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Foreste, approvato il nuovo Testo Unico. Una nuova sfida per il Ministero e le Regioni per costruire il futuro del settore

Il TUF disciplina il settore e abrogando il D.Lgs. 227/2001 "Orientamento e modernizzazione del settore forestale", aggiornando le disposizioni nazionali di indirizzo per le Regioni, e definisce l'indirizzo e il coordinamento unitario in materia di selvicoltura e filiere forestali per la conservazione, tutela e gestione attiva delle foreste e quali elementi fondamentali dello sviluppo socioeconomico locale.

Il tre aprile il Presidente della Repubblica ha approvato il nuovo Testo Unico in materia di Foreste e filiere forestali (TUF). Si tratta di un Decreto legislativo che disciplina il "settore forestale" e abrogando il D.Lgs. 227/2001 "Orientamento e modernizzazione del settore forestale", rappresentando la nuova Legge Quadro nazionale in materia. Il TUF aggiorna le disposizioni nazionali di indirizzo per le Regioni, dopo 17 anni di profondi cambiamenti economici, sociali e soprattutto normativi e istituzionali, definisce quindi l'indirizzo e il coordinamento unitario in materia di selvicoltura e filiere forestali per la conservazione, tutela e gestione attiva delle foreste e quali elementi fondamentali dello sviluppo socioeconomico locale.
Il D.Lgs. 227/2001, per molti versi innovativo e precursore, pur avendo anticipato la riforma costituzionale (Legge Cost. n. 3 del 2001) che attribuisce chiaramente alle Regioni la competenza esclusiva in materia di boschi per la sola funzione economico-produttiva, risultava sempre più inadeguato a garantire un efficace perseguimento degli impegni internazionali e degli obiettivi strategici europei.
Dal 2001 ad oggi infatti l'ordinamento nazionale ha recepito direttive europee, attuato numerosi regolamenti e sottoscritto altrettanti impegni internazionali in materia di clima, ambiente e biodiversità, paesaggio, economia e bioeconomia, energia, sviluppo socioeconomico locale, cooperazione e commercio e cultura. Tematiche che prevedo sempre un coinvolgimento del "settore forestale". Inoltre sempre più complesso è diventato il sistema istituzionale di ruoli e competenze, si sono accresciuti i limiti invalicabili posti dallo Stato alla tutela dell'ambiente e del paesaggio, e soprattutto sono cambiate le esigenze socioeconomiche del territorio e le necessità del "settore forestale". Al TFU si è giunti dopo un difficile processo partecipativo avviato dal MIPAAF nel 2013 tra tutti i soggetti istituzionali, pubblici e privati legati alla "materia foreste" e alle sue filiere (Tavolo filiera legno). Il processo ha previsto l'aggiornamento e adeguamento della normativa nazionale vigente, nel rispetto dei ruoli e delle competenze istituzionali, dei nuovi indirizzi europei e degli impegni internazionali. Obiettivo era il riconoscimento politico e sociale delle funzioni ambientali, economiche e socioculturali svolte dalle foreste e del ruolo della Gestione Forestale Sostenibile; intesa quale strumento di responsabile tutela attiva di territorio e paesaggio, conservazione degli ecosistemi e della diversità biologica, prevenzione dei processi di degrado da cause antropiche e naturali, salvaguardia della risorsa idrica, contenimento del cambiamento climatico e anche approvvigionamento delle filiere produttive nazionali e locali legate alla risorsa legno e quindi, sviluppo socioeconomico delle Aree interne del nostro Paese.
La prima proposta di articolato, presentata dal Tavolo nel 2015, ha costituito la base di partenza per il nuovo TUF incontrando da subito i limiti di concerto interministeriale e dei tempi e metodi di consultazione imposti dalla delega al Governo (Legge 28 luglio 2016, n. 154, Art. 5, c. 2 lett. h). Nella sua natura di norma settoriale, la proposta è stata quindi, integrata con le istanze del confronto pubblico promosso con il Forum Nazionale delle Foreste (2016-2017), pur non richiesto dalla delega. Dopo un lungo e difficile concerto tra il MIPAAF, il Ministero dell'ambiente (MATTM), della cultura e del paesaggio (MIBACT) e di economia e finanze (MEF), la proposta di decreto è stata approvata dal Consiglio dei Ministri ad inizio Dicembre 2017 ed è iniziata la consultazione istituzionale prevista dalla Legge delega, subendo nelle settimane successive ulteriori modifiche e compromessi tecnici e politici, fino ad arrivare alla firma del Presidente della Repubblica il 3 Aprile 2018.
I principi e le finalità del TUF rimangono quelli del D.Lgs. di settore (227/2001): migliorare il potenziale protettivo e produttivo delle risorse forestali del Paese e lo sviluppo delle filiere locali a esso collegate, valorizzando il ruolo fondamentale della selvicoltura e ponendo l'interesse pubblico come limite all'interesse privato.
Il nuovo TUF, aggiornando le disposizioni del D.Lgs. 227/2001, ribadisce come gli aspetti ambientali e di conservazione della biodiversità e del paesaggio, di competenza dello Stato (trattati rispettivamente dal Codice Ambientale - D.Lgs. n. 152/2006 - e dal Codice Urbani - D.Lgs. n. 42/2004), non possano per la natura settoriale della materia trattata e per quanto previsto dall'ordinamento costituzionale, essere previsti e modificati in un atto di indirizzo e coordinamento come questo, ma solamente essere recepiti nello sviluppo della selvicoltura e delle filiere forestali.
Coerentemente con la Strategia forestale europea, la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità, nel TUF si pone particolare attenzione alla "gestione attiva" e razionale del patrimonio forestale, intesa come Gestione Forestale Sostenibile nella sua attuazione e come assunzione di responsabilità in contrasto all'abbandono colturale e al disinteresse culturale da parte dei proprietari (pubblici e privati). Questo concetto introdotto nel corpus normativo nazionale già dal Programma Quadro del Settore Forestale (2008) e recepito dalle legislazioni e programmazioni regionali, in armonia con il dettato europeo e internazionale (Forest Europe), ispira tutta la parte più gestionale del testo, che naturalmente non può che tratteggiare indirizzi minimi comuni per una materia di competenza esclusiva delle Regioni.
Il TUF, frutto di un lungo processo consultivo e di difficili compromessi dovuti alla sua natura multifunzionale e multilivello, riorganizza i concetti di programmazione, formalizzando l'obbligo di definizione della Strategia forestale nazionale e di pianificazione della gestione, esaltando il concetto di responsabilità pubblica e privata nella tutela, conservazione e valorizzazione del bosco. Maggiore attenzione rispetto al 227 viene data alle competenze e professionalità di chi opera in bosco, alla certificazione di prodotto e processo, alla valorizzazione dei prodotti legnosi e non legnosi e alla fornitura di servizi ecosistemici generati da impegni silvoambientali e interventi aggiuntivi di gestione sostenibile.
Per la sua delicata natura e per i molteplici interessi che rappresenta, il TUF prevede la definizione di specifici Decreti attuativi attraverso un processo di consultazione interistituzionale. Si apre, quindi, una nuova fase per il settore forestale e per le materie forestali, di sviluppo sostenibile, bioeconomia, conservazione e adattamento al cambiamento climatico.
Una importante fase che vedrà il Mnistero e le Regioni impegnati a costruire un quadro normativo moderno ed efficace anche per una migliore attuazione delle misure forestale dello sviluppo rurale e in prospettiva per il prossimo periodo di programmazione dove la materia forestale resterà trasversale al perseguimento di molteplici obiettivi in tema di ambiente, clima e sviluppo socioeconomico.

 
 

Raoul Romano
CREA, Centro Politiche e Bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 70 aprile 2018