Home > Il punto sui PSR > Diversificare, la prima regola dell'azienda Aureli
IMPRESE E TERRITORIO

Diversificare, la prima regola dell'azienda Aureli

Laboratorio fluviale e agriturismo, stalla bio e macelleria, filiera corta e fattoria didattica: benvenuti nella fattoria marchigiana, nel Parco dei Sibillini, dove la multifunzionalità è di casa

La famiglia Aureli al completo

Laboratorio fluviale per i più piccoli, utilizzando il torrente che scorre all'interno dell'azienda; l'agriturismo, che rappresenta la più importante fonte di reddito; produzione di carni bovine e ovine ottenute da razze autoctone allevate con il metodo biologico: benvenuti nell'azienda di Maccario Aureli, nelle Marche, dove le parole d'ordine da sempre sono multifunzionalità, forte legame con il territorio e filiera corta.
Maccario, 65 anni, gestisce insieme alla moglie Silvana e ai suoi tre figli, Mario, Barbara e Tiziana, 100 ettari di terra, di cui 40 di proprietà e 60 in affitto, producendo foraggi e cereali e allevando 280 capi tra bovini e ovini autoctoni. Incastonata tra le colline del Comune di Pievebovigliana, 800 abitanti in provincia di Macerata, l'azienda è situata in parte all'interno del Parco Nazionale dei Sibillini dove nel 2011 è nato il primo Agrinido della Regione.
"E' una storia familiare la mia, nel 1960 mio padre Mario acquistò l'abitazione e 10 ettari di terreno dove allevava qualche capo di bestiame ma pochi anni dopo ci siamo resi conto che la sola attività agricola non poteva bastare. Così abbiamo 'allargato i confini' in tutti i sensi, iniziando ad allevare ovini di razza Fabrianese e bovini di razza Marchigiana, puntando tutto sulla qualità di colture e carni, ma anche sulla multifunzionalità e sulla coesione familiare. Qui in azienda l'apporto della mia famiglia è davvero fondamentale per tutte le attività che svolgiamo".

 
Attività didattiche in azienda

Come avete sviluppato il vostro modello di multifunzionalità?
"Diventiamo bio già alla fine degli anni '80, poi, nel 2002 abbiamo aperto l'agriturismo, il primo della zona, vincitore nel 2007 del Premio Ospitalità Italiana e l'anno successivo del Marchio d'oro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Ma produrre significa anche poter vendere e quindi poco dopo abbiamo intrapreso il cammino per far diventare le nostre carni a marchio Igp, aprendo anche una nostra macelleria".
Un bel percorso!
"Durato anni di lavoro e oggi grazie a tutto questo abbiamo potuto realizzare una vera filiera corta, visto che produciamo, trasformiamo, consumiamo, vendiamo e accogliamo gli ospiti. Con l'aiuto di mio figlio e di 2 operai, mi occupo dell'azienda del laboratorio di lavorazione delle carni; mia moglie insieme a Tiziana  gestisce l'agriturismo di 10 stanze e le cucine con 90 coperti.  Qui tutto è a base di prodotti locali; abbiamo fatto anche un orto per essere in grado di offrire sempre verdura e frutta di stagione di nostra produzione. Un modo di lavorare che premia. Mia figlia Barbara, invece, si dedica all'attività didattica".
E l'agrinido?
"Sicuramente una bella iniziativa, che abbiamo intrapreso nel 2011, grazie anche al finanziamento della Regione Marche con i fondi per la  "Sperimentazione del Modello di Agrinido di Qualità". Purtroppo, a settembre dello scorso non abbiamo potuto continuare questo lavoro perché non c'erano abbastanza bimbi nella zona. Siamo comunque un punto di riferimento del territorio, perché facciamo attività di fattoria didattica per avvicinare piccoli e grandi agli animali e alla natura attraverso vari laboratori. Approfittando delle acque del torrente che scorre in azienda una decina di anni fa abbiamo creato  un percorso fluviale di 1,6 km per far scoprire flora e fauna del posto".
Come avete organizzato la vendita dei vostri prodotti
Produciamo carne fresca e stagionata, bovina e ovina che vendiamo direttamente qui in azienda, ma anche in macellerie locali e in altri agriturismi della zona; una buona parte poi la conferiamo ad un consorzio di allevatori della zona".
Insomma, una bella diversificazione
"La multifunzionalità per noi è la stata chiave di volta; in un territorio che non offre molto è necessario inventarsi sempre qualcosa di nuovo e puntare non sull'aumento delle quantità prodotte, ma cercando di migliorare sempre in qualità, e facendo attenzione all'ambiente. In questa ottica abbiamo realizzato degli impianti fotovoltaici che ci permettono di risparmiare sui costi di gestione. Diciamo che un bell'aiuto alla nostra multifunzionalità ce l'hanno dato i finanziamenti del Psr. Abbiamo partecipato a due programmazioni che ci hanno consentito di diversificare le attività e ammodernare le strutture per l'allevamento".
Progetti per il futuro?
"Abbiamo un edificio grezzo in azienda che voreremmo trasformare in agriturismo per allargarci e poi fare una piscina che i tanti turisti ci chiedono. Diciamo che a oggi il problema maggiore che abbiamo è fare fronte agli animali selvatici  che, tra cinghiali e lupi, danneggiano campi e allevamenti. Basta così poco per vanificare il lavoro di mesi".

 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 53 - maggio 2016