"Ho cominciato con 2 pecore, avevo 14 anni e prima di andare a scuola mi svegliavo presto per accudirle", ci racconta Andrea Giovannini, 29 anni, di Rizzolaga sull'Altopiano di Pinè ad appena 20 chilometri da Trento. Andrea è un giovane allevatore con le idee chiare, tanta passione e già qualche soddisfazione alle spalle. "Poi", prosegue Andrea, "le pecore sono diventate 3, poi 30. A 18 anni ho avuto l'occasione di andare per la prima volta in malga come pastore: accudivo le vacche, le mungevo e svolgevo i lavori tipici della malga. Lì la mia passione per l'alpeggio si è consolidata, e non appena si è presentata l'occasione ho acquistato dei capi dal precedente gestore della malga e la primavera successiva - ormai mi ero già diplomato - abbiamo vinto la gara per la gestione della malga stessa".
Una storia, questa che vede oggi l'azienda di Andrea, nel giro di 10 anni, essere arrivata a 25 vacche in lattazione, 20 vitelli, 20 manze e 10 maiali. I formaggi, che sono presidio slow food, sono prodotti nel caseificio aziendale con latte di vacche razza grigio alpina. "Una razza meravigliosa" dice Andrea, "che ha bisogno di poco, frugale, possiede un forte istinto per la ricerca del foraggio e converte in modo efficiente anche foraggi grossolani". Durante il periodo estivo gli animali vengono portati all'alpeggio in malga Sass. I formaggi sono prodotti con latte crudo intero, dal latte non viene quindi tolta la panna.
Tutto questo Andrea lo ha costruito con spirito imprenditoriale, grande passione, ma anche con l'oculatezza di saper sfruttare le potenzialità dei finanziamenti pubblici disponibili: "Sono partito naturalmente con il premio di primo insediamento, per proseguire con i Patti territoriali della Provincia autonoma di Trento che hanno premiato il mio progetto", racconta Andrea, che ha poi beneficiato dei contributi dell'Unione Europea e del Psr, per la conservazione della biodiversità e l'ammodernamento delle aziende agricole.
"Oggi sento nei miei coetanei il rispetto per questo lavoro e per il ruolo svolto dall'agricoltura, che in qualche modo può diventare sempre più un patrimonio di tutti: credo che si avverta infatti l'importanza del nostro lavoro per la valorizzazione del territorio, noi conserviamo la natura e le razze animali, valorizziamo il paesaggio e portiamo benefici anche al turismo. In poche parole, siamo i "giardinieri" delle montagne, coloro che le custodiscono. Grazie poi all'attività agrituristica, il cerchio si chiude, e la grande soddisfazione è incontrare nuove persone e far scoprire ai bambini, attraverso la fattoria didattica, il cuore e il segreto delle nostre montagne".
Andrea Festuccia
PianetaPSR numero 2 - settembre 2011