Il miglioramento del capitale umano in agricoltura è una delle priorità nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale in quanto accresce la competitività e stimola l'adozione di innovazioni e di pratiche ecosostenibili. A questo proposito, la Regione Marche ha destinato, per l'annualità 2017, 1,2 milioni di euro per finanziare azioni formative rivolte ad operatori agroalimentari e forestali nell'ambito della sottomisura 1.1 (operazione A) relativa al trasferimento di conoscenze in agricoltura. Il bando corrispondente, con scadenza la prima metà di Luglio, prevede un contributo a fondo perduto a copertura della totalità delle spese ammissibili.
Per essere finanziabile, il progetto formativo deve essere presentato da enti di formazione accreditati ed essere indirizzato agli addetti del settore agricolo, alimentare e forestale, comprendendo i coadiuvanti ed i membri della famiglia agricola. Anche gli addetti delle imprese di trasformazione agroalimentari hanno titolo a partecipare ai corsi ma solo se le imprese risultino beneficiarie della sottomisura 4.2 (trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli) ed esclusivamente per tematiche inerenti alle produzioni di qualità. È richiesto, inoltre, che le azioni formative vertano su uno dei seguenti aspetti: ottimizzazione dell'uso delle risorse; gestione del territorio; tecniche a basso impatto ambientale e biologico; uso sostenibile dei prodotti fitosanitari; mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; gestione aziendale, sicurezza nei luoghi di lavoro; trasformazione dei prodotti; introduzione di tecnologie produttive innovative; diversificazione delle attività aziendali; benessere animale; sicurezza alimentare.
Le iniziative finanziabili sono i corsi di formazione, gli workshop/laboratori, i seminari e il coaching (tutoraggio) individuale. Sono quindi esclusi i corsi in campo (quali visite in campo, stage, tirocini) e quelli on-line (piattaforme e-learning) contemplati invece in diversi altri programmi di sviluppo rurale. I corsi, che possono prevedere sia la formazione in aula che il coaching in azienda, devono avere una durata di almeno 15 ore e un numero di allievi compreso tra 8 e 20. Diversamente dai corsi di formazione, che adottano metodi di apprendimento top-down, gli workshop/laboratori sono percorsi in cui i risultati formativi si raggiungono attraverso la partecipazione attiva di tutti i discenti e con l'ausilio di un facilitatore. Anch'essi devono rispondere ai requisiti di durata e numerosità che valgono per i corsi di formazione. Infine, l'attività di coaching, la cui durata non può superare le 100 ore, individua una particolare tipologia di apprendimento con la quale l'agricoltore viene inserito all'interno di un percorso formativo personalizzato con affiancamento ad un tecnico (tutor) e rivolto all'acquisizione di nuove competenze idonee a rispondere alle esigenze aziendali in un'ottica di sviluppo competitivo e sostenibile. In questo, si differenzia dall'attività di consulenza che, al contrario, è orientata a fornire soluzioni tecniche per il superamento di specifiche problematiche dell'azienda.
Per le azioni formative in favore dei beneficiari della misura 6.1 (giovani agricoltori al loro primo insediamento) e della misura 14.1 (allevamenti zootecnici che assumono impegni rivolti al miglioramento del benessere animale) sono previsti vincoli più stringenti. Infatti, per le prime si impone una durata minima di 100 ore, mentre per le seconde la durata non deve essere inferiore alle 20 ore. Per entrambe vengono inoltre specificate le tematiche che devono essere obbligatoriamente trattate.
I progetti formativi vengono selezionati in base a quattro principali criteri ai quali viene attribuita una importanza quasi paritaria: rispondenza della tipologia del corso agli obiettivi del Programma, attraverso la verifica della rispondenza del singolo progetto ai temi trasversali, alle Focus Area e ai relativi fabbisogni del Programma; capacità organizzativa del soggetto proponente; competenza tecnica del personale docente inserito nel progetto formativo in relazione ai temi formativi; e corretta individuazione dei soggetti destinatari delle attività formative che mostrino i fabbisogni più elevati. In particolare, l'applicazione del criterio della coerenza con le finalità programmatiche assicura il maggiore punteggio nel caso in cui progetto formativo persegua almeno un obiettivo tra tutela ambientale, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e innovazione, e un altro tra: gestione aziendale; conoscenza normativa connessa al PSR; diversificazione e produzioni di qualità. La capacità organizzativa viene misurata in base al monte crediti che dovrebbe essere superiore a 30 per conseguire il punteggio più alto. Infine, la competenza tecnica di ciascun docente viene valutata in base ad una media ponderata delle ore svolte distinte per livelli di qualificazione professionale.
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina dedicata sul sito della Regione Marche
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Andrea Bonfiglio
Rete Rurale Nazionale
Postazione regionale per le Marche
PianetaPSR numero 62 giugno 2017