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BIODIVERSITÀ
 

Il Parco del Pollino mette in rete i suoi tesori

Dalle banche dati alla mappa dei siti, la positiva esperienza del progetto realizzato in Basilicata in collaborazione con l'Alsia e gli agricoltori custodi di tradizionali varietà di frutta e ortaggi

Anche il Psr 2014-2020 della Regione Basilicata presenta interventi a favore degli allevatori e dei coltivatori custodi della biodiversità. Le azioni proposte sono volte a sostenere la conservazione in situ di razze animali a rischio di estinzione tramite aiuti all'allevamento in purezza di nuclei di animali appartenenti alle razze locali autoctone e la conservazione on farm di specie vegetali agrarie a rischio di erosione genetica tramite aiuti ad ettaro per l'estensione della superficie richiesta a pagamento.
Sono, inoltre, confermati anche gli interventi di conservazione e di utilizzo sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura che hanno già proposto, nell'ambito del PSR  2007-2013, significativi  esempi  di attuazione.
Tra questi esempi, merita un approfondimento l'attività realizzata nel Parco Nazionale del Pollino, attraverso la misura 214 - azione 5 - con  il  progetto denominato "Agrobiodiversità: progetti di azioni integrate", misura  volta a sostenere progetti di enti pubblici territoriali per la salvaguarda della biodiversità agricola.
L'obiettivo del progetto riguardava il sostegno alla "Conservazione della biodiversità vegetale" salvaguardando il patrimonio (genetico) di varietà, specie autoctone, come condizione per valorizzare la vocazionalità del territorio e la qualità degli ambienti naturali e degli agro-ecosistemi.
L'iniziativa è stata presentatata congiuntamente dal Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (Dicem) e dal Parco Nazionale del Pollino, mentre la costituzione  di una riserva di risorse genetiche agrarie vegetali nel Parco Nazionale del Pollino è stata affidata all'Alsia.
I siti di conservazione realizzati nell'ambito del progetto sono stati 13 distribuiti nei comuni del Parco Nazionale del Pollino riguardanti le seguenti specie: melo, pero, fico, susino,vite per un totale di 563 varietà e 3.407 innesti.

Foto: Melanzana Rossa di Rotonda DOP

Nell'ambito del progetto sono state organizzate due manifestazioni denominate "I tratturi dei frutti ritrovati" e un seminario scientifico per la presentazione dei risultati e delle linee guida, per rendere  sistematica, attraverso gli strumenti di gestione del Parco Nazionale del Pollino, l'attività di conservazione del patrimonio genetico sia delle specie erbacee che arboree.
Negli anni scorsi, sempre nell'area del Parco Nazionale del Pollino, Alsia, in collaborazione con il Parco, ha avviato una specifica attività con lo scopo di censire tutte le riserve genetiche di interesse agricolo nel settore frutticolo, orticolo e cerealicolo.
I siti sono stati individuati sulla base di conoscenze dirette e della ricchezza biologica del territorio. I siti di campionamento sono stati più di 119. Ogni unità di campionamento censita si caratterizzava per la presenza di uno o più aziende. Gli agricoltori sono stati coinvolti dai tecnici dell'Alsia nella fase di riconoscimento delle risorse genetiche.
Le informazioni acquisite sono state inserite in banca dati e in una serie di mappe che rappresentano un primo valido strumento informatico di localizzazione e di gestione di entità vegetali di reale e potenziale valore per lo sviluppo rurale.
Le specie e le varietà censite successivamente al censimento sono state iscritte nel repertorio regionale della Regione Basilicata, tutte le varietà  frutticole  (art.3 della L.R. Basilicata n. 26/2008 Tutela delle risorse genetiche autoctone vegetali e animali di interesse agrario) e 40 siti di conservazione nell'elenco dei siti di conservazione  (art.5 delle L.R. Basilicata n. 26/2008).
Di seguito alla mappatura, sono stati realizzati alcuni campi catalogo di pero, melo e vite, presso il centro sperimentale dell'Alsia, Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa "Pollino" di Rotonda, al fine di effettuare la caratterizzazione bio-agronomica e genetica del materiale censito più interessante e maggiormente soggetto ad erosione genetica, attività avviate anche per le vecchie varietà di orticole individuate l'anno successivo.
Tra il 2011 ed il 2015 sono stati realizzati inoltre diversi siti di conservazione presso le aziende degli agricoltori custodi ed in ambienti seminaturali.
Contemporaneamente sono stati avviati percorsi di valorizzazione delle vecchie varietà attraverso riconoscimenti comunitari (DOP/IGP), prodotti tradizionali (PAT), certificazione di filiera e di prodotto volontaria.

 
 
 
 

Domenico Cerbino

 
 
 

PianetaPSR numero 45 - luglio/agosto2015