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Giovani, nella UE ricambio generazionale a rilento: solo il 5,6% delle aziende agricole è condotto da under 35

Uno studio della Commissione evidenzia come solo il 5,6% delle aziende agricole europee sia condotto da imprenditori con meno di 35 anni, mentre il 31% è nelle mani di over 65. Per i giovani difficile l'accesso  al credito, ma maggiore la preparazione e propensione ad investire.

Il ricambio generazionale nell'agricoltura europea rappresenta un problema centrale: solo il 5,6% delle aziende agricole europee è infatti condotto da imprenditori con meno di 35 anni, mentre il 31% è nelle mani di over 65. Lo certifica uno studio della Commissione europea che evidenzia come questo dato sia solo parzialmente mitigato dalla necessaria valutazione del ricambio generazionale all'interno delle aziende familiari, che porta le nuove generazioni a prendere il controllo delle imprese solo quando il "capofamiglia" ha raggiunto l'età della pensione.

Come cambia l'agricoltura europea

Il settore agricolo sta vivendo in questi ultimi anni una profonda evoluzione caratterizzata da una cospicua riduzione del numero delle aziende, così come di quello degli agricoltori.
Nel 2013 erano 11 milioni le aziende agricole in Europa (il 33% nella sola Romania) e 174 milioni gli ettari di terreno agricolo utilizzati. Tra il 2010 e il 2013 il numero delle imprese è diminuito dell'11,5%, una media del -4% annuo, e l'Italia è il Paese in cui questo fenomeno ha assunto dimensioni più rilevanti (-14,6%), seguito da Croazia (-12,3%) e Bulgaria (-11,8%).
Nello stesso periodo il numero degli addetti ha registrato una contrazione del 12,8% raggiungendo i 22 milioni di lavoratori, di cui 9,5 milioni a tempo pieno, nel 2013. Va evidenziato, però, che la diminuzione del numero dei lavoratori full-time è stata solo del 4,4%, un dato che lascia ipotizzare una parziale "migrazione" dei lavoratori da un impegno part time ad uno a tempo pieno.
A fronte di una SAU rimasta sostanzialmente immutata a crescere è stato invece il cosiddetto Standard Output che nel periodo evidenziato è aumentato del 7,5%.

La presenza dei giovani

L'analisi, come anticipato, evidenzia come per ogni agricoltore sotto i 35 anni in Europa ce ne siano 5,6 sopra i 65 anni. Nel 2013, infatti, poco meno di un terzo degli agricoltori (31,4%) aveva più di 65 anni mentre solo il 5,6% aveva meno di 35 anni. È doveroso sottolineare, però, che questa statistica è fortemente influenzata dai dati relativi alla Romania dalla quale provengono oltre il 45% degli ultrasessantacinquenni.
Analizzando il rapporto tra queste due categorie emerge però un dato preoccupante: il rapporto tra under 35 e over 65 e superiore a 1 solo in Polonia (1,27), Austria (1,26) e Germania (1,1) mentre in molti Paesi, tra i quali l'Italia (0,11) è attorno allo 0,1. Per ogni giovane agricoltore, dunque, ce ne sono circa 10 sopra i 65 anni.
Nelle aziende agricole incluse nel FADN (Farm Accountancy Data Network) l'età media degli agricoltori era di 49,2 anni nel 2004 e di 51,4 anni nel 2013.
Inevitabilmente, visto il quadro statistico, i giovani agricoltori, sia per quanto riguarda la quota di SAU che di aziende e di SO prodotto, rappresentano una quota marginale del settore, attorno al 5%, ma l'analisi UE evidenzia come un discorso analogo possa essere fatto per gli over 65 che rispetto alla quota di aziende condotte (superiore al 30%) dispongono di una quota di SAU inferiore al 15% e do producono una percentuale di SO inferiore al 10%.

Le dimensioni delle aziende dei giovani

Le dimensioni delle aziende condotte da under 35 nella UE a 28 sono sostanzialmente in linea con il dato della media generale (16,1 ha contro 16,2 ha),  quasi il doppio rispetto a quelle degli over 65 (6,3 ha). Anche dal punto di vista economico le aziende condotte dai giovani sono in linea con la media europea, anzi leggermente superiori (32.360 contro 30.916 euro) e "valgono" più di tre volte quelle guidate da agricoltori anziani (9.456 euro).

I giovani sono più qualificati


Se nel 2013 un agricoltore su tre in Europa ha seguito un percorso di formazione in ambito agricolo (la metà solo un corso di base), la maggior parte dei conduttori delle imprese (68,2%) ha "imparato il mestiere" solo attraverso la pratica.
Focalizzando l'attenzione sugli under 35, però, il quadro cambia, pur non in maniera radicale: poco meno di un agricoltore su 5 (19,8%) ha concluso un percorso di formazione completo (tra gli over 55 non si va oltre il 4,5%), ma più del 60% continua ad costruire la propria professionalità solo attraverso la pratica.

Per i giovani meno terreni e di minore valore


Nella Ue il valore medio di un ettaro di terreno agricolo nel 2013 era di circa 10mila euro. Quelli posseduti da under 35, però, avevano un valore medio al di sotto dei 7mila euro mentre gli over 65 potevano disporre di terreni con un valore medio di poco superiore agli 11.500 euro. Nell'ambito del FADN si riscontrano tre differenti situazioni: in Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Svezia e Irlanda i giovani agricoltori possiedono mediamente i terreni con il più alto valore per ettaro; in Germania, Grecia, Austria e Italia, invece il valore dei terreni cresce gradualmente con l'aumentare dell'età degli agricoltori; nel terzo gruppo, infine, non si riscontra una differenza significativa di valore medio sulla base dell'età degli imprenditori.
L'analisi evidenzia inoltre come gli under 35 dispongano in media di 9,8 ha di terreni agricoli, rispetto ad una media di 16,5 ha per gli over 65, con una graduale crescita della SAU in parallelo con l'aumentare dell'età. Si registra, inoltre, una graduale diminuzione dell'estensione media delle aziende dei giovani agricoltori tra il 2004 e il 2013.
Va sottolineato che nella maggior parte dei Paesi europei i giovani sono più propensi ad affittare i terreni della propria azienda, mentre tra i loro colleghi più anziani si registra la tendenza a ridurre la propria attività.
 
Gli under 35 investono di più ma hanno più difficoltà ad accedere al credito

I giovani agricoltori sono più propensi a investire nel miglioramento e nella modernizzazione della propria azienda: se si considerano gli "investimenti netti" (investimenti lordi meno il deprezzamento) l'analisi UE mostra, tra il 2011 e il 2013, come siano gli under 35 a far registrare il valore di investimento netto medio per azienda più alto.
D'altra parte i dati mostrano che questa categoria di produttori ha un livello di indebitamento più basso rispetto alle media europea che, secondo lo studio si può attribuire principalmente alla difficoltà di accesso al credito, esacerbata dal basso livello di capitale e di terreni di proprietà che possano essere usati come garanzia collaterale.
Allo stesso tempo, però, le fasce di imprenditori più giovani sono quelle che fano registrare un rapporto debito-asset più alto, che può indicare un maggiore rischio per il futuro dell'azienda.

Conclusioni


La scarsa presenza di giovani agricoltori nella maggior parte dei Paesi UE è un dato di fatto e se, da un lato, riflette un generale invecchiamento della società rurale, è senza dubbio collegato anche alla difficoltà legate al trasferimento intergenerazionale delle aziende agricole e al fatto che le aziende più longeve abbiano anche un'estensione media particolarmente ridotta. Per ogni nuova impresa, si legge nel documento, "2,5 imprenditori anziani devono abbandonare l'attività"; di conseguenza non ci si può attendere che la proporzione di giovani agricoltori cresca allo stesso ritmo con il quale diminuiscono le aziende condotte da agricoltori anziani.
La ridotta percentuale di giovani imprenditori agricoli è spesso vista come un problema per la competitività in prospettiva dell'agricoltura europea e per la capacità di questa di garantire una produzione di cibo adeguata nei prossimi decenni. Il fatto, però, che le dimensioni delle aree agricole inutilizzate siano rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi decenni dimostra che il livello produttivo si mantiene fondamentalmente stabile e che la maggior parte dei nuovi agricoltori fa il suo ingresso nel settore subentrando nella gestione di un'azienda preesistente, dato che la maggior parte dei terreni sono già utilizzati.  

 
 
 

Matteo Tagliapietra
Redazione PianetaPsr

 
 
 

PianetaPSR numero 66 novembre 2017