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PSR 2014-2020
 
 

Consulenza per agri-manager in rampa di lancio

Le Regioni hanno puntato 312 milioni sulla misura 2, con un target di 167mila imprese: il 60% per la gestione economico-manageriale, il 37% all'ambiente - In via di definizione le procedure attuative

E' recentissima, del 16 febbraio 2016, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che istituisce il Sistema di consulenza aziendale in agricoltura (D.M. n. 1259 del 3 febbraio 2016). Al contempo, le Autorità di gestione dei PSR regionali sono alle prese con la definizione delle modalità attuative della misura 2, che prevede un sostegno per i servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole (art. 15 del Reg. 1305/2013).
La definizione delle modalità e procedure attuative rischia però di allungare i tempi per l'attivazione della misura, come conseguenza dell'obbligo, previsto nello stesso Regolamento dello sviluppo rurale, di applicare le procedure degli appalti pubblici per la selezione dei beneficiari e cioè degli enti di consulenza. Il quadro è reso ancora più complicato dal fatto che l'avvio dei PSR si svolge in una fase di transizione nella normativa degli appalti pubblici in Italia: la novità di questi giorni è l'approvazione definitiva del nuovo Codice degli appalti, contenuto nel decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016, pubblicato il giorno successivo in Gazzetta Ufficiale e posto immediatamente in vigore. Ma il nuovo quadro normativo resta non completamente definito, in quanto per molti aspetti il decreto rimanda a numerosi provvedimenti attuativi dell'ANAC che saranno disponibili nei prossimi mesi.   
Intanto, è utile fornire alcune informazioni e numeri, come anticipazioni di un più ampio approfondimento, che danno un'indicazione del ruolo che il sostegno alla consulenza avrà nelle previsioni delle Regioni. Va premesso che la misura 2 riveste un ruolo importante, ed è inclusa tra quelle che sono considerate di particolare rilevanza per diverse priorità dello sviluppo rurale. Innanzitutto, è assodato il suo contributo alla priorità orizzontale di promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo, forestale e nelle zone rurali (Priorità 1) e in particolare alla Focus Area 1A (stimolare l'innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali); inoltre, nella nuova complessa architettura dei PSR, le regioni sono incaricate di definire nella propria strategia come la misura dovrebbe contribuire al raggiungimento delle altre Priorità e delle relative Focus area, ripartendo la spesa pubblica prevista per il sostegno alla consulenza sulle diverse Focus area.

 

Complessivamente, i nuovi PSR prevedono per questa misura una spesa pubblica di 312 milioni di euro; in un precedente articolo di Pianeta PSR, si è già notato che questo valore è notevolmente superiore al budget della programmazione precedente (72 milioni di euro in totale per le misure 114 e 115, quindi ora la spesa prevista è oltre 4 volte quella del 2007-2013). Stiamo tuttavia parlando solo dell'1,5% della spesa pubblica complessiva per lo sviluppo rurale (20,9 miliardi di euro).
Il grafico 1 indica, per ciascuna Regione, il peso percentuale della misura sul totale del PSR. Il quadro è abbastanza diversificato e vede Regioni come Toscana e Lombardia, che riservano alla misura risorse importanti (rispettivamente 38 e 40,8 milioni di euro), vicine al 4% del totale, mentre altre, come la Sicilia o la Campania, che sembrano assegnare alla misura un'importanza inferiore, almeno dal punto di vista finanziario. Non occorre dimenticare inoltre che due PSR regionali, quello della Provincia Autonoma di Bolzano e quello della Valle d'Aosta, non prevedono l'attivazione della misura.
Riguardo al target obiettivo, è di oltre 167 mila il numero di agricoltori che secondo le attese delle Regioni dovrebbero usufruire del servizio a livello nazionale. Anche in questo caso, sono presenti importanti differenze a livello di regione. In Lombardia e Piemonte, ad esempio, il numero di beneficiari atteso supera i 20.000. In Sicilia non arriva a 4.000.
La ripartizione del budget tra le varie priorità e focus area conferma che le Regioni intendono utilizzare i servizi di consulenza a vantaggio di tutti gli ambiti dello sviluppo rurale. Come mostrato nel grafico 2, le priorità previste dall'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1305/2013 sono infatti tutte rappresentate.
Naturalmente, il peso assegnato a ciascuna di queste priorità è variabile, e offre un'interessante lettura delle scelte programmatorie effettuate dalle Regioni. La priorità 2, che comprende gli interventi per la competitività aziendale e il ricambio generazionale, pesa per il 39% sul totale, e la priorità 3, relativa all'organizzazione della filiera, coinvolge il 21% delle risorse. Ne deriva che si prevede che ben il 60% delle risorse saranno destinate a consulenze di carattere economico e manageriale. La priorità 4 (conservazione, valorizzazione e ripristino degli ecosistemi) vale il 23% del budget complessivo, mentre le consulenze relative al tema dei cambiamenti climatici (priorità 5) riguarderanno circa il 14% delle risorse. Gli argomenti ambientali restano dunque importanti, coinvolgendo il 37% delle risorse. La quota restante, pari al 3,6% del budget, è destinata a consulenze sul tema dello sviluppo locale e della diversificazione (priorità 6).

 
 

Antonella Finizia
a.finizia@ismea.it

Stanislao Lepri

 

PianetaPSR numero 52 - aprile 2016