Sono un imprenditore agricolo "inusuale" nel campo del settore primario. La mia formazione è lontana dalle materie agrarie, mi laureo in industrial design e per un breve periodo lavoro nel settore transportation. La svolta arriva quando davanti una scelta di vita importante, decido di restare nella mia regione e "inventarmi" qualcosa di nuovo, che valorizzi il territorio e che non sia banale. La Basilicata vive di agricoltura e turismo, così decido di puntare su un agricoltura sostenibile che guardi al futuro e che sia da collante per un turismo di qualità, con profonde radici culturali e che faccia conoscere gli usi e i costumi lucani.
Tutto parte dall'amore per la natura e dalla fortuna di possedere dei terreni agricoli di famiglia che inizio a condurre. Si tratta di un'azienda agricola ortofrutticola, che produce agrumi e ortaggi di stagione in pieno campo. Pian piano ho cercato di introdurre innovazioni nei vari ambiti d'impresa: da quello delle coltivazioni, passando attraverso i sistemi di produzione e arrivando ai consumi. Infatti ho messo a dimora un nuovo tipo di agrume che sta facendo molto parlare di se e i più lo considerano una moda: il finger lime. Lo chiamano il caviale di limone vegano, se ne fa un gran parlare in questi ultimi mesi e c'è una corsa a fare nuovi impianti di elevate estensioni. Nel mio caso è un impianto sperimentale, con poche centinaia di piante di differente varietà (perché ne esistono svariate e non solo 2/3) per studiarne il comportamento e iniziare a mettere in opera il progetto di salvaguardia della biodiversità nel pieno rispetto dell'ambiente, punto cardine della mission aziendale. Un concetto che applico ai metodi di coltivazione, usando compost naturale e inerbimenti (l'azienda è in regime biologico) così da poter chiudere tutto il ciclo produttivo. Anche la lotta ai parassiti viene eseguita con insetti antagonisti e per combattere le malattie funghi antagonisti assolutamente non nocivi per la salute dell'uomo.
Vista la crisi di acqua che sta attanagliando tutta l'Italia, ho messo a punto un sistema di monitoraggio termico "fai da te" con un drone non professionale, ma che ben mi indica le zone dove c'è uno stress idrico importante. Grazie agli inerbimenti e ad una buona consistenza del terreno, stiamo riducendo sempre più l'ingresso in campo di trattori e mezzi a motore. Molto probabilmente dal prossimo anno potremo contare su una vasta gamma di prodotti trasformati come confetture, composte, sale, paté e olio d'oliva extravergine, per dare un forte impatto identitario a un territorio che offre molto, ma che stenta sempre a decollare definitivamente.
Ho lavorato, e sto lavorando visto che in realtà ancora è ancora in fase embrionale, allo studio della commercializzazione dei miei prodotti; infatti vorrei dove possibile ridurre al massimo la filiera. Partecipo a tal proposito ai mercati di Campagna Amica, che ha come obiettivo quello di creare una grande filiera del KM0, dove produttore e consumatore si incontrano realmente. Ho realizzato anche un website con relativo e-commerce che pian piano inizia a funzionare e se possibile, vorrei arrivare direttamente alla GDO senza troppe tappe intermedie.
Sicuramente c'è molto, moltissimo da fare per mettere in piedi il progetto che ho in mente, ma determinazione, caparbietà, sacrificio e ambizioni sono "difetti" che fan parte del mio essere se non altro per quello spirito di patriottismo che è mio e quella voglia di portare il mio contributo a una regione che è stanca di vedere giovani fuggire alla ricerca di qualcosa di cui lei ne è ricca.
Salvatore Palmieri
PianetaPSR numero 65 ottobre 2017