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Paesaggi rurali

Paesaggi rurali, la Toscana in "pole"

A Firenze un workshop di approfondimento sui tre Paesaggi della regione iscritti nel Registro nazionale dei paesaggi rurali. La Toscana è la prima regione in Italia per numero di Paesaggi e pratiche tradizioni iscritti.

A Firenze un workshop di approfondimento sui tre Paesaggi della regione iscritti nel Registro nazionale dei paesaggi rurali. La Toscana è la prima regione in Italia per numero di Paesaggi e pratiche tradizioni iscritti, ma soprattutto di schede per segnalazione pervenute, a cui l'Osservatorio ha dato parere favorevole alla predisposizione del dossier definitivo.
A Firenze il 28 maggio scorso si è tenuto un  workshop di approfondimento sull'esperienza dell'Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito nel 2012 dal Ministero delle Politiche Agricole.
Il seminario era rivolto principalmente ai Comuni con particolare attitudine alla tutela e valorizzazione del Paesaggio rurale, ma anche agli enti Parco, alle comunità di animazione e/o tutela del territorio (GAL, associazioni pubblico-private, consorzi di tutela), nonché ai funzionari regionali che si occupano della tematica Ambiente, Pianificazione agricolo-territoriale, biodiversità, reti ecologiche.
Come già segnalato, la Toscana è ad oggi la regione italiana con il maggior numero di paesaggi e pratiche tradizionali riconosciute nell'apposito Registro e si è dotata di un Osservatorio regionale. Sono infatti tre i paesaggi rurali toscani che, grazie anche ad interventi finanziati dai PSR (vedi box2), hanno già ottenuto l'iscrizione: Moscheta, Lamole e Trequanda; tra le oltre cento candidature in esame la Toscana è inoltre una delle regioni più rappresentate.

Nel corso dell'evento la Regione Toscana ha voluto premiare con la medaglia Pegaso Paolo Socci, imprenditore agricolo di Greve in Chianti, che con il suo lavoro di recupero dei terrazzamenti collinari, dismessi negli anni 70/80 nell'area viticola chiantigiana di Lamole (FI) ha permesso al Paesaggio rurale Lamole - Greve in Chianti di ottenere l'iscrizione al Registro nazionale.  Questo territorio si trova a 600 metri di altezza, abbarbicato sulle falde del S. Michele Lamole e offre un tessuto di lingue di terra ordinate in terrazzi sorretti e delimitati da muretti a secco. La piccola civiltà enoica di Lamole fino agli anni '60 ha percorso con continuità la sua strada ed il vino che qui si produceva era apprezzato già dal Magnifico Lorenzo, tanto che ad inizio '800 il Repetti geografo e georgofilo scriveva del "Buon vino di Lamole cotanto lodato". Lo spopolamento del territorio e l'omologazione delle tecniche agricole hanno rischiato negli anni successivi di cancellare questo patrimonio storico e culturale del Chianti che, invece, grazie al lavoro di Socci si è conservato.
Ad aprire i lavori è stato l'assessore regionale all'Urbanistica Vincenzo Ceccarelli che ha sottolineato come, anche durante gli anni più complessi della crisi, la Toscana abbia risposto meglio alle difficoltà vissute da tutto il settore.
Il Presidente dell'Osservatorio, prof. Mauro Agnoletti, ha poi spiegato le funzioni e la finalità dell'Osservatorio.

L'osservatorio istituito con DM n.17070/2012 ha dei compiti specifici

1)    Censire i paesaggi, le patiche agricole e le conoscenze tradizionali in agricoltura, mantenendone per quanto possibile l'integrità della tradizione;
2)    Promuovere la ricerca per enfatizzare la connessione con i paesaggi rurali con la salvaguardia, la gestione e la pianificazione per preservarne la diversità bio-culturale;
3)    Seleziona dal Registro le candidature di paesaggi rurali per l'iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO nonché le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali da candidare nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell'UNESCO.

Per raggiungere almeno parzialmente gli obiettivi derivanti dall'istituzione dell'osservatorio, il Mipaaf si è dotato del "Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali".
A oggi i paesaggi e le pratiche agricole tradizionali  iscritte sono 12 ma le candidature in esame sono oltre 100.
Il Ministero, ha spiegato il Direttore generale dello Sviluppo rurale Emilio Gatto, ha il compito di identificare e catalogare nel Registro "i paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, le pratiche e le conoscenze tradizionali correlate", definendo la loro significatività, integrità e vulnerabilità, tenendo conto sia di valutazioni scientifiche, sia dei valori che sono loro attribuiti dalle comunità, dai soggetti e dalle popolazioni interessate.

A seguito dell'iter di verifica dei requisiti di ammissibilità espletato dall'ONPR, con decreto a firma del Ministro, contenente la menzione che esplicita i motivi del riconoscimento, i candidati sono iscritti nel Registro i paesaggi rurali le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali.
Gatto ha poi aggiunto che si sta pianificando la realizzazione di un marchio per garantire un supporto all'individuazione di strumenti che favoriscano anche uno sviluppo turistico legato alla visibilità garantita dall'importanza che questi paesaggi storici acquisiscono al momento dell'iscrizione all' ONPR.
Nella sessione pomeridiana la dott.ssa Francesca Neonato, Delegato Nazionale AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) per il programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems ) della FAO ha presentato la propria associazione che, riunisce oggi più di 700 tra progettisti, accademici, ricercatori e studenti e si propone di promuovere la formazione, le attività scientifico-culturali, di informazione, di aggiornamento professionale e di ricerca nel campo dell'architettura del paesaggio.
Neonato ha poi illustrato il progetto elaborato in ambito  GIAHS che prevede l'impegno dell'associazione nella diffusione della conoscenza del medesimo programma  GIAHS sul territorio italiano ed europeo, nel coinvolgimento di soci all'interno di processi di iscrizione sia al Registro nazionale dei paesaggi rurali storici del Mipaaf, che nella fase successiva nel riconoscimento dei siti nel programma mondiale  GIAHS e nell'individuare, attraverso la rete dei soci AIAPP, siti potenziali e casi pilota con una "call".
Il prof. Tiziano TEMPESTA del Dipartimento TESAF - Università di Padova, componente accademico dell'ONPR, ha presentato un approfondimento sul ruolo economico dei paesaggi rurali storici.
I sistemi agricoli tradizionali si caratterizzano per un ridotto input energetico esterno e per un limitato impiego di prodotti chimici di sintesi e sono sistemi produttivi fortemente integrati con l'ambiente da cui deriva la loro notevole differenziazione e specificità.
Tempesta ha evidenziato i punti di forza e di debolezza dei sistemi agricoli tradizionali:

  • Ridotto impatto ambientale e maggiore biodiversità
  • Conservazione dei paesaggi storici e del patrimonio culturale
  • Elementi di debolezza dei sistemi agricoli tradizionali
  • Bassa produttività del suolo (ridotta produzione di biomassa per unità di superficie)
  • Elevato impiego di lavoro per unità di superficie e unità di prodotto Bassa redditività del lavoro
 
 
 
 

PianetaPSR numero 72 giugno 2018