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Ambiente

Uso sostenibile dei Prodotti fitosanitari: il contributo dei PSR alla strategia del PAN

La gestione del ruolo e dell'impatto ambientale dei prodotti fitosanitari rappresenta un aspetto chiave delle politiche di conservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura.

Uno degli obiettivi della politica di sviluppo rurale 2014-2020 è quello di contribuire a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura anche attraverso la promozione di metodi produttivi capaci di garantire un corretto impiego di fertilizzanti e fitofarmaci. In questo quadro, la politica di sviluppo rurale è chiamata a interfacciarsi con le specifiche politiche di settore che, a più livelli, costituiscono cornice e base di riferimento per la programmazione degli specifici interventi dei PSR. Sul tema dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, lo strumento operativo di riferimento è ilPAN (Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), adottato ai sensi dell'art. 6 del d.lgs. n. 150/2012 in recepimento della Direttiva 2009/128/CE. Gli obiettivi del PAN sono, tra gli altri, la tutela della salute umana, la riduzione dei rischi per gli operatori agricoli, la tutela dell'ambiente, la tutela dell'ambiente acquatico e delle aree protette.
Per raggiungerli, il Piano prevede una serie molteplice di azioni volte a ridurre l'impatto dei prodotti fitosanitari in agricoltura (come anche in altri settori diversi da quello agricolo), azioni che devono essere efficacemente sostenute dalle singole politiche settoriali di intervento. E' il caso delle politiche agricole che, nella fase di definizione degli strumenti attuativi 2014-2020, sono state chiamate a coordinarsi col PAN, identificando le pertinenti misure e risorse da mettere a disposizione per il raggiungimento delle sue finalità. Fra queste, le misure di sostegno previste dai PSR che fanno dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari uno dei temi prioritari di intervento. La Misura 10 (Pagamenti agro-climatico-ambientali per l'agricoltura integrata), la Misura 11 (Pagamenti per l'Agricoltura Biologica), la Misura 4 (Investimenti materiali, produttivi e non produttivi) rappresentano infatti strumenti di intervento preziosi che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi del PAN.

La normativa comunitaria e nazionale per l'uso sostenibile dei PF

L'esigenza di disporre di un quadro normativo comune finalizzato all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari prende forma in maniera incisiva dal Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (Decisione n. 1600/2002/CE). Il Programma ha l'obiettivo di promuovere la qualità della vita ed il benessere sociale per i cittadini dell'Unione attraverso la riduzione dell'inquinamento ambientale e definisce una strategia tematica che, in 5 obiettivi, mira anche a colmare un certo vuoto legislativo ancora esistente sul tema dell'uso dei prodotti fitosanitari.
In questo contesto, la Direttiva 2009/128/CE definisce le norme per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari affidando all'adozione dei Piani d'Azione Nazionali (PAN) la definizione di obiettivi, tempi e indicatori di impatto, nonché l'implementazione di idonee misure di intervento utili a minimizzare rischi ed impatti sulla salute umana e l'ambiente, incoraggiando nel contempo la difesa integrata e tecniche colturali alternative e alternative non chimiche ai pesticidi in agricoltura.
Il Decreto Legislativo 14 agosto 2012 n. 150 ha recepito in Italia la Direttiva 2009/128/CE definendo le misure da adottare a livello nazionale per favorire l'uso sostenibile dei fitofarmaci. Il Decreto, all'obiettivo di riduzione dei rischi e degli impatti sulla salute umana, sull'ambiente e la biodiversità, affianca quello della promozione della difesa integrata e di approcci alternativi o metodi non chimici, indicando una strategia che punta anche all'innovazione e alla ricerca di nuovi sistemi e tecniche produttive. Il Decreto prevede, all'articolo 6, l'adozione del Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), che definisce gli obiettivi, le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità.
Tenendo in considerazione la complessità e diversità delle aree di azione dei prodotti fitosanitari, nonché quella dei portatori di interesse coinvolti dalla tematica, il Decreto pone l'accento sulla necessità di adottare una strategia d'azione che sia sostenuta e condivisa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministero della salute e dalle Regioni e Province autonome. Ognuna di queste istituzioni, nell'ambito delle proprie competenze, è chiamata a programmare, attuare, coordinare e monitorare le misure previste dal Decreto e quelle previste dal PAN anche con il supporto un Consiglio tecnico-scientifico, di cui fanno parte rappresentanti di tutte le istituzioni competenti.

Il PAN

Il PAN è lo strumento che individua, attua e segue nelle sue varie fasi il processo di cambiamento delle modalità di impiego dei prodotti fitosanitari destinati alla prevenzione e soppressione degli organismi nocivi, ai fini della tutela delle colture. Il Piano prevede l'attuazione di idonee misure finalizzate a ridurre l'impatto dei prodotti fitosanitari anche in aree extra agricole frequentate dalla popolazione quali le aree urbane, le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di pubblica frequentazione.
Questo impegna il Piano su di un range di attività molto più ampio che punta a:

  1. tutelare la salute umana, l'ambiente e la biodiversità attraverso la riduzione dei rischi connessi all'utilizzo dei prodotti fitosanitari,
  2. incentivare l'adozione della difesa integrata e di forme alternative di agricoltura, come quella biologica,
  3. tutelare chi utilizza i prodotti fitosanitari e chi subisce la loro azione come la popolazione interessata,
  4. salvaguardare i consumatori e i cittadini,
  5. preservare le acque e gli ambienti acquatici e conservare la biodiversità.

La difesa integrata
La Direttiva 2009/128/CE del 21 ottobre 2009 definisce la difesa integrata delle colture agrarie come un insieme di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale che hanno la finalità di ottenere produzioni agricole vegetali accettabili dal punto di vista economico, realizzate in modo da ridurre i rischi per la salute umana e per l'ambiente. In altre parole la difesa integrata è una strategia colturale che consente di limitare i danni derivanti dai parassiti delle piante utilizzando tutti i metodi e le tecniche disponibili nel rispetto dell'ambiente e della salute dell'uomo.
In Italia il Decreto legislativo n.150/2012 e, successivamente il PAN, individuano per la difesa integrata due livelli di applicazione:

  1. uno obbligatorio, entrato in vigore dal 1° gennaio 2014, che riguarda l'applicazione di tecniche di prevenzione e monitoraggio dei parassiti delle piante coltivate, l'utilizzo di mezzi biologici per il loro controllo, il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate e l'utilizzo di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio per la salute umana, tra quelli disponibili sul mercato;
  2. uno volontario, che prevede l'applicazione di Disciplinari (regionali) di produzione integrata (DPI), il cui rispetto prevede l'obbligo del ricorso a determinate pratiche agronomiche associate all'impiego di una gamma limitata di prodotti fitosanitari
  3. Il livello obbligatorio riguarda tutti gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari e rappresenta una baseline obbligatoria
  4. di riferimento che definisce la soglia di premialità dei PSR. Il livello volontario, invece, viene praticato dagli agricoltori che si impegnano ad adottarlo anche attraverso l'accesso ad appositi incentivi previsti da specifiche misure dei PSR o dai Programmi Operativi nell'ambito dell'OCM (Organizzazione Comune di Mercato).
 

Le misure messe in campo dai PSR in linea con il PAN

Nell'ambito del II Pilastro della PAC, quello dello sviluppo rurale, l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari viene promosso direttamente attraverso la Misura 10 - pagamenti agro-climatico-ambientali (tramite una apposita linea di intervento dedicata a sostenere l'adozione di metodi di Produzione integrata) e tramite la Misura 11 -Pagamenti per l'Agricoltura Biologica.
Il Regolamento dello Sviluppo Rurale (Reg. CE 1305/2013) non prevede alcuna obbligatorietà circa l'inclusione o meno della Produzione integrata tra gli interventi finanziabili dai PSR. Nonostante ciò, però, quasi tutti i PSR italiani hanno previsto questa linea di intervento, a testimonianza del valore strategico posseduto dalla tematica e dell'interesse riservato dai potenziali beneficiari a questa strategia per la riduzione dell'impronta ambientale delle produzioni.
I PSR prevedono però anche sostegni indiretti all'obiettivo dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. NellaMisura 4 (investimenti materiali), ad esempio, i beneficiari trovano sostegno per l'acquisto di macchine irroratrici ad alta efficienza o per la realizzazione di investimenti non-produttivi, volti a favorire la messa in campo di azioni di mitigazione del rischio connesso alla dispersione e deriva dei prodotti fitosanitari stessi.

Misura 10: Pagamenti agro-climatico-ambientali per la produzione integrata
Con più di 1 miliardo di euro di dotazione complessiva e una superficie target di attuazione prevista di oltre 680.000 ettari, la "Produzione integrata" è l'intervento della Misura 10 cui i PSR riservano la maggiore attenzione. Si tratta di un pagamento volto a sostenere gli agricoltori che volontariamente decidono di adottare le disposizioni tecniche indicate nei Disciplinari (regionali) di Produzione Integrata (DPI) per la coltivazione di tutte le colture (sia erbacee che arboree) per le quali questi sono stati definiti e approvati.
Gli importi dei pagamenti destinati agli agricoltori per il rispetto delle disposizioni tecniche previste dai DPI variano da regione a regione, anche in funzione delle colture oggetto di impegno e del possibile cumulo sulla stessa superficie di intervento di impegni afferenti a differenti misure od operazioni.

La programmazione dell'intervento "produzione integrata nei PSR italiani. Elaborazione su PSR 2015.
La programmazione dell'intervento "produzione integrata nei PSR italiani. Elaborazione su PSR 2015.

Misura 11: Agricoltura biologica

In ambito PSR, l'agricoltura biologica è considerata come un sistema di produzione sostenibile che contribuisce al miglioramento della qualità del suolo e dell'acqua, alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici e al miglioramento della biodiversità. Tali benefici sono perseguibili in quanto i metodi di agricoltura biologica prevedono rotazioni colturali, impiego di specie e varietà resistenti, metodi di lotta biologica alle avversità, divieti di uso di sostanze di sintesi (fertilizzanti, fitosanitari, antibiotici) e di OGM.
Nei PSR la misura si articola in due diverse sotto-misure che prevedono l'erogazione di pagamenti a superficie (euro/ettaro/anno) a copertura, parziale o totale, dei costi aggiuntivi e del mancato guadagno che derivano dall'adozione dei metodi di agricoltura biologica. Una sottomisura sostiene l'impegno di conversione all'agricoltura biologica, ossia la transizione iniziale dall'agricoltura convenzionale alle modalità agronomiche definite, a norma del Reg. CE 834/07, entro un determinato periodo di tempo. La seconda sostiene invece la prosecuzione degli impegni assunti anche dopo i primi 5 anni di adesione.
Gli importi dei pagamenti destinati agli agricoltori per il rispetto degli impegni di conversione o mantenimento dell'agricoltura biologica variano da regione a regione, anche in funzione delle colture oggetto di impegno e del possibile cumulo sulla stessa superficie di intervento di impegni afferenti a differenti misure od operazioni.
Per il periodo 2014-2020 le risorse assegnate alla misura 11 a favore della conversione e del mantenimento dell'agricoltura biologica ammontano complessivamente a 1,69 miliardi di euro, circa il 9% delle risorse pubbliche inizialmente stanziate per i PSR in Italia (per approfondimenti, Bioreport 2016 - http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16935).

Misura 4: sostegno agli investimenti produttivi e non produttivi per un uso più sostenibile dei PF

Nel contesto della programmazione dei PSR, il sostegno agli investimenti è una misura che ha l'obiettivo di aiutare le aziende agricole a rispondere alle vecchie sfide di competitività produttiva così come alle nuove sfide di sostenibilità ambientale. La misura sostiene la realizzazione di investimenti che migliorano le prestazioni e la sostenibilità globali dell'azienda agricola cofinanziando fino al 40%, le spese di investimento effettuate dai beneficiari. Tale tasso di sostegno può salire fino al 60% nel caso di aziende operanti in aree svantaggiate o nel caso di giovani imprenditori.
Ai fini dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, la misura 4 può sostenere l'acquisto di macchine irroratrici ad alta efficienza, l'acquisizione di tecnologie di agricoltura di precisione o l'adeguamento dei sistemi di monitoraggio aziendale dei parametri meteorologici più influenti ai fini della diffusione delle fitopatie.
La stessa misura 4 prevede anche un sostegno finanziario del 100% dedicato dalla sotto-misura 4.4 alla realizzazione di investimenti non-produttivi. Secondo il regolamento Reg. (CE) 1305/2013, sono considerati non-produttivi quegli investimenti che sono connessi all'adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali perseguiti dai PSR, compresa la conservazione della biodiversità delle specie e degli habitat o l'uso sostenibile delle risorse naturali. In questo senso, secondo il Regolamento, gli interventi non produttivi sono un complemento indispensabile per uno sviluppo sostenibile dell'attività agricola dei territori, in quanto completano l'azione dei pagamenti a superficie e quella degli investimenti materiali realizzati in azienda.
Nell'ambito dei 21 PSR Italiani, la sotto-misura 4.4 prevede un ventaglio ampio e diversificato di interventi finanziabili. Fra questi, sono da annoverare gli investimenti non-produttivi volti a ridurre i carichi inquinanti derivanti dall'uso dei fitofarmaci. Questi perseguono l'obiettivo di contenere la dispersione di prodotti fitosanitari, sostenendo interventi finalizzati alla riduzione degli inquinamenti puntiformi e diffusi dei prodotti fitosanitari ed al contenimento della deriva.
I PSR possono prevedere fra le azioni sovvenzionabili in questa categoria di investimenti, la realizzazione di:

  • aree attrezzate per la preparazione della miscela di prodotti fitosanitari e il successivo lavaggio delle irroratrici,
  • sistemi di decontaminazione biologica, o fisica o adozioni di altri sistemi, per lo smaltimento delle acque contenenti residui di prodotti fitosanitari,
  • nuovi magazzini per lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari o adeguamento degli esistenti livelli superiori a quelli previsti dalla normativa vigente,
  • infrastrutture artificiali o semi naturali per il contenimento della deriva originata dalla distribuzione dei prodotti fitosanitari.

L'impegno della Rete Rurale Nazionale sul tema dell'uso sostenibile dei PF

Il tema dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari trova spazio anche all'interno del Programma rete rurale nazionale 2014-2020 fra le azioni previste dal progetto CREA 5.1 Politiche Agro-Climatico-Ambientali (PACA).
Obiettivo del progetto è quello di supportare le Regioni e gli attori del partenariato nell'uso efficace ed efficiente delle risorse FEASR ai fini del raggiungimento delle priorità 4 e 5 dei PSR. Il progetto si articola in 2 WP e diverse Task dedicate a diverse tipologie di attività e temi. La Task 1.2, in particolare, è dedicata al tema della complementarietà tra le misure ACA dei PSR e altre policy e strumenti di intervento di interesse climatico e ambientale. Obiettivo è quello di suggerire soluzioni e sviluppare attività che possano accrescere sinergie tematiche e operative fra i diversi strumenti programmatori vigenti sul territorio.
Uno dei temi di complementarietà fra policy affrontati dalla Task 1.2 è proprio quello dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, un tema che accomuna le sfere di azione del PAN e dei PSR. Obiettivo del progetto è allora quello di supportare istituzioni e portatori d'interesse nell'uso efficace delle risorse FEASR al fine di attuare la strategia nazionale del PAN.
In un sistema regionalizzato che, per di più, in Italia vede anche una variegata ripartizione di responsabilità fra Stato e Regioni sui temi ambientali e anche sul tema del PAN, l'efficace attuazione delle misure agro-climatico-ambientali dei PSR richiede un'attenta integrazione di tutti gli strumenti di programmazione e governo ambientale del territorio, nonché un continuo confronto con le autorità-stakeholders delle diverse policy interessate oltre quella FEASR.
In questo contesto, una delle azioni prioritarie messe in campo dal progetto RRN 5.1 è proprio quella di informare e sensibilizzare i principali stakeholders del PAN e di favorire un loro reciproco confronto in chiave di attuazione coordinata delle rispettive politiche.
Primo atto di quest'azione di integrazione è stato il Forum dei temi ACA realizzato a Roma lo scorso marzo dove un tavolo di discussione (tavolo 3, animato da Ministero dell'agricoltura, CREA, Ministero dell'ambiente, ONG ambientaliste, regioni, esperti e stakeholders vari) è stato dedicato al tema del contributo dei PSR alla sfida dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Questo tavolo ha rappresentato un primo luogo di confronto che CREA-RRN intende continuare ad animare per supportare il Mipaaf e il CTS del PAN nella fase di ascolto e avvicinamento delle varie parti interessate alla tematica.
Sul fronte della comunicazione, il progetto CREA 5.1 della Rete rurale nazionale, in accordo con il CTS del PAN, ha invece in programma un ciclo di convegni in diverse regioni italiane. Il primo atto è stato un incontro sul tema della produzione integrata svoltosi a Torino lo scorso Novembre 2016 (http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14003). Altri ne seguiranno nel corso del 2017 e 2018 con focus dedicati ad aspetti specifici dell'agricoltura biologica e dell'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari per la tutela dell'ambiente acquatico e della biodiversità nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette.
Proprio sul fronte della tutela degli habitat, il progetto CREA 5.1 della Rete rurale nazionale ha anche avviato una collaborazione con ISPRA e Ministero dell'Ambiente per fornire supporto sugli adempimenti connessi all'attuazione del PAN nelle alle aree umide individuate ai sensi della Convenzione di Ramsar. Il CREA-RRN contribuirà alla raccolta di informazioni relative alle aziende agricole che ricadono in alcune Zone Ramsar selezionate come aree di studio, alla definizione di metodi agronomici per ridurre o eliminare l'uso di prodotti fitosanitari al fine di mitigare gli impatti sulle biocenosi acquatiche, all'individuazione delle misure del PSR utili a sostenere le aziende per raggiungere livelli più elevati di sostenibilità, alla realizzazione di incontri con gli agricoltori sul territorio. In programma c'è anche il contributo alla produzione di materiale informativo sulle misure per ridurre la deriva, il ruscellamento, la liscivazione e gli impatti sulle acque e gli ecosistemi acquatici e le misure per la tutela della biodiversità nelle aree protette e nei siti natura 2000 previste dalle linee guida (DM 10/3/2015) e sul contributo dei PSR all'attuazione di questi strumenti di conservazione.

 
 
 

Danilo Marandola
Centro di Politiche e Bioeconomia (CREA)

 
 
 

PianetaPSR numero 61 maggio 2017