L'agricoltura interessa circa la metà della superficie dell'Europa e di conseguenza ha delle notevoli implicazioni per quanto riguarda la conservazione delle risorse naturali. L'agricoltura ha modellato il paesaggio dell'Europa così a lungo che la maggior parte della biodiversità naturale europea è legata alle attività agricole tradizionali e molte specie e habitat dipendono attualmente da una particolare gestione agricola. Il 92 % del territorio europeo è occupato da aree rurali (in base alla densità di popolazione) e circa il 50% delle specie animali minacciate o in declino è in varia misura dipendente dagli ambienti agricoli. L'importanza strategica per la conservazione della biodiversità della qualità ambientale ed ecologica del territorio rurale è confermata anche dalle due Direttive comunitarie "Habitat" (92/43/CEE) ed "Uccelli" (2009/147/CEE - ex 79/409/CEE) che hanno individuato nella Rete Natura 2000 aree rurali come Siti di Interesse Comunitario, SIC (in corso di trasformazione in Zone Speciali di Conservazione, ZSC) e Zone di Protezione Speciale, ZPS, indicando come "prioritari" anche habitat generati e mantenuti dalle attività agricole tradizionali, come ad esempio le praterie secondarie dell'Appennino.
L'importanza del ruolo dell'imprenditore agricolo come presidio culturale, sociale e territoriale è stata dichiarata fin dal 1996 con la prima Conferenza di Cork, dove venne sottolineata l'importanza delle zone rurali per l'Unione Europea e l'esigenza di promuoverne lo sviluppo. Venti anni dopo una seconda Conferenza di Cork dal titolo "Una vita migliore nelle aree rurali", svolta nel mese di settembre 2016, ha ripreso i contenuti del primo incontro aggiungendo nuove sfide allo sviluppo rurale dell'Europa, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici. Il punto 4 della Dichiarazione di Cork 2.0 "Preservare l'ambiente rurale" rilancia il ruolo degli agricoltori nella conservazione e valorizzazione della Natura: "La gestione del territorio ha un ruolo chiave nel rapporto tra i cittadini e l'ambiente. Le politiche devono incentivare la fornitura di beni pubblici ambientali, tra cui la conservazione del patrimonio naturale e culturale dell'Europa. Questi beni consistono in una ricca varietà di habitat di flora e fauna e nel paesaggio, che dipendono in larga misura dai sistemi agricoli e forestali. Le misure volte a premiare la fornitura di beni e servizi pubblici ambientali dovrebbero riflettere la varietà delle circostanze locali. Il valore intrinseco dell'ambiente rurale offre vantaggi per lo sviluppo locale economico, l'eco-turismo, la vita sana, l'identità alimentare e i marchi, nonché la promozione della campagna per la ricreazione". Questo ruolo dell'agricoltura nella conservazione di habitat seminaturali, con alta biodiversità naturale, ed il ruolo di gestore del territorio dell'imprenditore agricolo, anche con il fine del ripristino e mantenimento di habitat naturali, viene evidenziata nella nuova strategia di sviluppo rurale (Regolamento UE n. 1305/2013), applicata sul territorio italiano tramite i Programmi di Sviluppo Rurale regionali 2014/2020, nello specifico mediante le misure della Priorità 4 "preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste" e la Focus area 4A: "salvaguardia e ripristino della biodiversità, tra l'altro nelle zone Natura 2000 e nelle zone agricole di alto pregio naturale, nonché dell'assetto paesaggistico". Negli ultimi tre periodi di programmazione (dal 2000 ad oggi) molte aziende agricole hanno colto le opportunità dello Sviluppo Rurale della PAC realizzando interventi specifici per la conservazione della biodiversità, differenziando le proprie attività nell'ambito della multifunzionalità per proporre attività connesse all'agricoltura basate proprio sulla valorizzazione delle aree ad alto valore naturale del loro territorio. Ad oggi manca però un catalogo di queste buone pratiche utile anche come riferimento per le attività di formazione e scambio di esperienze tra aziende agricole, previste anche dalla Misura 1 dei PSR 2014/2020. Apprendere dalle attività già messe in atto da altri agricoltori e confrontarsi nel merito della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) degli interventi realizzati è senz'altro uno dei metodi più efficaci per diffondere buone pratiche e fare formazione ed innovazione. La scheda progetto 23.1- "Natura 2000, aree protette e biodiversità" del programma della Rete Rurale Nazionale 2014 - 2020, ha tra le sue finalità anche identificare, raccogliere e valorizzare modelli ed esempi di buone pratiche nella gestione delle aziende agricole ed esperienze di gestione forestale che ricadono all'interno di siti Natura 2000 o altre aree riconosciute come territori ad elevato valore naturale (Parchi nazionali e regionali, Riserve naturali, siti MAB Unesco, ecc.) o aziende agricole che hanno realizzato specifiche attività per la conservazione e valorizzazione della natura e che rappresentano per tipologia e modalità di gestione un caso di eccellenza da segnalare all'attenzione delle altre aziende e dell'opinione pubblica. Nel primo biennio della scheda progetto (2015 - 2016) l'obiettivo era identificare almeno 10 realtà più significative in relazione all'originalità e particolarità delle attività realizzate negli ultimi due periodi di programmazione della PAC (2000 - 2006 e 2007 - 2013), o in corso, in relazione agli obiettivi significativi in termini di conservazione del patrimonio naturale del territorio o ripristino e gestione degli ecosistemi naturali (in coerenza con la priorità 4 dello Sviluppo Rurale 2014 - 2020: Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste). L'identificazione delle aziende agricole virtuose verrà realizzata dal CREA adattando la metodologia già definita per il progetto "Eccellenze Rurali" avviato con la precedente programmazione della Rete Rurale Nazionale. Nella prima fase della ricerca sono state raccolte numerose segnalazioni di aziende da parte del partenariato socio-economico e delle postazioni regionali della Rete Rurale Nazionale. Dalle segnalazioni pervenute saranno selezionate le prime 10 aziende che rappresentano i casi di eccellenza rispetto al tema specifico della scheda progetto. Questi 10 casi studio saranno approfonditi attraverso una visita sul campo ed una intervista all'imprenditore agricolo per documentare in dettaglio ogni specifica esperienza. L'obiettivo finale della scheda 23.1 del programma della Rete Rurale Nazionale è avviare la realizzazione di un archivio delle buone pratiche di gestione delle aziende agricole multifunzionali rispetto al tema della conservazione e valorizzazione della biodiversità e partecipazione alla gestione dei siti Natura 2000 o di altre aree ad elevato valore naturale, da divulgare attraverso una specifica sezione del sito web della Rete Rurale Nazionale, identificando entro il 2020 possibilmente almeno un caso di eccellenza in ogni Regione.
BUONE PRATICHE DELLO SVILUPPO RURALE NEI SITI NATURA 2000 ED ALTRE AREE RURALI AD ELEVATO VALORE NATURALE -
REQUISITI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DELLE AZIENDE AGRICOLE
Luigi Servadei
l.servadei@politicheagricole.it
Franco Ferroni
f.ferroni@wwf.it
PianetaPSR numero 61 maggio 2017