In pochi anni è riuscito a trasformare un terreno di famiglia semi-abbandonato in una realtà produttiva all'avanguardia e di successo, puntando tutto su qualità, innovazione e tutela dell'ambiente.Stiamo parlando di Simone Rech e della sua Tenuta Amodio che sorge nel cuore dei Colli Asolani a Monfumo, nel trevigiano. "L'azienda, come idea, nasce nel 2010 in quella che era una proprietà di famiglia, che in passato era stata già parzialmente dedicata alla vite da mio nonno e dal mio bisnonno, ma dove la vite nel tempo era stata quasi abbandonata in favore di frutteti e allevamento- racconta Simone -. Non c'era più un riscontro economico, tanto che una parte del vigneto era stato estirpato per fare spazio a una coltivazione di mele e negli ultimi anni era stata abbandonata, perché era una proprietà in collina e quindi meno produttiva. Ed è qui che è iniziato il mio percorso, anche grazie ai contributi regionali dedicati ai giovani. Da una parte abbiamo riconvertito i vigneti esistenti e dall'altra siamo dovuti ripartire da zero". In una prima fase l'attività principale era quella legata al turismo, ma la passione spinge Simone a fare un passo in più: "Studiando, confrontandomi con le altre realtà del territorio - racconta -, ho realizzato l'importanza di una filiera completa dalla produzione, alla trasformazione, fino al confronto col mercato. Da qui è nato il progetto della cantina vitivinicola vera e propria che di fatto è attiva da 3 anni. Abbiamo infatti dovuto aspettare che i vigneti fossero produttivi e in quel periodo io ho frequentato corsi di formazione e specializzazione finanziati dai PSR. Fino a raggiungere il nostro obiettivo: quello di chiudere la filiera dall'uva alla bottiglia". A rendere la Tenuta Amodio interessante non è solo il livello raggiunto dalla produzione vitivinicola, ma anche la capacità di affrontare in maniera innovativa una delle tematiche chiave per il mondo agricolo, ovvero quella ambientale.
"Noi - spiega Simone - siamo partiti da un concetto molto semplice: il vero agricoltore deve preservare non solo la terra che coltiva, ma anche l'ambiente circostante. Per questo, in ambito agricolo, abbiamo lavorato con l'utilizzo di tecniche più avanzate ad una meccanizzazione della coltivazione che permetta la diminuzione dell'utilizzo dei prodotti di sintesi (diserbo meccanico invece che con i disseccanti) e con il monitoraggio dei fattori climatici riusciamo a fare degli interventi antiparassitari solo quando necessari e in maniera mirata nelle zone interessate. Prendo ad esempio una delle fitopatie più comuni, quella fungina: questa si viene a creare in corrispondenza di una serie di fattori climatici che è possibile tenere sotto controllo. Attraverso l'installazione di centraline elettroniche in vigna che controllano questi parametri possiamo infatti intervenire con tempismo e in maniera mirata. Ci possiamo muovere in anticipo ed evitare trattamenti a pioggia. Abbiamo inoltre lavorato per limitare l'impatto ambientale della nostra struttura anche dal punto di vista architettonico: la cantina è tutta sotto il livello del suolo. Si mimetizza armonicamente con il paesaggio e utilizza materiali naturali e locali, quali legno e pietra e allo stesso tempo ci permette di avere una temperatura costante durante tutto l'anno e di limitare così il dispendio energetico. Il nostro impegno si concretizza anche nel recupero delle acque piovane che, depurate, vengono utilizzate per i lavaggi della cantina e la pannellatura fotovoltaica che copre in buona parte il fabbisogno aziendale".
Nel percorso dell'azienda agricola trevigiana i PSR hanno svolto un ruolo importante: "Abbiamo potuto fruire i fondi dell'ex 121 per la pannellatura fotovoltaica e per tutti gli interventi in ambito tecnologico, come serbatoi, frigo, macchinari (una pressa di ultima generazione) per la cantina e per la vigna. Un investimento importante, di circa 260mila euro, che abbiamo potuto compiere grazie al contributo del 50% ottenuto grazie alle misure previste dai PSR al quale si è affiancato un ulteriore contributo di circa 70mila euro grazie all'OCM vino".
Matteo Tagliapietra
Redazione PianetaPsr
PianetaPSR numero 59 - marzo 2017