Questi progetti hanno lo scopo di raggruppare, all'interno di un unico strumento, gli interventi, finanziabili con varie misure del PSR, finalizzati all'aggregazione a carattere locale e alla riduzione del numero di operatori economici che si collocano tra la fase di produzione e quella di commercializzazione dei prodotti agricoli. Un ulteriore obiettivo è favorire la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità e trasferire al settore primario una maggiore quota di valore aggiunto per le produzioni agroalimentari, mediante la riduzione dei costi organizzativi e di transazione.
Le filiere corte e i mercati locali possono riguardare tutti i prodotti agroalimentari inclusi nell'allegato I del Trattato UE come prodotti in entrata della fase di trasformazione. Le prime prevedono che tra produttore e consumatore intervenga un solo intermediario impegnato nell'acquisto e la vendita dei prodotti mentre la definizione di mercati locali impone che tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione si svolgano all'interno di un raggio massimo di 70 km.
La dotazione finanziaria complessiva è di 9,85 milioni di € a valere su 7 sottomisure del PSR (Figura 1). Come si evince dal grafico, gran parte delle risorse proviene dalle misure 4.1 (investimenti), 4.2 (trasformazione) e 16.4 (sostegno specifico a favore delle filiere corte e dei mercati locali), che assieme concentrano oltre l'80% della dotazione finanziaria disponibile. Il resto si distribuisce tra le misure relative alla formazione (M1.1 A), informazione (M1.2 A), certificazione di qualità (M3.1) e progetti pilota (M16.2).
Figura 1 - Ripartizione della dotazione finanziaria relativa ai progetti integrati di filiere corte e mercati locali tra le misure del PSR Marche 2014-2020
Per ogni filiera, la somma delle dotazioni delle diverse misure, ossia il contributo massimo concedibile, non può superare il 30% del fatturato cumulativo di tre annualità e non può eccedere, in ogni caso, il milione di €. Nel caso di progetti di filiera di dimensione limitata, aventi cioè un fatturato cumulativo compreso tra 60 e 300 mila €, il limite è fissato al 60% del fatturato fino ad un ammontare massimo di 90 mila €. Dal sostegno sono esclusi tutti quei progetti di filiera il cui fatturato cumulativo triennale non raggiunga i 60 mila €.
I progetti di filiera prevedono il coinvolgimento di un soggetto promotore e di un numero variabile di partecipanti alla filiera. Il primo ha lo scopo, in particolare, di rappresentare tutti gli operatori di filiera che prendono parte al progetto e di coordinare le varie attività di animazione, creazione e mantenimento della filiera. Può coincidere con un'associazione di produttori rappresentativa di uno o più settori, ma con prevalenza decisionale attribuita ad imprese agricole, o con un gruppo di operatori aggregati tramite contratto di rete. I partecipanti alla filiera possono essere invece imprenditori agricoli, associazioni di produttori, imprese di lavorazione, trasformazione e commercializzazione del settore agroalimentare o imprese commerciali di prodotti agroalimentari.
Il progetto di filiera deve necessariamente contenere: una descrizione generale del progetto; l'area di intervento (che deve essere delimitata entro i 70 km per i progetti di mercato locale); l'indicazione dei soggetti partecipanti alla filiera e di eventuali soggetti esterni coinvolti; le esigenze formative e le azioni informative a supporto dei partecipanti alla filiera per impostare correttamente gli interventi di formazione e informazione; le esigenze di sviluppo di progetti pilota qualora si decida di attivare la misura 16.2; le attività di animazione e le modalità di svolgimento dell'attività di coordinamento da parte del soggetto promotore.
E' fondamentale inoltre che sia presente un business plan avente un orizzonte temporale di 5 anni e comprensivo di elementi quali: un'analisi di contesto in cui si inserisce il progetto di filiera; un'analisi SWOT; gli obiettivi perseguiti e le strategie che si intendono adottare; i benefici apportati alle aziende che partecipano alla filiera in termini di vantaggi economici; le modalità di raggiungimento del consumatore finale; gli investimenti che si intende attivare e il cronoprogramma delle attività. Oltre agli aspetti descrittivi, vanno anche specificati il fatturato annuale previsto (necessario ai fini dell'applicazione dei limiti alla contribuzione) e il piano finanziario con attribuzione delle voci di costo alle singole misure attivabili.
Altro elemento essenziale è il contratto di filiera. Si tratta di un accordo sottoscritto dai vari partecipanti sotto forma di scrittura privata (da registrare successivamente in caso di ammissibilità) e contenente gli impegni, i vincoli reciproci, le modalità di gestione della filiera e dell'eventuale contenzioso. I vincoli hanno ad oggetto i quantitativi di prodotto che i vari soggetti si impegnano a produrre, acquistare, commercializzare ed eventualmente i parametri di prezzo legati alla qualità.
Oltre al rispetto dei vincoli imposti dal contratto di filiera, al fine di accrescere l'efficacia dell'intervento, è richiesto il soddisfacimento e il mantenimento della condizione di piena operatività della filiera che si raggiunge al conseguimento di un fatturato pari ad almeno il 60% di quanto previsto nel business plan, in almeno tre annualità, anche non consecutive, durante un periodo di 5 anni. Per il calcolo del fatturato si prendono in considerazione le fatture di vendita emesse nei confronti di soggetti esterni alla filiera, siano essi consumatori finali, commercianti o ulteriori trasformatori. La condizione di piena operatività prevede inoltre che venga garantito, per almeno tre anni, anch'essi non necessariamente consecutivi, il rispetto da parte delle imprese di trasformazione, dell'obbligo che almeno il 60% del prodotto lavorato dagli impianti finanziati provenga da produttori agricoli che partecipano alla filiera corta / mercato locale oggetto dell'aiuto.
In caso di mancato raggiungimento della condizione di piena operatività, vengono applicate alcune penalità, nella forma di decurtazioni dell'aiuto in percentuale del 15 e 20% per le misure, rispettivamente, relative alla trasformazione e al sostegno specifico per i progetti di filiera. Per queste misure è previsto inoltre il mantenimento del 25 e 50% dell'aiuto.
Riguardo alle modalità di selezione dei progetti, la quota di produzioni di qualità riconosciuta a livello comunitario, che sia almeno pari al 50% della produzione complessiva, è il criterio che assume maggiore rilevanza nell'attribuzione dei punteggi, a dimostrazione dell'importanza che la Regione Marche riserva alla qualificazione delle produzioni regionali da un punto di vista qualitativo. Seguono il numero di produttori coinvolti nella filiera, criterio questo che consente di ottenere un punteggio pieno nel caso di un numero superiore a 10, l'inclusione del progetto di filiera nell'ambito delle strategie di sviluppo locale, l'adozione di sistemi di tracciabilità in tutte le fasi della filiera, che riguardi almeno il 50% dei prodotti della filiera, e, infine, la collocazione di almeno il 30% dei produttori aderenti alla filiera in territori interessati da accordi agro-ambientali d'area.
Per ulteriori dettagli si rinvia a:http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Agricoltura-Sviluppo-Rurale-e-Pesca/Bandi-di-finanziamento?id_8293=393
Andrea Bonfiglio
Rete Rurale Nazionale
Postazione regionale per le Marche
PianetaPSR numero 61 maggio 2017