La Rete Rurale Nazionale, in collaborazione con il Centro Studi di Sviluppo Rurale ed il Corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo, del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria, affronta in questo numero un tema di grande importanza ed attualità, quale quello della presenza dei migranti stranieri nelle aree rurali.
Le aree rurali, a livello nazionale ed europeo, sono attraversate da nuove dinamiche di cambiamento, in virtù di processi migratori dalle caratteristiche nuove e differenziate. Le presenze straniere, diverse per nazionalità e status (migranti con permesso per motivi economici, o umanitari, regolari o irregolari, europei e non), sono in crescita e sollecitano un particolare interesse, da parte di studiosi e decisori politici, e stimolano riflessioni e azioni, in virtù delle problematiche ma anche delle opportunità che ne derivano.
Ci si interroga, in questo numero, sui percorsi da intraprendere per favorire lo sviluppo agricolo e territoriale, soprattutto nelle aree interne, e far fronte ai processi migratori, costruendo un rapporto di integrazione e nuovi equilibri. Pur non dimenticando le criticità, tra le quali la scarsa conoscenza e una informazione causa di reazioni rabbiose e diffidenza, questo numero della rivista vuole arricchire la base informativa e far emergere le opportunità che caratterizzano la tematica affrontata, ribaltando il sentire comune, tanto a livello sociale quanto nel dibattito pubblico, a livello politico e istituzionale.
Il numero racconta così esperienze interessanti, costruite dal basso, poco conosciute, spesso poco visibili dalle politiche e che sfuggono alle statistiche, ma dotate di potenzialità, storie di progetti che funzionano e di integrazione compiuta. L'intento è quello di contribuire al dibattito pubblico circa le condizioni necessarie per un rilancio delle aree rurali italiane. Gli articoli proposti affrontano il ruolo delle nuove forme di agricoltura, ai fini dell'inclusione sociale dei migranti, e il lavoro in agricoltura, ma anche le problematiche derivanti dallo spopolamento e dalla carenza dei servizi di base delle aree interne. Emerge che le aree rurali offrono specifiche e rinnovate opportunità sia in termini di occasioni di lavoro che di servizi e di residenzialità. Gli immigrati rappresentano una risorsa importante per far fronte ai processi di spopolamento e invecchiamento della popolazione, per rispondere alla domanda di lavoro e alle pratiche di sfruttamento, assicurare la tenuta dei servizi di base e, più in generale, rivitalizzare le aree interne e periferiche.
Di fatto, emergono metodi e strumenti, modi di stare insieme e approcci culturali diversi ed alternativi che possono essere ricondotti ad alcuni aspetti fondamentali:
Giuseppe Gaudio e Milena Verrascina
CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia
Alessandra Corrado
Università della Calabria - Centro Studi per lo Sviluppo Rurale - DISPeS