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Vendita diretta

Aggregazione e qualità per diventare competitivi

In Sicilia il giovane Ignazio Gibiino coltiva 110 ettari nel segno della multifunzionalità, tra uva Igp di Canicattì e foraggere - Aderisce a una Op, taglia i costi e punta alla vendita diretta

Ignazio Gibiino

E' un medico mancato ma senza rimpianti Ignazio Gibiino, giovani imprenditore agricolo, titolare dell'omonima azienda di famiglia siciliana. A pochi chilometri da Naro, cittadina in provincia di Agrigento, ci sono i 110 ettari a cui Ignazio, 27 anni, si dedica anima e corpo, cercando di interpretare al meglio la multifunzionalità in modo da coniugare la modernità con i parametri di produzione qualitativa tradizionale. Si coltivano infatti cereali, leguminose da granella, foraggere, uva da mosto e da tavola Igp di Canicattì, e ancora frutta in guscio e fresca, come pesche, melograni e albicocche. Con un sogno nel cassetto: bypassare i grossisti per vendere direttamente le sue produzioni, sapendo che l'unica strada per farlo è l'aggregazione. 
Cosa ti ha portato a intraprendere il percorso di giovane imprenditore agricolo?
"Dopo la maturità classica ero molto combattuto su cosa avrei voluto fare 'da grande'. Fin da piccolo la mia passione era diventar un medico e per questo ho provato a fare il test di accesso alla facoltà ma fortunatamente, lo dico ora naturalmente, non sono entrato. Certo, avrei potuto ritentare ma poi, respirando l'aria di famiglia, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Agraria proprio per dedicarmi, dopo la laurea conseguita a Palermo nel 2012, alla nostra azienda".
Soddisfatto?
"Direi che l'azienda è l'obiettivo della mia vita oggi, non rimpiango minimamente la scelta che ho fatto perché l'agricoltura mi sta dando tanto. Del resto dottore lo sono diventato!".
Certo non è un momento facile per chi fa agricoltura!
"E' vero ma va avanti solo chi ci crede. Chi ha la fortuna di avere un'azienda di famiglia consolidata ci lavora a tempo pieno, è un'esperienza totalizzante. Fare l'agricoltore, oggi, deve essere una scelta di coscienza e non un ripiego per mancanza d'occupazione.  Come tanto altri mestieri, è sicuramente molto pesante pertanto  solo chi è dotato di una forte passione, forza di sacrificio e voglia di fare può riuscire".
Una bella sfida però.
"Per vincerle occorre essere un'azienda multifunzionale, che sappia produrre bene e allo stesso tempo offrire servizi alla collettività. Due le armi vincenti: qualità e aggregazione".
Qual  è il vostro obiettivo?
"Raggiungere direttamente il mercato per fare vendita diretta, eliminando i grossisti che tagliano ampi margine ai redditi a noi produttori. Ci vorrà del tempo per poterlo fare perché i rischi non sono pochi, ma è proprio con questo obiettivo che abbiamo aderito alla misura 121 dei bandi dei Psr già nel 2010, in modo da acquistare macchinari per la selezione e il confezionamento dei nostri prodotti, a partire dalla frutta che coltiviamo in azienda. Devo dire che l'iter è stato molto faticoso, con tempi incerti e lunghi, una burocrazia opprimente, chili e chili di carte oltre a file inutili agli sportelli.  Dopo due anni ho dovuto fare delle varianti al progetto, perché quello che andava bene prima, dopo tutto quel tempo, non andava più bene in fase di realizzazione.  Ma alla fine è andata bene e oggi abbiamo i macchinari giusti per le nostre attività".
Ossia?
"Abbiamo rinnovato in parte il parco macchine per quanto riguarda i frutteti e i seminativi.  Abbiamo costruito un magazzino a norma per lavorare la frutta e le relative celle frigo per la conservazione del prodotto e ci siamo dotati anche di un impianto fotovoltaico''. 
I tempi non sono facili, cosa fare per essere competitivi?
"Serve aggregazione, aggregazione e ancora aggregazione. Parlo per la Sicilia dove  fare alleanze è difficile quanto indispensabile. Servono la capacità di stare insieme, superando gli individualismi e fare cooperazione. Nel nostro piccolo da un paio di anni aderiamo ad una Organizzazione di produttori, Op Frutta più".
Con quali vantaggi?
"Stiamo facendo acquisti comuni come ammendanti e in alcuni casi anche beni duraturi come cassette in plastica e film plastici per vigneti, con un risparmio dei costi tra il 10 e il 20%. Diciamo che stiamo cercando di scoprire il valore dello stare insieme, puntando a commercializzare i nostri prodotti in modo diretto; un processo che è già iniziato, anche perchè oggi conferiamo uva e cerali ancora ai grossisti, mentre le foraggere e le leguminose, per buona parte, direttamente ad allevatori siciliani".

 
 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 40 - febbraio 2015