Il rapporto tra agricoltura e ambiente, ed in particolare le tematiche agro-climatico-ambientali, nell'ambito delle azioni previste dai Programmi di sviluppo rurale 2014-2020. È stato questo il cuore del Forum dei temi agro-climatico-ambientali che si è tenuto a Roma il 28 e il 29 marzo. L'evento si inquadra nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, in particolare nella scheda progetto 5.1, ed ha per oggetto le tematiche e gli interventi agro-clima-ambientali programmati nell'ambito dell'attuale programmazione Psr. Si è trattato di importante momento di approfondimento tecnico che ha coinvolto un gran numero di soggetti deputati all'attuazione delle politiche di sviluppo rurale (partner della Rete): Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Crea, Ismea, Regioni, Università e Istituti di ricerca, Collegi e Ordini professionali, Organizzazioni professionali agricole e Associazioni a tutela dell'ambiente.
Il Viceministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Oliviero, ha introdotto i lavori sottolineando la valenza tecnica delle due giornate di approfondimento, senza tralasciare la necessità di cooperazione tra i diversi soggetti e la visione d'insieme che si deve avere se non si vuole rischiare di svuotare la Politica agricola comune di contenuti.
Anche il Direttore generale allo Sviluppo Rurale del MiPAAF Emilio Gatto (Autorità di Gestione del programma RRN) ha sottolineato l'esigenza di partecipazione e condivisione tra i diversi portatori di interesse delle politiche di sviluppo rurale, ricordando che i PSR veicolano circa un terzo delle risorse dei Fondi europei SIE 2014-2020.
La programmazione di sviluppo rurale 2014-2020 persegue alcune priorità, a loro volta declinate in aree tematiche, e in particolare gli interventi ACA sono ricomprese all'interno delle priorità 4 e 5 dello sviluppo rurale. Ad esse risultano complessivamente assegnati in Europa circa 78 miliardi di euro, di cui ben 8,5 miliardi solo nei PSR italiani. Nello specifico le misure ACA hanno una dotazione di circa 6 miliardi di euro. Si tratta delle misure 10 (in primis) e poi anche 11, 12 e 13 dei PSR, che attraverso l'adozione di pratiche di gestione tecnico agronomica particolarmente virtuose, che vanno ben al di là del livello-base o "baseline", contribuiscono alla salvaguardia dell'ambiente garantendo la sostenibilità nel tempo dell'attività agricola.
In pratica, a fronte di pagamenti che vengono erogati per superficie o numero di animali assoggettati agli impegni, tali misure impegnano gli agricoltori ad adottare nella propria azienda pratiche o metodi di produzione particolarmente virtuosi come l'agricoltura biologica, l'agricoltura conservativa, la produzione e la difesa integrata, l'adozione di tecniche di allevamento meno intensive, la conversione ad altri usi del suolo (coltivazioni a perdere, imboschimento dei terreni agricoli, mantenimento del paesaggio, creazione o salvaguardia di zone umide, ecc.), nonché la tutela della biodiversità agraria vegetale o animale. In questo modo l'agricoltore, assoggettandosi ad impegni più cogenti rispetto alla baseline, rende un servizio alla società civile producendo un bene pubblico, ossia la salvaguardia dell'ambiente. È ciò che la Commissione stessa esorta a fare riconoscendo agli agricoltori il ruolo di custodi del territorio.
Nelle programmazioni che si sono succedute nel tempo le misure connesse ad impegni agroambientali hanno sempre rappresentato e continuano a rappresentare un punto di forza dei PSR. La continuità temporale e la contiguità territoriale hanno prodotto, nel tempo, dei veri e propri "comprensori agroambientali" o biologici, con approcci coordinati di area che hanno un ulteriore effetto benefico perché realizzano un fenomeno di "depurazione diffusa e su scala sovra-aziendale" del territorio. In questo senso una misura che dovrebbe giocare un ruolo fondamentale per stimolare ulteriormente la diffusione di tali tecniche è la misura 16 Cooperazione, e in particolare la sottomisura 16.5, che ha la finalità di premiare i progetti di aggregazione di più agricoltori confinanti o ricadenti nello stesso comprensorio che aderiscono contemporaneamente ai pagamenti ACA.
Nell'ambito delle esperienze di diffusione delle policy sulle tematiche agro-climatico-ambientali avviate dalla RRN o di cui la Rete si pone come cassa di risonanza si ritiene fondamentale ricordare:
Il Forum ha poi affrontato gli approfondimenti tecnici nell'ambito di una serie di tavoli tematici (vedi box) nel corso dei quali sono emerse alcuni elementi comuni, a partire dalla necessità di creare delle figure che svolgano un fondamentale ruolo divulgativo nei confronti degli utenti finali e del grande pubblico rispetto alle tematiche al centro del Forum. Si è evidenziata la necessità di trasmettere il messaggio che norme e regole in questo ambito non devono essere viste come vincoli, ma come la garanzia di conservare e migliorare le risorse a disposizione. La carenza di figure in grado di svolgere un ruolo formativo in questo senso, alle quali affiancare efficaci campagne di comunicazione rivolte al grande pubblico e agli operatori, potrebbe essere superata attraverso percorsi formativi ad hoc da costruire con Università e Enti Locali.
Nel corso del dibattito si è evidenziata inoltre la necessità di poter contare sulla RRN come strumento di connessione tra tutti gli attori del comparto, favorendo un'uniformazione delle metodologie di lavoro e di comunicazione tra regioni, Adg e organizzazioni di settore.
Aysce Eskin
Redazione RRN
PianetaPSR numero 59 - marzo 2017