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SVILUPPO LOCALE

Psr, un ponte per il rilancio delle aree interne

Così il Feasr può interagire con gli altri fondi Ue per finanziare progetti socio-economici in grado di rivitalizzare i territori soggetti a spopolamento, puntando anche su filiere produttive locali

La Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) rappresenta per il prossimo decennio una novità nonché una priorità importante in termini di programmazione e pianificazione di policy di sviluppo per il rilancio socio-economico del Paese e delle Aree Interne. A dimostrazione di ciò tale Strategia è supportata da una forte volontà politica, infatti, è stata condivisa dagli ultimi tre Governi che si sono susseguiti e dai Ministri e rispettivi dicasteri (Economia e Finanza, Sviluppo Economico, Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Istruzione - Università - Ricerca, Salute, Infrastrutture e Trasporti, Beni delle Attività Culturali e Turismo, Lavoro e delle Politiche Sociali, Dipartimento Affari Regionali, le Autonomie e lo Sport) con il supporto di Enti e Istituti competenti (ANCI-IFEL, ISMEA, INEA, ISFOL, UPI, Regione e Provincia Autonoma(1) ) essendo le Aree Interne italiane considerati una "Questione Nazionale".
Le Aree Interne coinvolgono circa il 53 per cento dei Comuni (4.261) corrispondente al 23 per cento della popolazione italiana (oltre 13.540.000 abitanti), ricoprendo il 60 per cento della superficie nazionale. Gran parte di questi territori hanno subito, nel tempo, una forte diminuzione della popolazione, toccando anche valori di perdita di popolazione oltre il 25% che rappresenta la soglia critica "del non ritorno". Sono, inoltre, caratterizzati da un crescente tasso di disoccupazione, soprattutto di quello giovanile, da una carente offerta di servizi di base in favore della popolazione. Questi fenomeni hanno generato nel tempo problemi rilevanti nella perdita della superfice agricola, attività economica prevalente in queste aree, e seri disagi quali il dissesto idro-geologico nonché il degrado del patrimonio culturale e paesaggistico.
La SNAI è stata appunto pensata per il raggiungimento di un duplice obiettivo: da un lato mira ad adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità; e dall'altro lato spinge per promuovere progetti di sviluppo che valorizzino il patrimonio naturale e culturale di queste aree, puntando anche su filiere produttive locali. Per il raggiungimento del primo obiettivo, orientato più a garantire i diritti di cittadinanza, sono assegnate le risorse nazionali previste dalla Legge di Stabilità. La SNAI, infatti, è stata inserita nel Programma Nazionale di Riforma (PNR) "Un Paese che valorizzi le diversità" deliberato dal Consiglio dei Ministri in aprile, ed è considerata come uno degli Assi Strategici del Paese per i prossimi anni. Il Parlamento, infatti, ha approvato, su proposta del Governo, nella Legge di stabilità 2015 (l.190/2014, artt. 674-675) l'incremento a 180 milioni di euro dei fondi disponibili a favore della SNAI, andando in questo modo ad aggiungere ulteriori 90 milioni di euro a quanto previsto nella Legge di stabilità 2014 (l.147/2013, artt. 13-17).
Per il raggiungimento del secondo obiettivo, meramente orientato al mercato, le Regioni/Province Autonome devono destinare una quota delle risorse finanziarie dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) 2014-2020 (FESR, FSE, FEASR, FEAMP). Ogni AdG, per poter accedere alle risorse ordinarie, dovrà inserire nei rispettivi programmi operativi regionali di tutti i Fondi Comunitari (FESR, FSE, FEASR, FEAMP): a) le aree individuate per l'attuazione della SNAI e che hanno avuto la validazione dal Comitato Nazionale Aree Interne al termine dell'istruttoria; b) devono essere esplicitate le risorse finanziare destinate alla SNAI, anche attraverso una riserva finanziaria (% minima).
È importante sottolineare che l'utilizzo dei Fondi Comunitari è possibile grazie alla chiusura del negoziato con la Commissione Europea che ha portato all'approvazione dell'Accordo di Partenariato (2) , lo scorso ottobre 2014, dove è stata dedicata una sezione specifica alla SNAI e alle modalità di partecipazione dei Fondi Comunitari disponibili attraverso gli atti di programmazione regionali.
In Conferenza Stato Regioni, e in seguito il CIPE, sono stati approvati: a) il criterio di riparto dei fondi della Legge di stabilità 2014 fra le prime 23 aree-progetto selezionate o prototipi (una per Regione e Provincia Autonoma); b) lo strumento per l'attuazione (l'Accordo di Programma Quadro-APQ); c) la scadenza per la chiusura degli APQ per i prototipi, le modalità di trasferimento dei fondi (entro e non oltre 30 settembre 2015).

 

LA MAPPA DELLE AREE INTERNE IN ITALIA
(percentuale su totale)

La Strategia Nazionale Aree Interne pone alle AdG delle politiche di Sviluppo Rurale davanti ad una grossa opportunità per rilanciare e rivitalizzare le aree rurali più marginali. La possibilità di mettere in sinergia tutti i fondi comunitari e le risorse ordinarie (Legge di Stabilità), unita alla necessità di selezionare le aree e avviare una progettazione per prototipi, in un primo momento ed in quasi tutte le Regioni italiane, rappresenta una sfida per i territori selezionati che intendono invertire l'andamento crescente dello spopolamento maturando una concreta visione di sviluppo economica e sociale, nel lungo periodo, che intendono raggiungere valorizzando la naturale vocazione delle aree.
In questa nuova programmazione destinare parte delle risorse dei Fondi FEASR alla strategia SNAI potrebbe innescare processi di sviluppo locale e territoriale in stretta sinergia con gli altri Fondi Comunitari e con le risorse ordinarie (legge di stabilità) su alcune zone rurali (quasi sempre appartenenti alle aree rurali di tipo intermedio (aree tipo C) o con problemi di sviluppo (aree tipo D) secondo la classificazione del PSN, che diversamente rischierebbero un declino economico e demografico.
Inoltre, senza la partecipazione del FEASR alla SNAI si andrebbero a penalizzare il settore agricolo e quello agro-alimentare che in alcune aree interne fino ad oggi analizzate dal Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne sono gli ambiti in cui ci sarebbero interessanti opportunità di sviluppo. La partecipazione del FEASR verrebbe garantita rispettando l'iter previsto dal Regolamento 1305/2013. Alcune delle tematiche di congiunzione che potrebbero interessare gli interventi da attuare con i PSR potrebbero essere:

  • Salvaguardia e promozione del territorio. Negli ultimi anni l'abbandono delle aree rurali e in particolari di quelle più periferiche ha generato un crescente problema di erosione del suolo oltre che ad una mancata manutenzione che ha generato nel tempo conseguenze di pericolo e di aumento di fenomeni di dissesti idrogeologici, aumento di frane e così via. Il settore agricolo e quello agroalimentare rappresentano i "custodi" privilegiati per attuare politiche di prevenzione e manutenzione, attraverso l'utilizzazione di innovazioni e tecnologie avanzate che vadano a recuperare anche alcune attività tecniche e i "saperi" tradizionali, che nel tempo sono state messe da parte. La presenza di aziende agricole e agroalimentari nei territori spesso è sinonimo di maggiore prevenzione e manutenzione. Inoltre, la valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico, la tutela della biodiversità, possono rappresentare anche un importante elemento di crescita economica dei territori e grandi opportunità occupazionali, soprattutto per i giovani, attraverso ad esempio l'utilizzo di diverse tipologie di ospitalità.
  • Attrazione di giovani nelle aree interne. Le aree interne oggetto di interesse della strategia hanno come elemento focale l'obiettivo di ridurre il fenomeno di abbandono da parte dei cittadini. Molte di queste aree sono caratterizzate da presenza di persone anziane e di una decrescente presenza di giovani (fatte salve alcune eccezioni), questo nel lungo periodo genera le criticità prima citate: abbandono, mancata manutenzione e degrado. L'agricoltura, soprattutto in questo periodo storico, può essere un settore attrattivo per i giovani, anche di giovani immigrati, che vogliono sperimentare nuove attività nel settore e recuperare, attraverso collaborazioni con Enti e Istituti di Ricerca, alcuni prodotti autoctoni e tipici dei luoghi che nel tempo sono andati perduti. Attrarre i giovani in queste aree significa anche rivitalizzare queste aree e allo stesso tempo impone anche di pensare ad un modello di sviluppo che vada a considerare a come far fronte alla domanda potenziale di servizi di base alla persona (scuola, salute e sanità).
  • Offerta di servizi di welfare (agricoltura sociale). Garantire un'offerta di servizi di base alla persona di qualità in queste aree pone il settore agricolo in prima fila, infatti nell'ultimo decennio il settore nel diversificare le attività ha sviluppato una importante esperienza multifunzionale nel sociale (agricoltura sociale), sia del tipo strettamente pedagogico (fattorie didattiche) e sia in quelle più socio-sanitarie (pet-terapy, ippoterapia) e sia del tipo strettamente legate all'inclusione sociale (immigrati, carcerati ecc.).
  • Gestione del bosco e rilancio della filiera del legno. L'abbandono dei terreni agricoli ha in parte aumentato la dotazione del "bosco" che rappresenta la base produttiva della filiera foresta legno ed energia nazionale, oltre l'80 per cento è situata nelle sole aree interne. In queste aree inoltre ricadono i Siti di Interesse Comunitario (SIC), le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e le Aree Naturali protette. Sarebbe interessante sperimentare modelli innovativi di gestione del bosco rendendolo redditivo e incrementare la filiera del legno. Pensando ad una forma di governance integrata e che preveda forme di aggregazioni e/o cooperative di soggetti e aziende agricole.
 

Le opzioni considerate più idonee per favorire la partecipazione del FEASR alla SNAI sono:

  1. Destinare una riserva finanziaria (% minima) del Fondo FEASR per la strategia delle Aree Interne (alcune Regioni sono orientate a destinare tra l'1 e il 3%).
  2. Approccio Multi Misure di specifiche misure nelle aree interne per la prima area che le AdG regionali indicheranno come prototipo. In questo caso, le misure da selezionare sarebbero quelle che meglio si adattano ai fabbisogni strategici dei singoli PSR regionali e si potrebbe utilizzare come modello quelle inserite nell'Allegato IV che La Commissione Europea ha suggerito per eventuali sottoprogrammi. Prendere a modello tale allegato faciliterebbe il confronto con la Commissione Europea, nonché tutte le Misure indicate, prese come esempio che agiscono sugli ambiti di azioni e di intervento su cui il FEASR può contribuire attivamente alla strategia. Per le altre aree le AdG potrebbero utilizzare l'approccio LEADER.

In entrambi i casi la procedura prevista per l'assegnazione sarà per Bando multi misure, mirato all'area che sarà scelta dalla Regione/Provincia Autonoma come zone in cui avviare la sperimentazione del progetto pilota aree interne.
Come strumenti di attuazione è possibile utilizzare sia il Community-Led Local Development (3)  (CLLD), sia l'Integrated Territorial Investments (4) (ITI). Quest'ultimo strumento è stato indicato dal documento relativo alla Strategia Nazionale Aree Interne come lo strumento preferenziale. Il regolamento orizzontale 1303/2013 fornisce indicazioni sull'ITI, che rappresenta uno strumento che facilita l'integrazione delle Misure di diversi programmi (FESR, FSE, FEASR e FEAMP). L'ITI permette di inserire complessivamente le aree interne individuate dalla Regione. Questo strumento permetterebbe di non andare in modifica qualora la Regione decidesse di modificare alcune azioni o modificare dotazioni finanziarie destinante per le Misure indicate per la SNAI. Infine, l'ITI permette di identificare modalità plurime decisionali relative agli investimenti.
Al momento, il lavoro di selezione ha completato anche la seconda fase in 16 Regioni e 1 Provincia Autonoma con la visita di campo in 54 aree-progetto. È in fase di completamento l'iter delle istruttorie (di cui alcune già concluse) in tutte le Regioni e Provincie Autonome che fornisce anche alcuni altri approfondimenti in risposta a elementi ricorrenti emersi nelle discussioni istruttorie. Tali documenti sono consultabili sul sito dedicato alla SNAI (http://www.dps.gov.it/it/arint/).

 
 
 

Elena Angela Peta
eapeta@gmail.com

 
 
1. Ha aderito alla SNAI la Provincia Autonoma di Trento, mentre quella di Bolzano al momento ha dichiarato di non essere interessata.
2. Per maggiori dettagli vedere i link che seguono:
Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance
Estratto dell'Accordo di Partenariato 2014-2020
3. Sviluppo locale di tipo partecipativo.
4. Investimento Territoriale Integrato.
 
 
 

PianetaPSR numero 40 - febbraio 2015