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STUDIO ISMEA

Bio: vendite al dettaglio a quota 2,1 miliardi

Nel paniere degli acquisti cresce il peso degli ortaggi e dei prodotti derivati da cereali - Distribuzione: accelerano Gdo e negozi specializzati ma c'è spazio anche per mercatini e farmacie

In base alle stime Ismea il mercato domestico dei prodotti biologici in Italia ha espresso, nel 2014, un valore al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro. A farla da padrone sono la Distribuzione moderna e i negozi specializzati, che muovono complessivamente oltre il 75% del giro d'affari di questo segmento.
Al Modern trade, in particolare, le stime Ismea attribuiscono un valore delle vendite retail di oltre 855 milioni di euro ed una corrispondente quota di circa il 40%. Per i negozi specializzati il fatturato al consumo si aggira invece sui 761 milioni di euro, che equivalgono al 35,5% dell'intero valore del mercato biologico al dettaglio.
Il restante 25% delle vendite è così distribuito: il 10% tra mercatini, vendite dirette, gruppi di acquisto solidali (Gas) ed e-commerce; l'8,9% è appannaggio dei negozi tradizionali e per il 5,1% dalle farmacie. Quasi trascurabile, pari allo 0,6%, la quota complessiva riconducibile ad erboristerie e parafarmacie.

MERCATO RETAIL PRODOTTI BIOLOGICI - ITALIA 2014
(Vendite in euro e quote %)

Fonte: Stime Ismea su dati Istat, Nielsen, Federfarma, Bio Bank, Assobio, Mise, Federdistribuzione e referenti privilegiati della distribuzione specializzata

La crescita del mercato bio
 
In questi ultimi anni, come noto, si è registrato un diffuso incremento delle vendite bio in tutti i canali. L'aumento delle vendite nel canale specializzato è risultato più accentuato rispetto a quello riscontrato nei punti vendita della Distribuzione moderna (si stimano 1-2 punti percentuali in più, nei ritmi di crescita medio annui).
Più precisamente lo specializzato ha registrato, nell'ultimo quinquennio, tassi di crescita del 12-15% nella media di ciascun anno. E'prevedibile nei prossimi anni una sostanziale equiparazione dei ritmi di espansione delle vendite tra i due canali considerati.
Intanto, nel 2014 e nel primo semestre 2015 i consumi di biologico nella Gdo sono ancora cresciuti (rispettivamente dell'11% e del 19,4%), con un diffuso aumento in tutte le categorie di prodotto, aree geografiche e canali distributivi.
Analizzando il trend per categorie di prodotto, spicca l'incremento sia nello scorso anno che in quello in corso per i derivati dei cereali (+19 e +28%circa, rispettivamente) e per gli ortaggi freschi e trasformati (+14% e+21,8%).
I dati distinti per area geografica evidenziano in modo particolare l'incremento al Sud nei due periodi, sia pure in associazione a valori di mercato ancora bassi.
L'analisi recente delle vendite nei canali distributivi che compongono la GDO evidenzia invece dinamiche molto favorevoli nei due periodi soprattutto per gli Iper e i Supermercati.
 
Il biologico nella GDO: i supermercati coprono il 48% delle vendite
 
Del resto nella GDO le vendite di prodotti bio a peso fisso sono riconducibili soprattutto a questi due ultimi canali.
Ai supermercati afferisce il 48% delle vendite, mentre gli ipermercati arrivano a coprire una quota del 38%. Ai Liberi servizi (10%) e ai discount(4%) appartiene la restante quota.
Analizzando i dati Ismea-Nielsen sulle vendite bio nella GDO a peso fisso, si osserva che le categorie più consumate sono rappresentate da derivati dei cereali (23% del totale), ortaggi e frutta freschi e trasformati (più del 17% in entrambi i casi) e lattiero-caseari (11,5%).
Le vendite distinte per area geografica si sono concentrate nel 2014 soprattutto al Nord, dove ricadono i 2/3 degli acquisti. Un quarto delle vendite è afferente al Centro e alla Sardegna, mentre la restante quota (9% circa) è di competenza del Sud.
Rispetto all'agroalimentare nel complesso, il bio presenta un'incidenza ben più elevata nel Nord-Est e molto meno alta al Sud.
 
Ilbiologico nel canale specializzato: ai grandi negozi oltre il 41% del mercato
 
Nel canale specializzato, il relativo mercato costituisce di per sé un segmento molto dinamico, che sta vivendo, in questi ultimi anni, un grande fermento sul piano concorrenziale, con l'entrata di nuovi player anche di piccole dimensioni.
In termini di punti vendita le piccole superfici (250 mq) sono invece riconducibili 168 punti vendita e un giro d'affari di circa 314 milioni di euro, rappresentativo di oltre il 41% dell'intero valore del mercato specializzato. Alle restanti realtà di vendita (tra 100 e 250 mq) le stime Ismea attribuiscono un valore superiore ai 184 milioni di euro; il tessuto retail è costituito da 306 unità.
Osservando la scomposizione dei dati del fatturato per le diverse categorie merceologiche afferenti alle maggiori realtà nazionali di grandi dimensioni, si rileva, dalle vendite della scorsa annata, una forte prevalenza, tra i prodotti del reparto non alimentare, di articoli per la cura della persona, con un peso di oltre il 10% sul totale delle vendite. Si tratta del terzo reparto, in termini assoluti, dietro il food confezionato e i prodotti alimentari freschi.
Mediamente un negozio specializzato di grandi dimensioni tratta circa 3.000-4.000 referenze biologiche, mentre le piccole superfici si fermano attorno alle 1.500. Rilevante, in questo caso, il divario con la GDO, con un numero medio di referenze bio pari a circa 300.

 
 
 

A cura di: Enrico De Ruvo
e.deruvo@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 46 - ottobre 2015