L'Area Coordinamento di AGEA, con provvedimento n. ACIU.2015.141 del 20 marzo 2015 (disponibile qui) ha emanato la circolare riguardante il "Piano Colturale Aziendale o Piano di coltivazione" che rappresenta, alla luce degli adempimenti posti a carico degli agricoltori dalla normativa comunitaria, un elemento essenziale di semplificazione. La circolare deriva da quanto stabilito dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali con Decreto n. 162 del 12 gennaio 2015.
Si tratta di una circolare fondamentale nell'ottica della nuova PAC. Gran parte delle domande presentate dagli agricoltori italiani per accedere agli aiuti agricoli previsti dall'Unione europea, da qui ai prossimi 5 anni, si baseranno sulle disposizioni contenute nel provvedimento in esame.
La normativa emanata a livello comunitario per la programmazione 2014/20 stabilisce che l'erogazione di contributi agricoli è subordinata ad una serie di condizioni, e che tali condizioni devono essere tutte "verificabili" e "controllabili".
Lo strumento attraverso il quale lo Stato italiano intende garantire tali precetti normativi è il fascicolo aziendale, all'interno del quale si colloca il Piano di coltivazione che dovrà contenere la pianificazione dell'uso del suolo dell'intera azienda agricola.
Il Piano di coltivazione rappresenta la pre-condizione per l'ammissibilità, e costituisce la base delle verifiche connesse al pagamento degli aiuti comunitari nazionali e regionali basati sulla superficie.
Di seguito, una tabella che sintetizza gli aiuti per i quali il Piano di coltivazione rappresenta la pre-condizione per l'ammissibilità nonché gli ambiti nei quali costituisce un adempimento indispensabile.
Il provvedimento stabilisce quali debbano essere, con specifico riferimento alla codifica degli usi del suolo, i dati dichiarabili nel Piano di coltivazione e cioè:
Tuttavia, per il solo anno 2015, il provvedimento consente agli Organismi pagatori di utilizzare 4 delle 5 predette informazioni (con l'esclusione della qualità).
Il catalogo degli usi del suolo dovrà ricomprendere ulteriori informazioni caratterizzanti l'occupazione del suolo stesso, necessarie ai fini delle verifiche di ammissibilità di taluni regimi di aiuto, quali "famiglia", "genere" e "specie" (per il pagamento per le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente) e "percentuale di tara", indispensabile per calcolare il valore netto ritenuto ammissibile, previsto per alcuni prati permanenti.
La circolare si sofferma inoltre sui criteri utilizzati per la definizione dell'occupazione del suolo per le "aree di interesse ecologico" (EFA) e gli "elementi caratteristici del paesaggio".
Il provvedimento fissa inoltre gli elementi minimi che dovranno costituire il Piano di coltivazione, premettendo tuttavia che talune informazioni sono a fattor comune, e quindi sono obbligatorie per qualsiasi regime d'aiuto, mentre altre devono essere indicate in relazione alla specifica tipologia di aiuto alla quale l'agricoltore intende accedere.
Per ciascun appezzamento, inteso come la "superficie composta di particelle contigue destinata dall'agricoltore ad un unico uso", il piano di coltivazione dovrà obbligatoriamente contenere:
1. identificativo di ciascuna particella catastale utilizzando il codice Belfiore;
2. uso del suolo specificando, se del caso, la destinazione, la varietà e ogni altra ulteriore caratteristica prevista dalla codifica degli usi del suolo stabilita. Il livello di dettaglio della dichiarazione è subordinato alla tipologia di informazioni ritenute obbligatorie per la definizione dei procedimenti amministrativi di interesse dell'agricoltore;
3. superficie impiegata nell'utilizzazione prescelta che deve essere compatibile con le risultanze delle rilevazioni eseguite nel corso dell'aggiornamento dell'occupazione del suolo - refresh e della costituzione dello strato informativo relativo alle EFA.
Le successive informazioni previste, come detto, devono essere indicate in relazione alla specifica tipologia di aiuto alla quale l'agricoltore intende accedere; in particolare sono contemplate:
4. data di inizio/fine della destinazione, data di fine della conduzione di ciascuna particella dell'appezzamento;
5. indicazione della coltura ritenuta principale nel periodo 1 aprile - 9 giugno;
6. epoca di semina (autunno-vernina, primaverile-estiva);
7. tipo di semina (tradizionale, su sodo, minimum tillage o pratiche equivalenti);
8. informazioni specifiche in caso di coltivazioni permanenti;
9. eventuale gestione dell'irrigazione;
10. eventuale destinazione biologica (in conversione, biologica) o applicazione di metodi di produzione integrata;
11. presenza di strutture aziendali a protezione delle colture;
12. tipo, dimensioni e ubicazione delle aree di interesse ecologico;
13. presenza di vincoli amministrativi e/o agronomici cui è sottoposta la superficie;
14. pendenza;
15. quota altimetrica;
16. potenzialità irrigua;
17. metodi irrigui (o sistemi di irrigazione);
18. utilizzo delle aree di interesse ecologico ai fini del greening;
19. rotazione colturale;
20. pratica utilizzata per il mantenimento dei prati permanenti;
21. pratica utilizzata per il mantenimento delle superfici agricole diverse dai prati permanenti.
Come premesso, tale secondo set di informazioni è propedeutico alla richiesta della specifica tipologia di aiuto alla quale l'agricoltore intende accedere.
L'agricoltore deve definire ed aggiornare il piano di coltivazione della sua azienda, contenuto nel fascicolo aziendale, presso l'Organismo pagatore competente.
Il piano di coltivazione è soggetto a variazioni, oltre che per gli ordinari avvicendamenti di colture, qualora si verifichi una delle seguenti condizioni:
Appare infine opportuno sottolineare che solo le superfici per le quali sia stato specificato l'uso nel piano di coltivazione potranno essere inserite in una domanda di aiuto o pagamento.
Inoltre, un appezzamento potrà essere inserito in una domanda di aiuto o pagamento solo se presente nel piano di coltivazione dell'agricoltore interessato al momento della presentazione della domanda stessa.
Maurilio Silvestri
PianetaPSR numero 41 - marzo 2015