Il 2018 rappresenta per l'Autorità di gestione dei PSR un momento chiave nella programmazione 2014-2020, è infatti il primo anno in cui scatta la regola del disimpegno automatico delle risorse. Per molti Programmi UE, infatti, l'annualità di impegno 2014 (da dover rendicontare e spendere entro il 31 dicembre 2017 in base alla regola dell'N+3") è stata riallocata in parte nell'anno di impegno 2015 e in parte nel 2016; per l'Italia questo ha significato trasferire circa 1.480 milioni di euro nei due anni successivi, incrementandone la dotazione finanziaria (vedi Regolamento delegato (UE) 791/2015 che modifica l'Allegato I del Reg. 1305/2013).
Pertanto, a conti fatti, il i PSR italiani devono portare a pagamento entro fine 2018 circa 434 milioni di euro di solo quota FEASR per tagliare il primo traguardo di spesa della programmazione ed evitare di dover restituire risorse a Bruxelles (pari a 835 milioni di euro di spesa pubblica complessiva).
A fine febbraio, per le cinque Regioni del Sud il rimanente da liquidare FEASR ammonta a 198 milioni di euro mentre sono soltanto 89,5 milioni di euro le risorse da spendere per le Regioni del Centro-Nord. Infine per i tre Programmi delle Regioni in transizione l'ammontare da liquidare è pari a 21 milioni di euro di risorse comunitarie.
Molto elevato risulta ancora l'importo da spendere per il PSR Campania e Puglia: sono infatti circa 102 i milioni di euro ancora da liquidare per il PSR Campania, che significa mantenere una media mensile di spesa di circa 10,2 milioni di euro, mentre il PSR Puglia ha ancora 72 mln di euro da liquidare entro fine anno.
Notizia positiva è che molte Regioni, nove, hanno già superato la soglia del disimpegno (>100%): stiamo parlando dei PSR di Umbria, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Trento e Bolzano, Sicilia e Calabria.
Molto vicini al traguardo di spesa sono altresì i PSR della Lombardia (93,4%) e del Molise (93%) e non desta preoccupazione neanche il PSR del Piemonte, con una percentuale rispetto all'obiettivo 2018 dell'86% con soli 12 mln di euro (FEASR) da spendere nei prossimi dieci mesi.
Ovviamente nel calcolo della rimanente quota da spendere e della capacità di spesa rispetto all'obiettivo di impegno per il 2018 sono stati presi in considerazione anche gli anticipi ricevuti ad inizio programmazione che ammontano al 3% dell'intero budget programmato nei sette anni per ciascun Programma. Anticipazioni che a fine programmazione dovranno trasformarsi in pagamenti effettivi verso i beneficiari, ma ai quali non seguirà alcun rimborso da parte della CE e quindi non produrranno alcun avanzamento della spesa in quanto già computati dalla Commissione ad inizio programmazione, al momento della loro erogazione.
Il livello di attuazione rispetto all'intero periodo si attesta a fine Febbraio a 14,94% con un incremento rispetto ad inizio anno dell'1,43%. Sopra la media europea - ad inizio dicembre circa del 22% - troviamo tre Programmi: le due Province autonome di Trento e Bolzano e il PSR Veneto, con un livello di attuazione rispettivamente del 30,15%, del 39,5% e del 30,15%. Livello di attuazione elevato e prossimo alla media UE anche per i PSR Sardegna (21,33%) ed Umbria (19,30%).
Dall'analisi mensile delle spese emerge tuttavia una situazione discordante: il mese di dicembre, che storicamente presenta un picco nella spesa, registra purtroppo una forte battuta di arresto, con soli 18,5 milioni di euro rendicontati a Bruxelles. Nel mese di gennaio la situazione, però, sembra recuperata con 82 mln di euro di quota FEASR pagata (pari a 160 mln di euro di spesa pubblica); un recupero che ha coinvolto sopratutto le Regioni del Centro-Sud con 36,4 mln di euro. Tuttavia ritardi nei pagamenti si registrano ancora in alcune Regioni del Centro-Nord e in transizione come il PSR Liguria, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta ed Abruzzo benché l'ammontare ancora da liquidare sia relativamente basso (16 - 19 mln di euro di quota FEASR).
Il "blocco" dei pagamenti nel mese di dicembre può essere ricondotto alle nuove disposizioni in materia di antimafia (emendamento al decreto legislativo n.148 del 16 ottobre 2017) che impongono agli Organismi Pagatori Regionali l'acquisizione della informativa e comunicazione dell'antimafia per le imprese beneficiarie di contributi comunitari. Il testo di legge (art. 1 legge di bilancio - comma 1142) è stato approvato in via definitiva il 23 dicembre 2017.
Più nel dettaglio le disposizioni precisano che l'obbligo riguarda tutte le imprese che percepiscono contributi comunitari superiori a 5 mila euro, ma tale obbligo - al fine di agevolare l'adeguamento alle nuove disposizione - resta sospeso per tutto il 2018 per le imprese che percepiscono contributi comunitari tra 5 mila euro e 25 mila euro.
Dal 2019 quindi saranno escluse dall'obbligo di acquisizione dell'antimafia soltanto le imprese con contributi PAC inferiori a 5 mila euro e ciò determinerà un notevole onere amministrativo che potrà avere anche ripercussioni sulla velocità di spesa dei PSR.
In sostanza la situazione di incertezza sull'evoluzione delle disposizioni di legge con la discussione sulla definizione delle soglie di esenzione ha determinato per tutto il mese di dicembre un rallentamento e in molti casi un blocco delle domande di pagamento.
Purtroppo la situazione di incertezza ha anche coinvolto il nuovo sistema informativo gestito da Agea, riguardante 13 PSR, che ha come obiettivo la completa informatizzazione delle procedure gestionali di presentazione, istruttoria e pagamento delle domande di aiuto. Le numerose difficoltà riscontrate nell'implementazione del sistema informativo sono legate soprattutto alla complessità della verifica e controllo delle misure e alla numerosità e complessità delle operazioni attivate nei PSR regionali.
Ciò ha determinato una difficoltà nello sviluppo informatico con conseguente rallentamento nei pagamenti ed accumulo di ritardi nella fase finale del pagamento. I ritardi hanno coinvolto sia le misure a superficie e a capo sia le misure strutturali, tuttavia, già a fine 2017, attraverso un dettagliato piano di azione AGEA e la ridefinizione degli algoritmi informatici, i ritardi accumulati delle annualità 2016 che 2017 sono stati sostanzialmente riassorbiti.
È necessario, quindi, un ulteriore sforzo da parte delle amministrazioni regionali nel chiudere le istruttorie sulle misure più importanti dei PSR con alto impatto sulla spesa ai fini del disimpegno e porsi obiettivi temporali ben precisi nella risoluzione dei problemi procedurali ancora presenti. La possibilità di evitare il disimpegno per tutti i PSR italiani sembra a portata di mano, visto che l'ammontare complessivo delle risorse ancora da liquidare per ciascun PSR non è esorbitante.
Luigi Ottaviani
l.ottaviani@politicheagricole.it
PianetaPSR numero 69 marzo 2018