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Piemonte

Agroalimentare 4.0 - l'innovazione e la competitività dell'agroalimentare cuneese

Un ricerca del CREA individua peculiarità, criticità e prospettive di sviluppo per l'agricoltura del territorio cuneese nell'ottica dell'innovazione

L'innovazione nelle politiche dell'Unione Europea (UE) ha, nel tempo, assunto una notevole rilevanza, soprattutto per l'obiettivo che si prefigge, cioè di non separare la sua componente scientifica (legata alla ricerca) da quella più propriamente tecnologica (e quindi più vicina alle imprese); una separazione tipica del cosiddetto "modello lineare di innovazione" (CERIS, 2010). Peraltro, questi approcci lineari, caratterizzati da relazioni dirette che hanno origine dalla ricerca e si concretizzano in un'applicazione commerciale, sono stati ormai superati da modelli interattivi dell'innovazione che si concentrano sulla formazione di partnership guidate dalla domanda e che utilizzano un approccio bottom-up capace di mettere in relazione soggetti diversi (agricoltori, consulenti, ricercatori, imprese, ecc.) (Poppe, 2014). La Commissione europea ha introdotto, nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale, i Partenariati europei per l'innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura (PEI-AGRI)  e, quindi, interventi che promuovono un nuovo approccio interattivo all'innovazione.
Secondo le politiche di sviluppo rurale relative all'attuale programmazione, infatti, l'innovazione è una nuova idea realizzata con successo per la competitività e la redditività del sistema agroalimentare.
Le sfide lanciate dalle politiche europee in merito alla crescita "intelligente", basata sulla competitività indotta dalla conoscenza, "sostenibile" riguardo al rispetto dell'ambiente, e "inclusiva" relativamente alla capacità di favorire l'occupazione e la coesione sociale (Zanni, 2012), rendono necessari continui adeguamenti e innovazioni di prodotto e di processo.
Il territorio piemontese, ed in particolare la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo (Fondazione CRC), si è interrogata su come il sistema agroalimentare cuneese possa rispondere alle sfide attuali in termini di innovazione e in che modo sia possibile diffonderla. Per questi motivi la Fondazione CRC ha affidato al CREA - Politiche e Bioeconomia (CREA- PB)  una ricerca socio-economica del comparto agroalimentare cuneese nell'ambito degli obiettivi della politica europea, nazionale e regionale relativa all'innovazione, per individuarne le peculiarità e le prospettive di sviluppo.
Le attività di ricerca si sono concentrate sull'analisi dell'innovazione delle quattro principali filiere presenti nell'agroalimentare cuneese: filiera bovina da carne e lattiero casearia, ortofrutticola e vitivinicola, cioè quei comparti che hanno un maggior numero di aziende presenti sul territorio provinciale. Le fasi della ricerca, dapprima documentale e poi di tipo qualitativo (questionari, indagine diretta e focus group), hanno fornito una fotografia del sistema agroalimentare della provincia di Cuneo definendone il suo legame con l'innovazione. In particolare, l'analisi ha permesso, in primis, di individuare un gruppo di testimoni privilegiati con cui è stato definito un quadro il più completo possibile delle innovazioni attive sul territorio provinciale (Fondazione CRC, 2018); secondariamente, l'indagine diretta, realizzata in tre momenti successivi - i) individuazione e classificazione dei fabbisogni di innovazione; ii) mappatura della diffusione dell'innovazione e iii) approfondimento degli aspetti legati alla fase di trasformazione della filiera frutticola - ha avuto l'obiettivo di analizzare i fabbisogni di innovazione a partire dalle criticità individuate nelle principali filiere agroalimentari provinciali.

 

Testimoni privilegiati per filiera produttiva

Stakeholder map

Nell'ambito del lavoro di analisi sono state, dunque, realizzate 35 interviste in profondità che hanno coinvolto i diversi stakeholder (imprese agricole, cooperative, aziende di trasformazione e/o commercializzazione e i soggetti appartenenti al mondo della ricerca e a quello istituzionale), che sono stati anche messi a confronto (nell'ambito di due focus group ) per far emergere da un lato le principali esigenze della ricerca e dall'altro per definire alcune indicazioni di policy e di intervento utili ad affrontare le criticità del sistema oggetto di studio in chiave di innovazione.
Dalla ricerca è emerso che il sistema agroalimentare cuneese è molto avanzato, così come è chiara la presenza di una filiera produttiva e diversificata, caratterizzata da un sistema agricolo che coinvolge i differenti settori produttivi, tra cui spiccano quelli ortofrutticolo, zootecnico da carne e da latte, cerealicolo, vitivinicolo e apicolo, tendenzialmente con un buon rapporto tra produzione agricola e territorio e una fase di trasformazione differentemente sviluppata (Fondazione CRC, 2018).

Il sistema agricolo della provincia di Cuneo

Fonte: Fondazione CRC, 2018

Tuttavia, il sistema agroalimentare della provincia di Cuneo risulta essere ancora poco innovativo, nel senso che sono pochi gli imprenditori disposti a rischiare e a introdurre innovazioni, e, quindi, può diventare elevato il pericolo di non riuscire a stare al passo con le richieste che derivano dai mercati.
Lo studio, ha evidenziato, oltre alle eccellenze del modello agroalimentare cuneese, anche le criticità e i fabbisogni di innovazione per rendere il sistema ancora più competitivo e innovativo. Infatti, la Fondazione CRC sulla base dei risultati emersi ha individuato gli assi di intervento e le iniziative finanziate dal programma Agroalimentare 4.0  che rispondono alle esigenze di innovazione.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su di un quaderno della Fondazione e sono stati presentati il 1° ottobre all'Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo nell'ambito dell'evento "Agroalimentare 4.0 - Le sfide dell'innovazione e della competitività di uno dei settori strategici per la provincia di Cuneo e per l'Italia ."

 
 

[1]Iniziativa faro Europa 2020 del 2010.
[2]È opportuno sottolineare che i riferimenti normativi per le politiche di innovazione sono articolati nei diversi livelli di governance europea, nazionale e regionale (es. Horizon 2020, Accordo di partenariato, Piano nazionale della ricerca, PSR, ecc.)
[3]Nel 2005 l'OCSE ha definito l'innovazione come "l'implementazione di un prodotto o di un processo nuovo, o considerevolmente migliorato, di un nuovo metodo di marketing, o di un nuovo metodo organizzativo con riferimento alle pratiche imprenditoriali, al luogo di lavoro e alle relazioni esterne".
[4]Il gruppo di lavoro del CREA-PB: Patrizia Borsotto (responsabile del progetto), Ilaria Borri, Valentina Carta, Simona Cristiano, Rita Iacono, Patrizia Proietti, Stefano Trione, Anna Vagnozzi.

 
 

Bibliografia

Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo (2018), Coltivare innovazione. Prospettive per l'agroalimentare in provincia di Cuneo. Quaderno n. 35, settembre 2018.
Poppe, K. (2014), Il ruolo del Pei nel collegare innovazione e ricerca nei sistemi della conoscenza e dell'innovazione in agricoltura. Agriregionieuropa n. 37, giugno 2014.
Zanni, G. (2012), Per una nuova strategia delle politiche dell'innovazione in agricoltura. Agriregionieuropa n. 28, marzo 2012.
Consiglio Nazionale per le ricerche - CERIS (2010), La politica per l'innovazione nell'unione europea. Versione dicembre 2010.

 
 

PianetaPSR numero 76 novembre 2018