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Attuazione programmi

Banda larga: un ponte digitale per le aree rurali

Le Regioni accelerano le consultazioni per definire i piani di intervento e mettere
in rete le zone più marginali. Disponibile un budget di 148 milioni di euro
le risorse dei PSR per la banda larga

A circa un anno dalla Decisione CE (2010) 2956 con cui la Commissione europea ha approvato il Progetto pubblico "Banda larga nelle aree rurali" del Ministero delle Politiche agricole, si sono ormai concluse, in quasi tutte le Regioni, le consultazioni pubbliche con tutti gli operatori in telecomunicazioni per la definizione degli schemi di intervento per la banda larga da attuare nelle aree rurali più marginali del nostro Paese. Si tratta di circa 2100 comuni ricadenti in aree rurali C e D "bianche" (vale a dire "a fallimento di mercato", dove nessun operatore avrebbe convenienza, senza l'intervento pubblico, ad investire sia per gli elevati costi di realizzazione sia per la scarsa densità abitativa).
Gli schemi di intervento prevedono la realizzazione di infrastrutture ottiche di proprietà pubblica in grado di consentire una connessione costante e di qualità almeno fino a 20 Mbits, nonché il sostegno finanziario all'acquisto di terminali di utente (ad es. decoder e parabole) laddove, per condizioni estreme di marginalità, neanche l'intervento pubblico potesse rendere conveniente per l'operatore fornire il servizio.
Il progetto, che conta su un finanziamento di 148 milioni di euro (93 come risorse straordinarie provenienti dal Piano di ripresa economico europeo, mentre la restante quota è coperta dal cofinanziamento Stato-Regioni, ripartito variamente tra 18 Regioni), viene attuato nell'ambito della Misura 321 dei PSR 2007-2013: l'obiettivo è di contribuire alla copertura infrastrutturale e la connessione ad internet veloce (reti in fibra ottiche e wireless) ovunque, in risposta alle strategie europee che puntano sull'economia digitale, specie nella aree rurali, per una crescita sostenibile, intelligente, inclusiva di lungo periodo.
Si tratta di una misura innovativa nel panorama della programmazione della politica di sviluppo rurale, i cui obiettivi vanno ben oltre la realizzazione di un mero intervento infrastrutturale. La realizzazione di infrastrutture ottiche significa, infatti, l'abbattimento del divario digitale, quindi la disponibilità di accesso per tutti e concorrenziale, in termini sia di prezzo che di qualità, alla banda larga, precondizione essenziale per l'utilizzo delle ICT diventate, ormai, parte sempre più integrante della vita quotidiana di milioni di persone, sempre più fattore competitivo per le imprese e i territori, sempre più garanzia di un diritto alla inclusione sociale e culturale per i residenti in un'area marginale.
Con l'avvio del progetto pubblico si avvia anche un percorso di orientamento e di sensibilizzazione da parte del Mipaaf, poiché la disponibilità infrastrutturale, se non accompagnata da un contestuale ed efficace processo di informazione, promozione ed alfabetizzazione, non può rimuovere il successivo grande ostacolo da cui far decollare la strategia digitale del Paese, qual è l'abbattimento del divario culturale esistente tra coloro che utilizzano le ICT sfruttandone il potenziale formativo, lavorativo, creativo, e coloro che non ne fanno ancor uso o, ancor più, ne ignorano l'esistenza.
Ed è con la consapevolezza, appunto, che la strategia digitale si possa perseguire solo per tappe, attraverso trasformazioni organizzative e culturali, anche radicali, dei modelli di sviluppo dei territori e delle imprese, che il Mipaaf ha inteso intraprendere con questo progetto la prima grande e fondamentale tappa, ponendo l'accento su alcune caratteristiche distintive:
- connotare ogni fase del progetto di elementi di compatibilità, trasparenza, proporzionalità, economicità, efficacia, il cui rispetto significa non soltanto assicurare una sana e responsabile gestione della cosa pubblica,  ma concorrere a creare le condizioni essenziali per garantire il diritto di accesso anche laddove una marginalità spinta renderebbe difficoltoso, da parte del mercato, l'abbattimento dei confini dell'esclusione digitale. Di qui anche l'enfasi posta dal Mipaaf alla consultazione pubblica, non come atto dovuto per rispondere agli orientamenti comunitari in materia di banda larga e alle regole sulla concorrenza, ma come momento fondamentale di verifica e confronto dei reali fabbisogni in termini di assenza di infrastrutture, di scarsa qualità dei servizi di connessione offerti, di esigenze espresse ed attese, cui affiancare la necessaria preventiva verifica della presenza di operatori interessati a utilizzare le infrastrutture pubbliche per fornire in quelle aree il servizio);
- promuovere l'inserimento del progetto pubblico in un quadro organico di interventi per la banda larga variamente finanziati (FESR, FAS), al fine di accelerare l'estensione ed il potenziamento delle reti, cui garantire, nel rispetto delle specificità normative che le varie fonti di finanziamento impongono, complementarietà e sinergie anche rispetto al più ampio Piano Nazionale di abbattimento del digital divide, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Il processo è ambizioso, una sfida nella sfida, perché testa e pone a collaudo la cultura della governance delle Amministrazioni, ove il successo sarà direttamente proporzionale allo sforzo comune e congiunto di far convergere e porre al servizio di un interesse comune le diverse competenze e livelli di responsabilità delle Amministrazioni e dei soggetti, a vario titolo, coinvolti.

Monica Vacca

 
 
 
 
 
 
 

PianetaPSR numero 1 - agosto 2011