Un giovane ingegnere e una laureata in economia che con coraggio e per affetto decidono di dedicarsi all'azienda agricola di famiglia attraverso un percorso che, legando innovazione e tradizione, li porta al successo. È la storia dell'azienda agricola irpina Antico Castello, guidata dai fratelli Francesco e Chiara Romano, giovane ingegnere lui e laureata in economia lei, che hanno scelto di dar seguito, con continuità generazionale, agli sforzi già profusi dai genitori, rilevando l'azienda agricola con un contratto di fitto pluriennale, ampliandone le attività, anche grazie ai finanziamenti economici legati alla misura 121 del PSR 2007/13.
L'attività preponderante dell'azienda è rappresentata dal settore enologico, con una produzione annuale di circa 50.000 bottiglie provenienti da un territorio quale quello Irpino particolarmente vocato. L'azienda in un'ottica di "coerenza" ha scelto di vinificare esclusivamente uve provenienti dai propri vigneti quindi apre la gamma aziendale il Taurasi DOCG, seguito dalla linea Irpinia Dop nella declinazione di Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.
L'altra coltura di significativa importanza per l'azienda è il ficheto specializzato con la produzione dei famosi Fichi Rossi di San Mango, da sempre riconosciuto dalla Regione Campania come prodotto agroalimentare tradizionale.
Attualmente una parte della produzione aziendale viene venduta allo stato fresco ed una parte è destinata al distillato di fichi e alle confetture, settore questo in fase di sviluppo da parte dell'azienda nell'ottica di un ampliamento della gamma produttiva per valorizzare un eccellente prodotto tipico locale.
Antico Castello è un'azienda a gestione familiare, alla base della quale ci sono valori e pratiche come il rispetto per la natura, l'etica del lavoro, l'attenzione alla salute e al benessere del consumatore, una corretta educazione alimentare volta a muovere le leve virtuose e sane del gusto e del piacere del cibo.
L'azienda, grazie alle capacità del management, ma soprattutto alla passione di lavorare in ciò in cui crede, ha creato un sistema organizzativo e processuale tale da ottimizzare i risultati ottenuti.
In particolare tutti i miglioramenti che si sono avuti a livello ambientale quali impianti con pannelli fotovoltaici, raccolta delle acque piovane con relativo riutilizzo per l'irrigazione di olivi da frutto, lotta integrata o regime biologico nella conduzione delle colture presenti, hanno fatto sì che ci fosse pieno sfruttamento delle risorse naturali senza intaccare il rispetto dell'ambiente ma sfruttando solo ciò che la natura ha da offrire.
In un percorso di ricerca e innovazione, l'azienda ha introdotto uno strumento assolutamente nuovo, ovvero la rete antigrandine per uve da vino (attualmente inesistente sul mercato e quindi progettata e realizzata dall'azienda stessa), che ha consentito di minimizzare i danni derivanti da calamità naturali, molto frequenti nella zona.
Tutto ciò ha permesso di innalzare notevolmente il livello qualitativo delle uve e, di conseguenza, del vino prodotto.
Nell'ottica di un processo di diversificazione dell'attività, Francesco e Chiara alla produzione vitivinicola hanno affiancato una serie di attività collaterali, di cui è esempio un moderno macchinario, acquistato recentemente dall'azienda, caratterizzato da un particolare sistema di cottura sottovuoto, che permette ai clienti di portare i propri prodotti freschi e, insieme allo staff aziendale, procedere alla trasformazione degli stessi.
Una prassi che è stata lanciata da qualche mese ma grazie alla quale già si stanno avendo prenotazioni per il successivo anno.
"Si è partiti dall'idea che il semplice contadino non avrebbe avuto la possibilità di trasformare un quantitativo significativo di prodotti - spiega Francesco - ed ecco che l'azienda può sopperire a tale impossibilità, mantenendo procedimenti e lavorazioni artigianali tipiche della zona.
L'abilità nella preparazione e nel confezionamento e gli ingredienti utilizzati, tutti naturali, conferiscono ai prodotti finali una grande caratterizzazione".
L'attività dell'azienda agricola non si ferma ai campi, con l'obiettivo di lavorare ad un riavvicinamento culturale al mondo agricolo: "Stiamo lavorando per riportare in auge feste popolari di particolare suggestione e tipicità - prosegue Francesco -, ma con una chiave innovativa affiancando, nella stessa giornata, momenti didattici, approfondimenti e convegni in azienda.
Effettuiamo visite guidate nell'ambiente circostante, boschi, vigne, frutteti, torrente e prati coltivati a foraggi, per far vedere a chi non lo conosce l'habitat naturale ed incontaminato del nostro territorio.
Mettiamo a disposizione la nostra struttura per manifestazioni sportive, culturali e legate al territorio, quali rievocazioni medioevali, feste contadine, mostre ed eventi, riservata a scuole, associazioni artisti e chiunque ne abbia bisogno per promuovere la propria attività e diffondere la propria esperienza.
Partecipiamo attivamente alla valorizzazione del territorio e del patrimonio paesaggistico con varie sponsorizzazione sul territorio, abbiamo sviluppato un network tra aziende locali al fine di poter offrire nei momenti di degustazione solo prodotti tipici del posto.
Effettuiamo inoltre corsi di cucina tradizionale utilizzando i prodotti della nostra terra, per mantenere un costante legame con il territorio e le tradizioni".
"L'azienda - raccontano i fratelli Romano - ha realizzato due cospicui investimenti nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007 - 2013, usufruendo dei contributi pubblici messi a disposizione per lo sviluppo in agricoltura dalla Comunità Europea ed erogati da Agea.
Il primo progetto è stato realizzato nell'ambito della misura cluster 112-121, la quale prevedeva, oltre ad un'aliquota di contributo pari al 60 % della spesa approvata (misura 121), anche l'erogazione a fondo perduto pari a 30.000 euro per il primo insediamento in agricoltura di un giovane (misura 112); il finanziamento ricevuto ha consentito ad Antico Castello di completare il fabbricato aziendale precedentemente acquisito con contratto di fitto quindicennale, e di integrare parzialmente la dotazione aziendale di macchinari sia in termini di attrezzature per la lavorazione dei campi, sia per quelle necessarie alle lavorazioni di cantina.
Il secondo progetto è stato sempre realizzato nell'ambito della misura 121 ovvero 'Ammodernamento delle aziende agricole' con la stessa aliquota di contribuzione del precedente e grazie ad esso, conclusosi meno di un anno fa, l'azienda ha provveduto ad acquistare i macchinari utili alla produzione della linea di confetture bio che è stata da poco introdotta sul mercato, e a completare la sistemazione esterna del fabbricato con la creazione, tra l'altro, di un'ampia zona verde ricreativa".
Matteo Tagliapietra
Redazione PianetaPsr
PianetaPSR numero 59 - marzo 2017