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Bilancio 2014

Spesa Psr: dicembre record con 1,14 miliardi di euro

L'accelerazione di fine anno porta la media sui livelli europei, staccando di 10 punti la performance dei fondi strutturali - E nel 2015 si punta sulla "clausola di flessibilità" Ue sugli investimenti

Questa volta sembrava un traguardo veramente difficile da tagliare, una tappa di fine anno molto più impegnativa per la spesa dei PSR; ciononostante, quasi tutti i programmi hanno superato la soglia di disimpegno, ad eccezione, purtroppo, del PSR Basilicata che vede fare marcia indietro una parte delle risorse assegnate dall'Unione Europea.
Risultato, quindi, positivo ma per nulla scontato. Grazie ad un serrato lavoro svolto dalle Amministrazioni regionali e centrali nell'ultimo mese sono stati portati a conclusione migliaia di procedimenti e domande di pagamento, che per le ragioni più varie, scontavano un ritardo nella rendicontazione della spesa.
Una mano non trascurabile l'ha data il nuovo assetto di regole sulla transizione tra vecchia e nuova programmazione, che ha permesso di fare sovra impegni su molte misure e quindi scorrimenti di graduatorie su potenziali beneficiari dei bandi, consentendo così di portare in pagamento ragguardevoli somme.
I dati a disposizione a fine novembre mostravano una spesa residua di 513 milioni di euro; la sfida era concentrata soprattutto nelle regioni centro-sud dove mancavano da liquidare 350 milioni di euro di sola quota comunitaria.
Lo sprint finale si è concretizzato nel solo mese di dicembre con una spesa di  1,145 miliardi di euro (di cui 610 milioni di fondi comunitari). Escludendo la Basilicata (con un disimpegno di risorse per 18 milioni di euro di quota FEASR), le altre regioni hanno registrato pagamenti oltre la soglia disimpegno per un totale di 583 milioni di euro, così suddivisi: 54 milioni di euro nelle regioni del centro-sud e 529 milioni di euro nel centro-nord.

 

IL BILANCIO 2014 DELLA SPESA DEI PSR
Dati in milioni di euro

Ingenti risorse sono state spese non solo nelle misure a premio, ma anche per interventi sul miglioramento della competitività aziendale (ASSE I). Interventi quest'ultimi in cui sono chiamati a fare la loro parte anche imprese e privati investendo direttamente finanze proprie. Ciò mostra un potenziale economico e una capacità di reazione del settore rurale alla situazione congiunturale di crisi economica non trascurabile.
Complessivamente, le spese rendicontate dei PSR Italiani - tenuto conto anche dell'anticipo del 7% - ammontano a 7.816 milioni di euro di gran lunga superiore all'impegno di spesa previsto nel corrispondente periodo 2007-2012 (pari a 7.544 milioni di euro): se fosse stato previsto inizialmente un modello programmatorio con forme di compensazione delle spese tra regioni, si sarebbe potuto evitare qualsiasi forma di penalizzazione finanziaria dell'UE.
Con lo scatto di fine anno l'avanzamento finanziario dei PSR Italiani fa un balzo in avanti attestandosi al 80,8% di utilizzo dell'intero budget a disposizione (che sale all' 87,8% se si considerano gli anticipi ricevuti) allineandosi con la media UE a 27 pari al 86 % (dato al 31 dicembre 2014 reso disponibile dai servizi della CE).
Se diamo ora uno sguardo alla situazione dei fondi strutturali (FSE, FESR e FSC), la percentuale di attuazione della spesa da inizio programmazione si attesta al 70,7%, cioè circa dieci punti percentuali in meno di quella dello Sviluppo rurale. Inoltre al 31 dicembre tre programmi hanno registrato una spesa inferiore al target UE stabilito per il 2014 subendo un disimpegno dei fondi comunitari per complessivi 51,4 milioni di euro (PON rete, PON attrattori culturali e FSE della provincia di Bolzano).
Archiviato il 2014, ora i riflettori sono puntati sul 2015 che rappresenta l'ultimo anno di spesa per la programmazione 2007-2013. Con un'importante novità: la nuova flessibilità europea del bilancio prevista per marzo, che permetterà di allargare i paletti della cosiddetta "clausola per gli investimenti" concessa dalla Commissione Europea nel recente vertice di Strasburgo del 16 gennaio scorso. Le nuove linee guida presentate dalla Commissione definiscono con più chiarezza i criteri per concedere margini di manovra agli Stati membri e consentono di escludere dal deficit le risorse necessarie per cofinanziare i progetti previsti dai fondi strutturali europei, compreso il Fondo per lo sviluppo rurale. Questo permetterà soprattutto agli enti pubblici territoriali, che faticano a "fare spesa" a causa del patto di stabilità interno, di portare a conclusione gli investimenti già avviati nell'ambito dello sviluppo rurale e dare finalmente una forte scossa alla spesa dei programmi.

 
 
 

Luigi Ottaviani
l.ottaviani@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 39 - gennaio 2015