Tra le principali sfide per l'agricoltura mondiale ci sono senza dubbio la produzione sostenibile e la riduzione dei rischi e degli impatti dell'uso dei pesticidi sulla salute umana e sull'ambiente, utilizzando approcci e tecniche alternative. In questo senso l'Italia si pone all'assoluta avanguardia grazie al Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata che, come riconosciuto dalla Commissione UE, si propone come modello a livello mondiale per la capacità di introdurre un sistema di qualità per la produzione integrata.
Commissione UE
Il riconoscimento è emerso nel corso dell'audit che si è tenuto in estate presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel corso del quale la Commissione ha espresso un grande apprezzamento per il sistema italiano che ha definito uno standard elevato di qualità e certificazione in materia di sostenibilità delle produzioni, il quale rappresenta un caso unico a livello mondiale in quanto non ci sono altri sistemi analoghi certificati da un ente pubblico.
A tal proposito, lo scorso 18 Ottobre a Dublino, in Commissione Europea (DG SANTE - Directorate General Health and Food Safety), si è tenuto WORKING GROUP tra gli Stati Membri, all'interno del quale è stato presentato il SQNPI come livello avanzato di IPM in Italia (Integrated Pest Management), in virtù di quanto recita la Direttiva 2009/128/CE sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Per l'attuazione di tale direttiva è stato definito il Piano di Azione Nazionale (PAN) per stabilire gli obbiettivi, le misure, i tempi e gli indicatori per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall'utilizzo dei prodotti fitosanitari. Tra i vari indicatori, è stato creato quello relativo all'applicazione della produzione integrata (PI), con lo scopo di esprimere il potenziale ritorno in termini di benefici per la salute pubblica e per l'ambiente riconducibile al grado di diffusione della PI, quale modalità produttiva a basso impatto ambientale.
Infatti, la rilevazione percentuale della superficie coltivata applicando il metodo della produzione integrata rispetto a quella totale esprime quanta parte della SAU nazionale - superficie agricola utilizzabile - è meno esposta a inconvenienti legati all'uso dei prodotti fitosanitari.
Lo standard unico di certificazione
Recentemente, è stato definito all'interno del settore vitivinicolo, un unico standard nazionale di certificazione che misura la sostenibilità e costituisce un riferimento univoco tanto per le produzioni italiane quanto per il mercato internazionale, che ha l'obiettivo di armonizzare i contenuti del Sistema di Qualità Nazionale sulla produzione Integrata (SQNPI) del Ministero dell'Agricoltura e del progetto VIVA (La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia) del Ministero dell'Ambiente. Il decreto istituisce per questo compito un Gruppo di lavoro interministeriale di sostenibilità, di cui sono co-presidenti Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero dell'Agricoltura) e Francesco La Camera (Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile e per i rapporti con l'Europa e gli Organismi internazionali del Ministero dell'Ambiente).
Lo standard di sostenibilità, inizialmente predisposto per il settore vitivinicolo ma, potrebbe essere esteso anche ad altri comparti agricoli e contribuire significativamente a ridurre l'impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica causato dall'impiego di prodotti chimici in agricoltura e da modalità produttive poco razionali.
Stato di attuazione e prospettive
Oggi, sostenibilità e produzione integrata vanno sempre più a braccetto, trovando anche una concreta valorizzazione nell'efficacia di uno strumento unico e riconosciuto a livello nazionale, per comunicare al consumatore la qualità delle produzioni integrate italiane, come frutto di un lavoro lungimirante e coordinato, mettendo a sistema i protocolli (sull'agricoltura integrata) delle diverse regioni italiane.
Lo stato di attuazione del Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, in vista della pubblicazione della versione aggiornata delle Linee guida nazionali 2018, seguirà l'adozione dei singoli disciplinari da parte delle Regioni e Province Autonome.
L'aggiornamento, non cambierà l'attuale impianto e si limiterà a riportare le novità di carattere tecnico, scientifico e normativo avvenute nel corso dell'anno.
Paolo Condito
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
PianetaPSR numero 65 ottobre 2017