Con l'introduzione di LEADER, lo sviluppo locale diventa sinonimo di politica bottom up e integrata, basata sulla valorizzazione delle specificità territoriali, del rapporto tra i diversi settori, della cooperazione tra soggetti pubblici e privati e della partecipazione ai processi decisionali. Si passa alla valorizzazione dei vantaggi collaborativi e si modificano i meccanismi procedurali, gestionali e attuativi con lo spostamento delle competenze dei livelli istituzionali verso il basso; basta ricordare che il GAL - Gruppo di Azione Locale è l'unico soggetto locale, con un partenariato pubblico-privato, riconosciuto come "intermedio" nel complesso sistema di governance che collega il beneficiario finale allo Stato Membro/Regioni e alla UE.
Malgrado la formazione di questi Gruppi sia sostenuta con forza e siano sempre più diffusi (nella programmazione 2014-2020 in Europa si contano circa 2.000 GAL) è ancora difficile definirne con chiarezza il ruolo, le attività e le competenze che li definiscono. Questione di grande attualità considerando che già si discute della programmazione post 2020 e che, come sottolineato nella dichiarazione di Cork 2.0 "...Ispirandosi al successo di LEADER..., è necessario diffondere iniziative dal basso verso l'alto e gestite a livello locale per attivare le potenzialità del mondo rurale".
Partendo da questi premesse, in occasione del convegno internazionale "Il ruolo dei GAL a sostegno delle politiche di sviluppo rurale in Europa - XV Congresso dell'Associazione Europea degli Economisti Agrari #EAAE2017", è stata avviata una riflessione sull'evoluzione e le prospettive future del programma Leader e sul ruolo che i GAL possono svolgere a sostegno dello sviluppo delle aree rurali in Europa (box1) .
L'incontro è stata anche una occasione per riportati i risultati di diversi studi realizzati dal CREA nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale che hanno delineato i profili assunti da Leader a livello locale (box2) e analizzato l'organizzazione e le competenze dei GAL italiani.
L'evoluzione di Leader da Sovvenzione Globale a Iniziativa Comunitaria poi Asse della Politica di Sviluppo Rurale e ora Misura, è stata accompagnata da una revisione degli obiettivi da perseguire e dei meccanismi gestionali a cui i GAL si dovevano/devono attenere. Tali cambiamenti di status hanno indirizzato il ruolo dei GAL a livello locale e, in generale, nell'ambito delle politiche di sviluppo. Nel corso delle diverse fasi di programmazione, siamo ormai alla quinta edizione di Leader, i GAL hanno assunto e svolto funzioni diverse rispetto al territorio: da "agitatori della domanda sociale e promotori dell'innovazione", con compiti di mobilitazione-animazione e integrazione nelle aree rurali, a "manager dello sviluppo" con compiti di consulenza specialistica-tematica e assistenza all'attuazione delle politiche di sviluppo locale.
Questo cambiamento di ruolo è stato anche il risultato di una progressiva limitazione nei livelli di sussidiarietà, che assegnava ai GAL autonomia decisionale nel processo di pianificazione delle Strategie Locali, e decentramento amministrativo che attribuiva autonomia funzionale nello svolgimento di compiti gestionali. A questo proposito, una delle indagini realizzate dalla RRN su un campione di 67 GAL (il 35% dei gruppi operativi nella programmazione 2007-2013) ha evidenziato che in tutti i casi, rispetto alle precedenti fasi di programmazione, vi è stato un progressivo spostamento delle competenze e delle attività dello staff del GAL dalla sfera relazionale (intesa come capacità di mobilitare il territorio attraverso attività di comunicazione e animazione locale) verso la sfera applicativa (intesa come capacità di gestione tecnica- amministrativa-finanziaria per dare esecuzione alle disposizioni procedurali determinate dalla normativa comunitaria e nazionale).
Pensando al futuro, sulla base dell'esperienza maturata in tanti anni di attuazione, si possono già fare alcune considerazioni si dovrebbe dare piena applicazione ai principi di sussidiarietà e decentramento amministrativo, riconoscendo in pieno il ruolo di "capacity builder" e di agenzia di sviluppo dei Gal facilitando la realizzazione delle azioni di carattere immateriale (di sistema, mobilitazione sociale, accompagnamento agli operatori economici e sociali locali)
Per andare in questa direzione è necessario realizzare delle analisi sulle performance degli attori coinvolti a diversi livelli nella gestione e attuazione delle misure, con una maggiore attenzione alla tipologia di azioni (standard, immateriali, innovative, ecc.), pianificate, per individuare gli elementi di criticità e giungere ad una migliore attribuzione delle responsabilità e definizione dei meccanismi di implementazione di Leader. E' proprio questo l'oggetto di uno degli studi che la Rete Rurale Nazionale sta realizzando a supporto della programmazione post 2020 (per maggiori informazioni http://www.reterurale.it/leader20142020).
Raffaella Di Napoli
Crea
PianetaPSR numero 64 settembre 2017