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Rural4Università, le voci dei protagonisti: la Campania

Nel corso dell'evento conclusivo del progetto, il Workshop "Sviluppo rurale, agricoltura biologica e diversificazione", abbiamo intervistato il rappresentante della Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Campania, Antonio Tallarico e il Prof. Ettore Varricchio dell'Università del Sannio.

Nel corso del Workshop conclusivo organizzato dalla RRN del progetto Rural4Università sono intervenuti due rappresentanti della Campania, una delle regioni coinvolte nel progetto.
Il primo a parlare, nell'ambito della seconda sessione della tavola rotonda finalizzata a creare le basi per la replicabilità dell'iniziativa pilota, è stato Antonio Tallarico, referente dei rapporti con il mondo scolastico, che ha confermato la volontà dell'Autorità di Gestione di ripetere la sperimentazione attraverso il Psr Campania e l'intenzione di promuovere non solo la sostenibilità, a partire dal biologico, ma anche l'innovazione di processo e di prodotto.
Il prof. Ettore Varricchio (Unisannio), ha invece evidenziato la duplice valenza dell'iniziativa pilota realizzata dalla Rete rurale che, da un lato, ha offerto agli studenti la possibilità di effettuare un tirocinio pratico in azienda e, dall'altro, consente di trasferire al sistema produttivo i risultati della ricerca.  
"Abbiamo trovato un linguaggio comune per valorizzare le esperienze agricole locali ed è altrettanto importante lo scambio di buone pratiche a livello transnazionale, in un'ottica di conoscenza dei processi produttivi e di certificazione della qualità dei paesi esteri", ribadisce il prof. Varricchio nelle sue riflessioni conclusive sul futuro delle giovani generazioni.
Ai due rappresentanti delle istituzioni campane abbiamo poi rivolto alcune domande relative al progetto Rural4Università per cercare di capire punti di forza e aspetti migliorabili dell'iniziativa.

Antonio Tallarico

I temi trattati rispecchiano la realtà del settore?
 
Si, in quanto evidenziano concretamente peculiarità e rilevanza del comparto biologico e pongono l'accento sull'apporto offerto dal PSR.  
Ritiene possibile replicare R4U attraverso il vostro Psr?
Si. La Regione Campania intende replicare l'iniziativa attraverso la Misura 20 del PSR Campania 2014-2020. Si intende, altresì:

  • legare l'agricoltura biologica all'innovazione di processo e di prodotto,
  • evidenziare i benefici e le ricadute positive della PAC per il comparto biologico e, più in generale, per l'ambiente.

Ettore Varricchio
Nel Libro bianco sul futuro dell'Europa, la Commissione ha avviato un dibattito sull'Unione di domani, invitando l'Unione stessa e gli Stati membri a interagire meglio con i cittadini. Nel primo anno di operatività effettiva della RRN si è dato avvio a una serie di attività tese a migliorare la conoscenza del settore. In particolare, la scheda progetto Rural4Learning, con l'iniziativa R4Università raccoglie la sfida di "promuovere la cultura del biologico" presso gli stakeholder e soprattutto il pubblico, con particolare riferimento al mondo/sistema universitario.

Alla luce dell'esperienza del RuralCAMP, quale ruolo assume il mutualismo che si crea nell'azienda agricola per migliorare le conoscenze dei giovani?
L'esperienza del RuralCAMP ha consentito agli studenti partecipanti di arricchire il proprio bagaglio culturale rispetto ad un modello di gestione dei processi produttivi, che garantiscono condizioni ambientali e sicurezza alimentare con produzioni di alto valore intrinseco che esprimono qualità molecolari utili, anche, alla salvaguardia della salute umana. Attraverso il RuralCAMP, gli studenti hanno potuto svolgere attività di tirocinio pratico nelle aziende visitate, generando un interesse reciproco tra gli attori della produzione e il mondo "teorico".

Quanto è importante la collaborazione fra istituzioni, enti di ricerca e attori del territorio, per favorire l'accesso al mondo del lavoro?
Il mondo della ricerca, l'Università in particolare, vive oggi di tre importanti ruoli che sono la formazione, la ricerca e la cosiddetta terza funzione che è proprio l'avvicinamento e il supporto alle attività produttive del mondo rurale. Rural4Università ha dato un contributo notevole alla terza funzione, immaginando di poter trasferire i risultati della ricerca come positiva innovazione dei processi produttivi.
Conformemente alla logica dell'approccio della Commissione "Un bilancio incentrato sui risultati", l'attuazione del Piano biennale 2017-18 della Rete rurale è fortemente orientato ai risultati. L'iniziativa Rural4Università sostiene la conoscenza, l'esperienza sul campo e l'innovazione, indispensabili per "attrezzare" le aziende del domani.  

Quali sono a suo avviso gli elementi positivi ed eventuali aspetti di criticità di quest'iniziativa?

Rural4università è stata un'esperienza significativa per tutti gli studenti che hanno partecipato al corso Rural4Learning, per coloro i quali hanno partecipato al RuralCAMP e per il rapporto instauratosi tra i docenti di diverse Università italiane. Questo percorso formativo andrebbe consolidato e strutturato in forma definitiva. Emerge la necessità di proseguire la collaborazione tra Ministero e Regioni, creando una rete solida tra enti di ricerca, istituzioni e operatori agroalimentari, volta al miglioramento delle conoscenze e alla formazione dei giovani. Il raggiungimento di questo obiettivo sarebbe possibile se l'attuale gruppo della Rete Rurale che ha attivato Rural4Università e ha curato nei minimi dettagli questa iniziativa, si interfacciasse con i referenti delle regioni italiane per attività di più ampio respiro, allo scopo di delineare percorsi utili al miglioramento dei processi produttivi nel sistema agroalimentare.
Numerose zone rurali dell'UE risentono di problemi strutturali come la mancanza di opportunità di lavoro attraenti, la penuria di competenze, la scarsità di investimenti nella connettività e nei servizi di base e un esodo dei giovani. Guardando al futuro, Rural4Università intende favorire lo scambio di buone pratiche tra le Reti rurali di diversi Stati membri, anche attraverso il potenziamento delle potenzialità di scambio Erasmus per i giovani studenti.  

Ritiene utile aumentare le opportunità di apprendimento all'estero per i giovani studenti italiani e, nello stesso tempo, favorire la conoscenza delle buone pratiche italiane, da parte degli studenti stranieri?
I rapporti internazionali basati su scambi culturali, l'innovazione di processo e la verifica di qualità delle produzioni, nonché le esperienze basate su attività di marketing internazionali, sono senza dubbio da ritenersi essenziali. In particolare lo scambio di esperienze e di buone pratiche a livello transnazionale rappresentano un importante strumento di crescita, soprattutto in un'ottica di conoscenza dei processi produttivi e di certificazione della qualità dei paesi esteri. Sarebbe altresì utile, attraverso Rural4Università, avere l'opportunità di conoscere le specificità territoriali di altri paesi e di porre l'accento sulle azioni poste in essere in materia di:

  • tutela della biodiversità vegetale e animale
  • sostenibilità ambientale
  • prassi volte a mitigare i cambiamenti climatici.
 

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Paola Lionetti

 
 
 

PianetaPSR numero 67 dicembre 2017