Nell'ambito del Workshop conclusivo organizzato dalla RRN del progetto Rural4Università abbiamo intervistato due rappresentanti del Molise
L'Unione europea, con il documento La PAC verso il 2020, rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio, riconosce l'importante ruolo dell'agricoltura biologica nel perseguimento di tre obiettivi, quali:
L'iniziativa Rural4Università raccoglie la sfida "promuovere la cultura del biologico in ambito universitario" e mette insieme le Istituzioni pubbliche, il sistema dell'Istruzione, le imprese e gli stakeholder al fine di mettere a punto un modello replicabile nell'ambito dei Programmi di sviluppo rurale, per trasferire esperienze, conoscenze e buone pratiche in tema di "Sviluppo rurale, agricoltura biologica e diversificazione".
È intervenuto Pierluigi Milone, esperto di strategie di sviluppo rurale, che ha evidenziato l'importanza del sistema e-learning proposto nel format di Rural4Università, non solo per la comunicazione, ma anche per favorire l'attuazione delle altre misure del Psr.
Milone ha poi sottolineato di ritenere assolutamente possibile replicare R4U attraverso il PSR del Molise: "La piattaforma creata con l'iniziativa Rural4Università è uno strumento utilissimo per l'attuazione di molte iniziative in capo a diverse misure del PSR Molise 2014.2020".
A seguire il Prof. Angelo Belliggiano, docente referente per il Molise (DiAAA dell'Università degli Studi del Molise), ha sottolineato l'opportunità di crescita formativa e professionale per gli studenti universitari, che hanno avuto modo di conoscere buone pratiche aziendali con approcci critici e strumenti di conoscenza innovativi. Spostando il punto di vista, dai giovani alle istituzioni, è stata, altresì, evidenziata la correlazione con altre sperimentazioni che gli atenei sono chiamati ad attuare per garantire la qualità dei processi di apprendimento e, quindi, l'occasione di confronto offerta dalla interlocuzione tra le diverse componenti (imprenditoriale, politica e tecnico-scientifica).
La giornata, costruttiva e ricca di spunti importanti, ha rappresentato un primo confronto con gli attori del territorio. Le tematiche sviluppate saranno oggetto di ulteriore approfondimento nei Comitati di coordinamento per priorità, programmati per il prossimo mese di gennaio, al fine di decidere le strategie più consone ed in linea con le priorità dei Programmi di sviluppo rurale.
Nel Libro bianco sul futuro dell'Europa, la Commissione ha avviato un dibattito sull'Unione di domani, invitando l'Unione stessa e gli Stati membri a interagire meglio con i cittadini. Nel primo anno di operatività effettiva della RRN si è dato avvio a una serie di attività tese a migliorare la conoscenza del settore. In particolare, la scheda progetto Rural4Learning, con l'iniziativa R4Università raccoglie la sfida di "promuovere la cultura del biologico" presso gli stakeholder e soprattutto il pubblico, con particolare riferimento al mondo/sistema universitario. Abbiamo approfondito questi temi con il Professor Angelo Belliggiano.
Alla luce dell'esperienza del RuralCAMP, quale ruolo assume il mutualismo che si crea nell'azienda agricola per migliorare le conoscenze dei giovani?
Rural Camp è stata senza dubbio la parte del programma più impegnativa, ma per certi versi anche più stimolante ed efficace, considerato che la stessa ha costituito il "pretesto" con cui le diverse componenti istituzionali coinvolte nei processi del "biologico" (imprenditoriale, politica e tecnico-scientifica) hanno avuto modo di incontrarsi e di confrontarsi, sollecitando spontaneamente negli studenti la consapevolezza della complessità del tema e dell'esistenza di numerosi vincoli sottesi allo stesso. Tale formula didattica ha favorito altresì involontariamente (ma forse inevitabilmente) interlocuzioni informali tra le parti su diverse questioni critiche riconducibili alle stesse, offrendo in modo particolare alle imprese agricole una formidabile occasione per riflettere insieme agli altri attori sulla sostenibilità di ipotetiche azioni correttive e/o risolutive.
Quanto è importante la collaborazione fra istituzioni, enti di ricerca e attori del territorio, per favorire l'accesso al mondo del lavoro?
Dal nostro punto di vista è davvero molto importante e particolarmente coerente ad altre pratiche di assicurazione della qualità in via di sperimentazione o di implementazione da parte dei corsi di laurea. Si tratta dell'organizzazione di specifici panel di indirizzo, partecipati dalle diverse componenti istituzionali del sistema agro-alimentare (ordini degli agronomi, agenzie regionali di sviluppo agricolo e di protezione ambientale, altri enti di ricerca, organizzazioni professionali, associazioni ambientaliste e/o di promozione e rappresentanza dell'agricoltura biologica, ecc.), periodicamente invitate ad esprimersi e a confrontarsi sulle conoscenze e competenze dei laureati, al fine di facilitarne il più rapido ed efficace ingresso al mondo del lavoro. La partecipazione a R4U ha quindi rappresentato una straordinaria occasione per la verifica dei più recenti esiti delle attività degli stessi.
Conformemente alla logica dell'approccio della Commissione "Un bilancio incentrato sui risultati", l'attuazione del Piano biennale 2017-18 della Rete rurale è fortemente orientato ai risultati. L'iniziativa Rural4Università sostiene la conoscenza, l'esperienza sul campo e l'innovazione, indispensabili per "attrezzare" le aziende del domani.
Quali sono a suo avviso gli elementi positivi ed eventuali aspetti di criticità di quest'iniziativa?
Gli elementi positivi dell'iniziativa sono molteplici e senza dubbio molto più significativi di quelli critici, apparsi invece di minore importanza e da considerarsi fisiologici in un progetto pilota. Tra i primi vanno annoverati in particolare i seguenti: i) stimolare gli studenti a sviluppare percorsi monografici cui applicare le conoscenze e competenze acquisite nei rispettivi corsi universitari; ii) avere l'opportunità di conoscere realtà produttive e/o di riconoscere eventuali buone pratiche, mediante approcci critici, fondati sull'uso di strumenti di conoscenza o di indagine difficilmente realizzabili (per deficit di risorse finanziarie o di tempo) nei normali percorsi universitari; iii) stimolare l'organizzazione e la partecipazione a gruppi di lavoro, che pur praticata in contesti intrinsecamente cooperativi, non ha impedito naturali atteggiamenti competitivi (sia all'interno dei gruppi, sia tra i gruppi), che hanno motivato gli studenti a potenziare/perfezionare le proprie competenze trasversali, neglette invece nei processi di apprendimento convenzionali; iv) promuovere la costituzione di reti di studenti e di docenti universitari operanti in ambiti disciplinari, sedi e contesti socio-economici e produttivi diversi, portatori di interpretazioni e rappresentazioni differenziate dei medesimi fenomeni economici; v) aumentare le motivazioni per approfondire la conoscenza (e i valori) del mondo rurale, partecipando ad iniziative ludiche o conviviali assieme ai numerosi attori o testimoni privilegiati delle diverse realtà locali visitate.
Numerose zone rurali dell'UE risentono di problemi strutturali come la mancanza di opportunità di lavoro attraenti, la penuria di competenze, la scarsità di investimenti nella connettività e nei servizi di base e un esodo dei giovani. Guardando al futuro, Rural4Università intende favorire lo scambio di buone pratiche tra le Reti rurali di diversi Stati membri, anche attraverso il potenziamento delle potenzialità di scambio Erasmus per i giovani studenti.
Ritiene utile aumentare le opportunità di apprendimento all'estero per i giovani studenti italiani e, nello stesso tempo, favorire la conoscenza delle buone pratiche italiane, da parte degli studenti stranieri?
Sì, è davvero molto utile. La mobilità degli studenti verso altri paesi europei costituisce infatti una delle priorità dei corsi di laurea, dato che l'internazionalizzazione rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda la più recente valutazione della qualità degli stessi. Quindi, al di là delle molteplici opportunità offerte agli studenti dal programma Erasmus, l'iniziativa della Rete Rurale potrebbe rappresentare una modalità per costruire "dal basso" nuove reti e relazioni universitarie in Europa, che potrebbero ulteriormente stimolare la mobilità studentesca, preparando in modo più graduale e consapevole alla stessa, mediante la partecipazione a scuole estive come Rural Camp, prima ancora di impegnarsi per un intero semestre accademico.
Quest'ultima domanda l'abbiamo rivolta anche a Pieluigi Milone, secondo il quale "la mobilità degli studenti è oggi uno degli elementi più importanti del sistema della conoscenza universitaria. Dare la possibilità agli studenti di avere esperienze formative all'estero non solo incide sulle loro conoscenze, ma anche sui comportamenti, sulle personali convinzioni, sulle capacità relazionali. Inoltre, rappresenta sempre un buon veicolo di diffusione della cultura e tradizioni italiane. Così come favorire l'interscambio con studenti italiani consente di diffondere le nostre buone pratiche e di avere in cambio elementi anche critici mossi da studenti con culture diverse che aiutano ad individuare punti critici o spazi di miglioramento che spesso restano nascosti ai soggetti attuatori delle pratiche".
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Paola Lionetti
PianetaPSR numero 67 dicembre 2017