il ricercatore - individuando materiali alternativi in grado di migliorare l'areazione del substrato, aumentare la capacità di trattenimento degli elementi nutritivi e incrementare la capacità di ritenzione idrica, garantendo agli utilizzatori anche una riduzione nell'utilizzo di fertilizzanti, un minore impatto nei confronti dell'ambiente e in qualche caso anche un miglioramento della qualità del prodotto finale". Negli ultimi anni sono stati finanziati numerosi progetti in Italia, ma anche in Olanda,  per trovare materiali organici o inorganici che, al basso costo, riescano ad associare   anche qualità fisiche, chimiche e biologiche ottimali per la coltivazione delle piante in vaso. Cosa non facile, spiegano i ricercatori, perché i compost alternativi alla torba possono comportare gravi problemi ai florovivaisti, soprattutto a quelli che coltivano piante in vaso o cassetta. "Problemi che consistono principalmente in un'elevata concentrazione salina del substrato - spiega Burchi - un pH tendenzialmente alcalino, una scarsa ritenuta idrica e, soprattutto, una insufficiente omogeneità dello stesso prodotto sia nello spazio (a seconda della provenienza del compost) sia nel tempo (a seconda delle annate o della stagione), rendendo difficile la standardizzazione di operazioni colturali oggi sempre più automatizzate, come irrigazione e concimazione". I componenti organici o inorganici testati finora con successo nelle prime prove effettuate dal Cra, sono il Biomass, substrato ottenuto dal bio compostaggio di residui della lavorazione dell'orzo; la Clinoptilolite, un allumino a base di silicio con caratteristiche interessanti per l'utilizzo in agricoltura, soprattutto per l'affinità con l'acqua; la Litonita, un minerale, arricchito di macro e micronutrienti. "Le prove condotte su lilium asiatici e orientali, liatris, tulipano, cipresso, camelia, gerbera e crisantemo - segnala ancora Burchi - hanno evidenziato l'efficacia dell'utilizzo di alcuni minerali e dell'ammendante organico, il Biomass, con il risultato di un miglioramento della qualità delle piante, per quanto riguarda l'altezza degli steli, il diametro dei fiori e una maggiore dimensione dei bulbi". Una cosa è certa, concludono dall'Unità: "il divieto di usare la torba avrà sul settore vivaistico un impatto simile a quello provocato qualche anno fa dal quello del bromuro di metile per la sterilizzazione del terreno, quindi le aziende che avranno già adottato una soluzione alternativa resteranno sul mercato, le altre ne resteranno inevitabilmente escluse".

 
 
 

Sabina Licci

 
 

PianetaPSR numero 35 - settembre 2014