In Europa il biologico continua a crescere, ma il dinamismo mostrato dal settore non si riflette sul resto del comparto e sull'occupazione i cui livelli continuano a scendere in controtendenza rispetto ad altri settori.
I dati emergono dall'aggiornamento dei cosiddetti indicatori di contesto 2014-2020 PAC pubblicati nelle scorse settimane.
Le aree dedicate alle coltivazioni biologiche in Europa sono aumentate del 30% tra il 2010 e il 2016 raggiungendo I 12 milioni di ettari (6,7% dei terreni agricoli nel continente) e con una crescita del 4,4% annuo. A sostenere questa tendenza, in particolare sono stati Bulgaria, Croazia, Francia e Cipro mentre la gran Bretagna è stato l'unico Paese che nello stesso periodo ha registrato un vero e proprio crollo facendo segnare un meno 30%.
La nazione con una maggiore estensione di terreni dedicati alle coltivazioni biologiche è la Spagna, che supera i due milioni di ettari, seguita dall'Italia che si attesta sugli 1,8 mln di ha.
I dati fotografano un'Europa che sembra in uscita dalla crisi del 2008, con un aumento dell'occupazione generale nel 2016 di un punto percentuale rispetto all'anno precedente (66,6 rispetto al 65,6%), sia nelle aree urbane che in quelle rurali.
Il comparto agricolo mostra da questo punto di vista un andamento in controtendenza, registrando la Perdita di circa 300mila posti di lavoro tra il 2015 e il 2016. Diminuisce anche il "peso" che l'agricoltura ha nel livello occupazionale: nel 2015 il lavoro agricolo rappresentava il 4,2% del totale mentre nel 2016 è sceso al 3,9%. I Paesi in cui il settore svolge un ruolo prioritario nel determinare i livelli di occupazione sono Romania (22,5% degli occupati), Grecia (11,9%) e Polonia (10%).
Dopo aver mostrato segnali di recupero in seguito alla crisi, con un picco nel 2013, la redditività del lavoro agricolo è tornata a diminuire. Il reddito dei fattori agricoli (inteso come la remunerazione di tutti i fattori di produzione, basato sul valore della produzione meno i costi variabili il deprezzamento e le tasse sulla produzione, ai quali si aggiungono i sussidi), pur mostrando segnali positivi rispetto al 2015 e avvicinandosi ai 1345 miliardi di euro, segna un -6% rispetto al 2013 anno in cui si era raggiunto il massimo risultato dopo la crisi del 2008.
PianetaPSR numero 68 gennaio/febbraio 2018