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AGRICOLTURA & AMBIENTE

Fitosanitari, linee guida sull'uso sostenibile

All'esame della Conferenza Stato-Regioni il vademecum sul ventaglio di misure a disposizione delle Regioni per la tutela dell'ambiente acquatico e delle aree protette in attuazione del Pan

Il Piano d'Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari si arricchisce di un ulteriore tassello: le Linee guida di indirizzo per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile e per la riduzione dell'uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette.

Il documento va annoverato fra i provvedimenti successivi al recepimento della direttiva 2009/128/CE,  previsti sia dal decreto legislativo n. 150/2012 che dal PAN a completamento del quadro di impegni e di azioni che le Autorità competenti pongono in essere per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Esso è stato predisposto entro la scadenza del termine, fissato dallo stesso PAN al 13 febbraio 2015, cioè ad un anno dalla sua entrata in vigore.

Le Linee Guida di indirizzo sono state elaborate e proposte al Ministero delle politiche agricole, dal Consiglio tecnico-scientifico, istituito ai sensi dell'articolo 5 del d.lgs. 150/2012, di cui fanno parte rappresentanti dei Ministeri (Mipaaf, Mattm, Salute e Sviluppo Economico) e delle Regioni, nominati dalla Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome. Nello specifico, all'interno del Consiglio è stato costituito un apposito tavolo di lavoro, di cui hanno fatto parte anche esponenti di altre Amministrazioni pubbliche e del mondo scientifico ed accademico, invitati a dare il proprio contributo sulla base delle specifiche competenze.

E' in fase di completamento l'iter di approvazione che prevede l'adozione del decreto del Ministro delle politiche agricole, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della Salute, previa acquisizione del parere della Conferenza Stato-Regioni. Tuttavia, nelle more della formale approvazione, il Mipaaf  ha ritenuto opportuno metterle a disposizione delle Regioni e Province autonome,  in considerazione dell'importanza che esse assumono in questa fase di rielaborazione dei documenti programmatici riconducibili agli impegni connessi al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque e delle direttive Habitat e Uccelli, ai sensi delle quali è stata istituita la Rete Natura 2000.

Le Linee Guida costituiranno un supporto per le Regioni e Province autonome, al fine di poter individuare le misure più idonee per la tutela delle acque, in coerenza con le disposizioni previste dalla direttiva 2000/60/CE e dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e degli Habitat e specie di interesse comunitario da inserire nei piani di gestione e nelle misure di conservazione dei Siti Natura 2000 e delle aree naturali protette.
In considerazione di quanto sopra le Linee Guida non recano alcun obbligo specifico né per le Regioni, destinatarie del documento, né per le aziende agricole. Individuano, invece, le azioni che dovranno essere attuate, nonché gli opportuni criteri di scelta in funzione delle specifiche caratteristiche territoriali e delle criticità riscontrate.

Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che le Linee Guida si qualificano per essere state concepite come un vero e proprio "vademecum" per le Amministrazioni Regionali che, unitamente alle Autorità di Bacino/Distretto Idrografico ed agli Enti gestori dei siti Natura 2000 e delle aree naturali protette, dovranno individuare e circoscrivere gli ambiti territoriali nei quali intervenire, nonché le misure più idonee al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Le misure indicate nel documento, quindi, rappresentano un elenco di possibili interventi che mirano alla riduzione dei rischi derivanti dall'uso dei prodotti fitosanitari e possono riguardare sia misure di mitigazione del rischio derivante dal fenomeno della deriva, del ruscellamento e della lisciviazione dei prodotti fitosanitari, sia misure di limitazione/sostituzione/eliminazione dei prodotti fitosanitari in presenza di specifiche criticità.

La scelta delle misure dovrebbe seguire un criterio di gradualità del livello di intervento, commisurato alle criticità riscontrate, rispetto al rischio per la salute umana e per l'ambiente.
Sono, inoltre, indicate talune misure complementari inerenti la tutela e la conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario, la formazione e la  consulenza, rivolte agli utilizzatori professionali per la corretta applicazione delle misure, nonché azioni di marketing finalizzate alla promozione di prodotti realizzati in determinati ambiti territoriali ad elevata valenza ambientale o nel rispetto di disciplinari di produzione afferenti a sistemi di certificazione di qualità connessi a specifici requisiti ambientali.
Le Linee Guida pongono in evidenza la necessità che sia garantita l'armonizzazione dei diversi strumenti di pianificazione e di programmazione presenti sul territorio. A tal fine il processo di valutazione e scelta delle misure da parte delle Regioni e delle Province autonome dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti che hanno competenza in materia di disciplina dell'uso dei prodotti fitosanitari, di tutela dell'ambiente e della salute nonché degli Enti gestori dei Siti Natura 2000 e delle aree naturali protette e delle Autorità di Bacino/Distretto Idrografico.

Nel processo decisionale, quindi, che contempla un coordinamento di tutte le strutture regionali coinvolte e, se del caso, interregionali con riferimento a taluni Distretti idrografici, si dovrebbe procedere preliminarmente all'individuazione delle criticità rispetto alla qualità delle acque e dei Siti Natura 2000 e aree naturali protette, per poi valutare le modalità di intervento e la successiva scelta delle misure da adottare rispetto alle criticità individuate. Tale scelta sarà operata anche avvalendosi di accreditate e specifiche banche dati e di sistemi informativi, relativi ai prodotti fitosanitari autorizzati che, come previsto dal PAN, saranno messi a disposizione da parte dei Ministeri competenti.
La valutazione dovrebbe tenere in considerazione l'impatto socio economico delle misure previste e delle specifiche condizioni esistenti a livello regionale e locale, affinché l'applicazione delle misure stesse non comprometta la redditività e la competitività delle imprese agricole. A tal fine è auspicabile anche la consultazione dei portatori di interesse.

 
 
 
 
 
 

Pasquale Falzarano

 
 
 

PianetaPSR numero 38 - dicembre 2014