"Nella vita non sai mai quello che ti può succedere", è questa la frase che voglio utilizzare per l'inizio del mio racconto. E' l'autunno del 2010 e l'azienda multinazionale di call center dove lavoravamo io e mia sorella fallisce, lasciandoci senza lavoro.
Da quando siamo nate abitavamo nella proprietà dei nostri nonni, una casa di campagna nella zona del montalbano toscano (Quarrata in provincia di Pistoia), con annesso terreno agricolo di circa cinque ettari coltivato in gran parte a oliveto e vigneto. Era una azienda agricola molto famosa dalle nostre parti, ma, da circa 20 anni era stata abbandonata perchè nostro padre aveva avuto un incidente con il trattore e non era mai riusciuto a ristabilirsi completamente.
A proposito: il mio nome è Gabriella Michelozzi, mia sorella si chiama Stefania, la nostra mamma si chiama Agnese ed il nostro papà si chiamava Fabrizio.
La prospettiva lavorativa nella nostra zona in quel periodo era alquanto deludente: oltre alla nostra stavano chiudendo la maggiorparte delle aziende, con il risultato che molti operai e dipendenti erano in cassa integrazione con pochissime prospettive di trovare un altro lavoro. Un giorno mentre io mia sorella eravamo nell'aia (il cosidetto "cortile toscano" di casa, memoria storico-culturale del patrimonio contadino italiano) pensammo alle generazioni che ci avevano preceduto, riuscendo a vivere di agricoltura, e provammo a lanciare la sfida a noi stesse. Era novembre, la stagione della raccolta delle olive, e con entusiasmo (ma anche umiltà) ci improvvisammo esperte contadine, andando nelle rimesse a cercare teli, paracaduti, pinzette e cassette per la raccolta. Ci scontrammo subito con il difficile del lavoro, ma il battesimo " di fuoco" probabilmente è sempre così: campi pieni di rovi e di piante infestanti quali gramigna, nepitella, tarassaco. Ma in qualche modo riuscimmo a fare la raccolta. Dovevamo gradualmente crescere e così, ingegnandoci, abbiamo barattato le nostre prime 5 caprette con una damigiana di vino di nostra produzione. Così è cominciata la nostra nuova avventura con allevamento e zootecnia.
Dopo un po' abbiamo pensato che occorreva trovare forme alternative di vendita e abbiamo cominciato a partecipare al mercatino di "Campagna amica", riuscendo a fare qualche piccolo investimento: in poco tempo ed in economia abbiamo ristrutturato la cantina e il laboratorio per confezionare frutta e verdura e così potrevamo vendere sul mercato vino, olio, marmellate e trasformati di verdure.
Capre e pecore, che nel frattempo aumentavano, brucando pulivano i terreni, con tanto di transumanza e pascolo brado e semibrado come vogliono le migliori tradizioni popolari contadine toscane.
Con qualche altro baratto e i primi ricavi del mercato abbiamo cercato di incrementare il ventaglio di animali da fattoria, con due mucche, due maiali e poi polli, galline, anatre e oche, oltre a un cavallo, due pony e un asino: la presenza di questi animali era funzionale al nostro progetto di agriturismo e fattoria didattica. La produzione nei campi si è allargata a ortaggi frutti e cereali; siamo poi riuscite ad usufruire della Misura 112 del Psr toscano e con quel premio abbiamo realizzato il caseificio e la macelleria che ci ha permesso di vendere sia carne che latticini prodotti all interno della fattoria.
E arriviamo al giorno d'oggi: sono passati 5 anni da quella raccolta di olive, e nella nostra azienda "Canto di Primavera del Sogno Antico," svolgiamo molteplici attività. C'è la fattoria sociale: da un anno stiamo collaborando con la cooperativa sociale "L'orizzonte di Quarrata" nell "Progetto Ginevra", promosso dalla Regione Toscana e che consiste nell' avviamento al lavoro di 4 persone affette da parziali disabilità. Siamo diventati agriturismo, con somministrazione e pernottamento: naturalmente nel nostro agriturismo ripsettiamo la stagionalità e la tipicità toscana.
Siamo fattoria didattica: con cadenza settimanale ospitiamo scuole e gruppi di persone di tutte le età in percorsi legati alle tradizioni popolari contadine con laboratori per la panificazione, lavorazione della lana e caseificazione; e ancora, abbiamo avviato la certificazione per la produzione, trasformazione e vendita di prodotti biologici.
Una storia che mi piace definire "piena di passione", basata su un lavoro dell' uomo che si integra in un sistema agricolo e zootecnico, comprendendolo e non modificandolo.
Gabriella Michelozzi
PianetaPSR numero 45 - luglio/agosto 2015