"L'introduzione della birra tra le 'attività connesse' ha cambiato il core business della mia azienda". A parlare è Annalisa Prampolini, quarant'anni, proprietaria dell'azienda Zimella, 10 ettari nella campagna tra Reggio Emilia e Modena, che ha convertito da un anno buona parte dei suoi terreni alla coltivazione di orzo e luppolo e che
produce e vende birra biologica.
"Il nostro obiettivo è ottenere una birra certificata biologica al 100%, naturalmente a kilometri zero, di vera filiera corta". Il birrificio infatti è stato allestito in un manufatto rurale costruito tra il 1700 e il 1800 e ristrutturato lo scorso anno grazie ai fondi dello Sviluppo rurale. I punti di forza della produzione sono la grande attenzione alla qualità ed alla genuinità delle materie prime.
"E' proprio dalle materie prime afferma la Prampolini - che parte la nostra sfida; oggi, a regime, produciamo 25 mila litri di birra all'anno, corrispondeti a un equivalente di 6 tonnellate di orzo maltato.
I migliori risultati li abbiamo ottenuti l'anno scorso: siamo riusciti a far maltare l'orzo biologico coltivato nei nostri terreni ottenendo 9 tonnellate di malto pilsner. Sempre lo scorso anno abbiamo anche sperimentato con successo la coltivazione di diverse qualità diluppolo che meglio si adattassero al clima ed alla natura dei nostri terreni".
"Per quanto riguarda il 2011 - prosegue imprenditrice agricola - abbiamo ampliato sia la coltivazione dell'orzo che occupa adesso 6 ettari che quella del luppolo, che vorremmo portare dalle 10 piante attuali a 300, eliminando il vigneto".
Il processo di maltazione viene affidato ad un'azienda esterna: "In un primo tempo .- spiega la Prampolini - il nostro orzo veniva maltato da un'azienda tedesca che ci garantiva ottimi standard qualitativi; il trasporto incideva però in modo insostenibile sui costi produttivi e quindi, dopo un'accurata ricerca, abbiamo trovato un'azienda di Cremona che ci garantisce gli stessi standard e la cui vicinanza avvalora la nostra filosofia di filiera corta".
"Tra l'altro questa malteria accetta in lavorazione anche piccoli lotti da 5 quintali, questo ci consente di diversificare la nostra produzione di birra attualmente suddivisa nelle varietà dorata, amaranto e carbone".
L'impianto di produzione all'interno dell'azienda è composto da una "cotta" da 600 litri, tre fermentatori da 1.200 litri ciascuno, due celle da 20mq di cui una (calda 18°) per la rifermentazione in bottiglia e una fredda 5° per la maturazione e un impianto di depurazione dell'acqua; l'installazione di 27 pannelli fotovoltaici sul tetto del birrificio producono l'energia necessaria per il suo funzionamento.
Anche la vendita è in 'filiera corta'. "Vendiamo direttamente nel nostro spaccio aziendale - conclude - e ai locali presenti sul territorio. La birra artigianale ha valori di specificità, di gusto e di qualità e il pubblico è disposto ad andare a cercarla lì dove viene prodotta; chi produce e vende come facciamo noi ci mette la faccia, e questo la gente lo sa apprezzare".
Sabina Licci
PianetaPSR numero 1 - agosto 2011