La Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno recentemente finanziato uno studio, dal titolo Biodiversity protection through results based remuneration of ecological achievement, con l'obiettivo di favorire l'implementazione di programmi agro-ambientali nei quali il pagamento è associato al raggiungimento di specifici obiettivi ambientali, in particolare la conservazione della biodiversità.
Lo studio è coordinato dall'Institute for European Environmental Policy (IEEP) e vede la partecipazione attiva di tutti i soggetti che a vario titolo sono coinvolti nel disegno e nell'implementazione delle misure agro-ambientali nei diversi Stati Membri. In Italia la ricerca è curata da INEA. La partecipazione dei principali stakeholder è finalizzata non solo ad individuare il potenziale valore aggiunto di queste misure in materia di conservazione della biodiversità, ma anche alla redazione di un vero e proprio manuale che fornirà le linee guida alle amministrazioni locali su come disegnare e implementare nuove tipologie di misure basate sui risultati. Il manuale a breve sarà disponibile sul sito della DG Ambiente.
Per consentire agli stakeholder di conoscere meglio le esperienze già attivate in alcuni paesi europei e di capire quali sono le opportunità (e i punti deboli) di questo innovativo meccanismo di incentivazione, nel sito della DG Ambiente è già attivo un blog a cui possono partecipare tutti gli interessati.
Cosa sono i Pagamenti Basati sui Risultati Ambientali?
I Pagamenti Basati sui Risultati Ambientali (PBRA) sono concessi ai beneficiari solo quando viene raggiunto un pre-stabilito obiettivo ambientale. Questa concezione innovativa d'intervento differenzia in maniera sostanziale i PBRA dai tradizionali pagamenti agro-ambientali, spesso finalizzati all'adozione di determinate pratiche agricole che consentono di raggiungere un certo obiettivo ambientale. Per quest'ultimo tipo di pagamenti è stata coniata la definizione Pagamenti Basati sulla Gestione Ambientale (PBGA).
I vantaggi di questo nuovo tipo di pagamento riguardano, da un lato, gli agricoltori, che sono meno vincolati nelle scelte tecniche da adottare per raggiungere un determinato obiettivo ambientale e, dall'altro lato, le autorità di gestione, che hanno una misura effettiva del raggiungimento dell'obiettivo ambientale perseguito. L'assenza di vincoli tecnici comporta inoltre una semplificazione dei controlli amministrativi, che comunque dovranno riguardare gli indicatori di risultato piuttosto che l'adozione di particolari pratiche agricole. Per questo motivo diventa essenziale l'individuazione di indicatori trasparenti e oggettivi che siano relativamente facili da monitorare.
Lo studio ha consentito di individuare le diverse tipologie di PBRA attivate in alcuni paesi europei, prevalentemente nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale, ma non solo. In ambito PSR, oltre ad alcune azioni all'interno delle misure agro-ambientali (214), possono essere classificati come PBRA anche alcune tipologie d'investimenti non-produttivi (es. misura 226) e i pagamenti "a capo" per razze animali in via di estinzione.
Lo studio s'incentra sulle diverse tipologie di PBRA, che possono essere di tipo "puro" o di tipo "ibrido". Si è resa necessaria, infatti, una netta distinzione tra le misure in cui l'intero ammontare del pagamento viene concesso quando i beneficiari raggiungono obiettivi ambientali pre-stabiliti (PBRA puri) e misure in cui solo una parte del pagamento è finalizzata ai risultati, mentre la restante parte viene riconosciuta soltanto se l'agricoltore adotta determinate pratiche agronomiche (PBRA ibridi).
Allo stesso tempo, anche all'interno dei PBGA, è possibile distinguere i pagamenti che prevedono una gestione delle superfici agricole esplicitamente finalizzata al raggiungimento di specifici obiettivi (ad esempio aumento della biodiversità), rispetto ai pagamenti incentrati sull'adozione di pratiche agricole estensive che, solo indirettamente, possono favorire il raggiungimento di obiettivi ambientali. Seguendo queste definizioni, è possibile classificare i diversi pagamenti di carattere agro-ambientale in diverse categorie, elencate in dettaglio nella tabella sottostante.
A titolo esemplificativo, nella tabella seguente, si riportano alcuni dei PBRA che sono stati già adottati a livello europeo, suddivisi per Stato membro e per tipologia di pagamento.
Condividere e sperimentare
L'attivazione del blog e le linee guida hanno lo scopo di facilitare l'implementazione e favorire la diffusione di misure basate sui risultati ambientali raggiunti. È evidente che, data la novità dell'approccio, e anche tenendo conto di alcuni punti deboli di questo meccanismo premiale, sia necessario sperimentare adeguatamente prima di inserire le misure PBRA nella programmazione dello sviluppo rurale o in altri ambiti della programmazione ambientale (es. aree protette).
È auspicabile che anche a livello nazionale, sulla base delle esperienze di successo europee, le autorità di gestione e gli operatori del settore verifichino la possibilità di sperimentare questi meccanismi di pagamento già nel prossimo periodo di programmazione dello sviluppo rurale. A questo proposito, la misura della cooperazione (art. 35) potrebbe essere la giusta opportunità per attivare misure pilota che siano in grado di testare sul campo la validità di questi sistemi di pagamento. Si tenga presente che sempre la DG Ambiente ha intenzione di finanziare un nuovo studio basato su esperienze pilota che dovrebbe durare 3 anni a partire dal 2015.
Questa fase di sperimentazione sembra necessaria per sviluppare un futuro sistema d'interventi, auspicalmente più efficace e selettivo di quello attuale, a sostegno della produzione di beni pubblici associati al settore agricolo. Infatti i PBRA, se realizzati in maniera corretta e in contesti adeguati potranno conciliare una sempre più necessaria semplificazione amministrativa delle misure con una maggiore efficacia delle stesse, anche attraverso un maggiore coinvolgimento e consapevolezza degli obiettivi ambientali da parte degli agricoltori.
L'obiettivo finale potrebbe essere quello di predisporre nella programmazione oltre il 2020 dei sistemi di incentivazione affidabili che siano in grado di superare le attuali inefficienze nel sostegno per la conservazione delle risorse naturali nelle aree agricole.
Andrea Povellato - povellato@inea.it
Francesco Vanni - vanni@inea.it
PianetaPSR numero 38 - dicembre 2014