Si è tenuto a Nocera Umbra, il 7 maggio scorso, un laboratorio di co-progettazione del Biodiversity Barcamp, terzo evento di avvicinamento al XII convegno "Biodiversità, Ambienti, Salute" che si terrà a Teramo dal 13 al 15 giugno 2018.
La giornata è stata strutturata su tre tavoli di confronto, che hanno affrontato in modo partecipato ed attivo le tre tematiche proposte:
Alla apertura dei lavori è stata evidenziata l'importanza che un territorio come quello appenninico montano, corrispondente in gran parte a quanto individuato nella Strategia Aree Interne, possiede per il rilancio di città "capitali della salute e dell'ambiente sano" per la promozione del benessere.
Significativa in tal senso è stata la location: la sala nobile del seminario vescovile, la sala conferenze del Museo Archeologico, e la sala consiliare, tutte ristrutturate dopo il sisma del 1997, dando un forte segnale di ripresa nel rilancio di tematiche ambientali, in un contesto economico in difficoltà.
La discussione dei tre tavoli è stata preceduta da un'attività di brainstorming finalizzata all'inquadramento generale della tematica e all'individuazione delle principali sfide per il mondo della ricerca.
Al primo tavolo hanno partecipato esperti in materia forestale, in materie medico-sanitarie e nei servizi di monitoraggio, oltre ai rappresentanti istituzionali.
La correlazione tra aree naturali e benessere umano è ampiamente dimostrata dai numerosi servizi ecosistemici offerti. Ad esempio, effetti positivi sulla salute sono la riduzione della depressione clinica di oltre il 30% per passeggiate svolte nella natura rispetto alle attività fisiche indoor; il ritardo fino a cinque anni nell'insorgenza media dei problemi di salute derivante da un aumento del 10% degli spazi verdi in città; la riduzione dell'11-19% di obesità e videodipendenze nei bambini che hanno un buon accesso agli spazi verdi. Inoltre il verde ha una azione filtro di fattori inquinanti: in Italia i boschi assorbono ogni anno circa 70 milioni di tonnellate di anidride carbonica e ne restituiscono all'atmosfera oltre 45 milioni di ossigeno. Ogni singolo albero in ambiente urbano e periurbano, inoltre, ha una capacità di rinfrescare l'ambiente pari a quella di cinque climatizzatori.
A partire da questo macro scenario, sono state individuate due principali sfide sulle quali sviluppare il dibattito: l'ampliamento degli spazi verdi per cittadino "da metri quadri a ettari" e la pianificazione degli stessi, sia in ambito naturale (Aree Natura2000) che agrosilvopastorale (con misure PSR dedicate agli spazi salutari) in funzione del loro effetto sul benessere umano.
Al secondo tavolo erano presenti esperti nel settore delle biopolitiche, rappresentanti istituzionali e locali.
È stato evidenziato che le politiche e gli strumenti di pianificazione e gestione in tema di biodiversità ed emergenze ambientali, dal Piano di Sviluppo Rurale ai Piani delle aree Natura 2000, incontrano nella loro attuazione difficoltà amministrative che ne rallentano e in alcuni casi limitano l'efficacia con il rischio di non garantire il perseguimento degli impegni operativi e degli obiettivi di conservazione sottoscritti.
Il tavolo, inizialmente, ha individuato 2 sfide sulle quali confrontarsi:
In sintesi, il Tavolo ha individuato una soluzione efficiente nell'aumentare la sinergia tra enti pubblici, privati e i singoli cittadini, ponendo particolare attenzione ai processi di governance istituzionale, orientati al coinvolgimento di portatori di interesse di ogni tipologia nell'individuazione di obiettivi semplici e quantificabili con chiari e completabili indicatori di risultato.
Al terzo tavolo sono intervenuti esperti nel settore della ricerca, della sanità, della certificazione forestale e della progettazione verde. Considerando che un numero elevato (oggi il 50% della popolazione mondiale e nel 2050 il 75% stimato) di esseri umani può beneficiare della biodiversità che esiste in ambito urbano è prioritario tutelarla e salvaguardarla considerandone anche le problematiche di gestione e rischio derivanti da tali interazioni (polline/inquinante).
In questo scenario i partecipanti al tavolo hanno individuato due principali sfide, collegate a differenti criticità: la conoscenza della dimensione di biodiversità in città e la connettività tra le isole verdi e il tessuto urbano in cui si inseriscono.
In conclusione, la miglior modalità per valorizzare le soluzioni individuate e massimizzare i benefici della tutela della biodiversità urbana, sembra esser ricondotto all'adozione di un modello di contabilità urbana con analisi costi-benefici in riferimento agli effetti sulla salute umana.
La tavola rotonda conclusiva ha visto interventi, volti ad evidenziare le possibilità per dare valore economico a questa sfida, con particolare riferimento alla necessità di inserire informazioni obbligatorie auto e sinecologiche in relazione al rischio salute nella commercializzazione di materiale vivaistico, con le conclusioni di Marco Marchetti, presidente SISEF e membro del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, che ha presentato la strategia per il verde urbano di prossima pubblicazione.
Sono emerse da parte del Gal Valle Umbra e Sibillini possibilità concrete di linee di finanziamento, come anche, dal confronto con il MATTM e il MIPAAF, la possibilità di proporre in ambito appenninico strategie già attivate nell'arco alpino. Una possibilità concreta sarà lo sviluppo di un progetto LIFE Ambiente (Governance) coordinato dal CREA.
Francesca Marinangeli
CREA, Centro di Ricerca Politiche e Bio-economia
francesca.marinangeli@crea.gov.it
PianetaPSR numero 71 maggio 2018