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FORMAZIONE SUL CAMPO

Credito, terra e marketing, le priorità dei giovani

Studio commissionato dalla Dg Agri sui fabbisogni degli agricoltori europei under 40 per migliorare le competenze - Focus sull'Italia: "scotta" il credit crunch, voglia di formazione manageriale
Fonte: Ecorys in collaborazione con LEI e Aequator Groen & Rumtie, 2015

Il primo fu in Danimarca nel 1912, più di 100 anni fa. Stiamo parlando di quello che avrebbe potuto esser definito il primo programma di formazione e scambio di esperienze ufficiale finalizzato al miglioramento delle capacità tecniche e conoscenze degli agricoltori. Da lì in poi, le iniziative di questo genere hanno trovato sempre terreno fertile, soprattutto fra i giovani, desiderosi di ampliare il proprio bagaglio esperienziale non solo  o non soltanto attraverso la partecipazione a fiere, ma anche con sistemi formativi più "organizzati".

Ma a questo punto una precisazione è d'obbligo: che cosa si intende per "Programmi di scambio?" Una definizione ci è stata data recentemente da un progetto voluto dalla Commissione Europea - DG AGRI, ""The Pilot Project: Exchange Programmes for young farmers". Nel report vengono definiti "Programmi di scambio" tutte quelle iniziative volte a far sì che gli agricoltori si muovano dalla loro azienda per spendere una determinata parte del loro tempo  in un'altra azienda agricola al fine di migliorare le loro conoscenze o essere informati su nuove tecnologie metodi di lavoro, macchinari, processi, organizzati da una apposita struttura".

Oggetto del report in questione, identificare i bisogni dei giovani agricoltori, la loro percezione rispetto agli attuali programmi di scambio (ne sono stati analizzati 185 fra Ue ed extra Ue) e sviluppare anche delle linee guida utili a quelli futuri. Oltre all'analisi dei Programmi di scambio attuali si è trattato di interviste specifiche a campioni di circa 80 agricoltori per Stato Membro Ue, seguiti da Focus Group con esperti del settore, per meglio analizzare i risultati delle interviste.

L'obiettivo era di semplice comprensione: focalizzare al meglio i bisogni attuali dei giovani agricoltori per tracciare delle linee guida utili ai contenuti e alle modalità dei futuri programmi di scambio.

Vediamo prima quali bisogni e aspettative sono risultati prioritari per i giovani agricoltori europei:  acquisto o affitto della terra è quello con maggiori ricorrenze in assoluto, seguito dal credito e dal lavoro qualificato. Per quanto riguarda il bisogno di informazione e  di conoscenza, le più importanti fonti sono, oltre alle informazioni cercate su internet, le visite studio, la consulenza individuale, le fiere o le giornate dimostrative, riviste e workshop specializzati, seminari e conferenze. Meno gettonati sia i forum on line, sia l'e-learning sia i social media: meglio il passaparola, le associazioni degli agricoltori e la consulenza specifica.

 
 

E in Italia? Rispetto al resto d'Europa, l'elemento che colpisce di più è senza dubbio la priorità data  alla necessità di un migliore accesso al credito: si tratta della problematica più rilevante individuata dai giovani agricoltori italiani. Non è certo una novità, ma ciò che stupisce è che superi di molto quella dell'accesso alla terra, da sempre considerata un obiettivo di miglioramento per il nostro settore. Il tema è stato trattato anche nel corso del focus group con esperti del settore (istituzioni, associazioni, stakeholders) tenutosi successivamente all'indagine, nel quale è stato fatto rilevare come quella dell'accesso alla terra rimanga una problematica da affrontare e da risolvere  con ogni mezzo, ma che le risultanze evidenziano come esista una particolare sensibilità dei giovani agricoltori verso il tema del credito e, come risulta dall'indagine, anche rispetto alla facilità di accesso alle informazioni sui servizi/opportunità a livello pubblico.
Conoscenza tecnologica, formazione sulla gestione finanziaria e sul marketing, e conoscenza delle lingue per i giovani agricoltori italiani dovrebbero essere oggetto il più possibile di corsi, seminari, workshop ecc.
E i social media? Gli amministratori di facebook & co in Italia possono stare tranquilli: rispetto al resto d'Europa, da noi viene riposta molta più fiducia da parte dei giovani agricoltori nell'informazione via social network. Ma il vecchio tam tam, cioè l'informazione da parte di agricoltori amici o vicini, nonché le informazioni provenienti dalle associazioni agricole, continuino ad essere molto importanti per i nostri giovani, così come nel resto d'Europa.
Infine, con riferimento esplicito ai Programmi di scambio, i giovani agricoltori italiani trovano molto più utile "mettere il naso fuori confine", cioè partecipare a quelli internazionali.

 
 
 

Andrea Festuccia

 
 
 

PianetaPSR numero 53 maggio 2016