Home > Primo piano - Una Pac ambiziosa, targata "Europa 2020"
Negoziato UE

Una Pac ambiziosa, targata "Europa 2020"

I documenti sulle prospettive finanziarie delineano gli orientamenti della riforma: dal Quadro strategico comune al contratto di partnership tante le novità per lo Sviluppo rurale
 
Vignetta

Lo scorso 29 giugno la Commissione ha pubblicato la proposta relativa al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, il cui filo conduttore è l'attuazione della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva., Il budget complessivo, proposto dalla Commissione per il raggiungimento di questi obiettivi è di 1.025 miliardi di euro pari all'1,05% del RNL dell'UE.

Nell'ottica di ammodernare la struttura del bilancio comunitario e di risolvere il problema degli Stati membri "contribuenti netti", cioè di quegli Stati il cui contributo al bilancio comunitario risulta superiore alle risorse comunitarie che ritornano sul territorio nazionale, la Commissione propone di ridurre i contributi diretti a carico dei bilanci degli Stati membri e di introdurre un nuovo sistema di risorse proprie basato su una tassa sulle transazioni finanziarie e una nuova risorsa IVA.

La  PAC 2014-2020 . Quali novità? 

Gli obiettivi e le risorse finanziarie
Anche la PAC sarà chiamata a contribuire agli obiettivi di Europa 2020: oltre che assicurare livelli stabili di reddito per gli agricoltori europei e un adeguato standard di vita alle comunità agricole, il budget agricolo sarà utilizzato per aumentare la produttività, stabilizzare i mercati, assicurare che i prodotti raggiungano il consumatore a prezzi ragionevoli; inoltre dovrà supportare lo sviluppo territoriale contribuendo alla gestione sostenibile delle risorse naturali e alla lotta al cambiamento climatico.
A  fronte, dunque, di un aumento di obiettivi da raggiungere, la nuova fiche finanziaria risulta ridotta rispetto ai 413 miliardi dell'attuale programmazione 2007-2013, ammontando soltanto a 382,9 miliardi (prezzi costanti 2011), cui corrisponde un'incidenza della spesa agricola sul bilancio comunitario pari al 36%, a fronte del 39,4% stimato nel periodo 2007-2013.
Di tale importo le spese riferite ai pagamenti diretti Pac e alle misure di mercato (I° pilastro) ammontano a 281,8 miliardi di euro, mentre per lo Sviluppo rurale il budget proposto è pari a 89,9 miliardi di euro contro i 96 miliardi dell'attuale programmazione. Il quadro finanziario per l'agricoltura è completato da una griglia di misure trasversali: ricerca e innovazione (4,5 miliardi), sicurezza alimentare (2,2), riserva per  far fronte a situazioni di crisi (3,5), aiuti agli indigenti (2,5), fondo per la globalizzazione (2,5). Da segnalare ,infine , 6,6 miliardi di euro previsti per la politica della pesca.

L'Architettura
Viene confermata fondamentalmente l'architettura e la connotazione della Pac, basata sui due pilastri: il primo pilastro più verde e più equamente distribuito; il secondo, più focalizzato sulla competitività e l'innovazione, i cambiamenti climatici e l'ambiente.
Per consentire alla PAC di risolvere le problematiche connesse alle specificità economiche, sociali, ambientali e geografiche dell'agricoltura europea nel ventunesimo secolo e di contribuire efficacemente agli obiettivi di Europa 2020, la Commissione propone tuttavia la flessibilità fra i due pilastri.

I pilastro
Il primo pilastro continuerà a fornire aiuto diretto agli agricoltori e a sostenere le misure di mercato. La Commissione propone un sistema di "convergenza" volto a ridurre le disparità tra gli Stati membri e a promuovere una distribuzione più equa del sostegno finanziario. Tutti gli Stati membri con un livello di pagamenti diretti inferiore al 90% della media 'UE-27, colmeranno, entro un dato periodo, un terzo del divario esistente tra il loro attuale livello e il 90% della media UE dei pagamenti diretti.
In futuro il 30% dei pagamenti diretti sarà subordinato al rispetto di una serie di pratiche ecologicamente corrette, che andranno al di là della condizionalità.
Per garantire l'uso efficiente delle risorse della PAC, la possibilità di beneficiare del sostegno diretto sarà riservata agli agricoltori attivi.
La Commissione propone di introdurre, in modo moderato e progressivo, un massimale dei livelli di sostegno diretto al reddito per le aziende più grandi.
Per i piccoli agricoltori è previsto un meccanismo di assegnazione semplificato al fine di ridurre sostanzialmente gli oneri amministrativi tanto per gli Stati membri quanto per gli agricoltori stessi.
Nel pacchetto sul futuro quadro finanziario si propone di ristrutturare le misure di mercato che attualmente sono raggruppate nel primo pilastro, per creare e ampliare due strumenti al di fuori del quadro finanziario pluriennale. Sarà creato un meccanismo di emergenza che, in reazione alle situazioni di crisi (che potrebbero risultare da un problema di sicurezza alimentare o da improvvise evoluzioni dei mercati), fornisca aiuto immediato agli agricoltori tramite un iter accelerato. La procedura di mobilitazione di questo fondo sarà la stessa utilizzata per la mobilitazione della riserva per aiuti d'urgenza.
Il campo di intervento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione destinato a fornire un sostegno transitorio sarà esteso agli agricoltori per facilitare il loro adattamento a una nuova situazione di mercato derivante da effetti indiretti della globalizzazione.

II pilastro
Anche l'assegnazione degli aiuti per lo Sviluppo rurale verrà modernizzata, con quote determinate sulla base di una serie di criteri territoriali ed economici obiettivi, che rispecchino i futuri obiettivi strategici in materia economica, sociale, ambientale e territoriale.
Il secondo pilastro della PAC continuerà a fornire beni pubblici ambientali specifici, a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale e a promuovere la diversificazione dell'attività economica e della qualità della vita nelle zone rurali.
Gli Stati membri disporranno di una certa flessibilità nell'elaborazione delle misure, sulla base di esigenze nazionali e regionali specifiche, ma tenendo conto delle priorità dell'UE. A tale proposito occorrerà aspettare la bozza di regolamento sullo Sviluppo rurale per capire se sarà mantenuta l'attuale ripartizione per assi o se nell'ottica di una maggiore flessibilità, l'architettura attuale sarà modificata.
La Commissione propone di raggruppare il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca in un Quadro strategico comune, che dovrebbe sostituire gli attuali Orientamenti Strategici.
Al fine di massimizzare le sinergie fra la politica di Sviluppo rurale e gli altri fondi per lo sviluppo territoriale dell'UE, il Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale (FEASR) sarà integrato nei contratti di partenariato tra la Commissione e ciascuno Stato membro.
I contratti di partenariato tra la Commissione e ciascuno Stato membro definiranno gli impegni tra i partner a livello nazionale e regionale e la Commissione. Essi saranno collegati agli obiettivi della strategia Europa 2020 e ai programmi nazionali di riforma. Questi contratti definiranno una strategia integrata per lo sviluppo territoriale sostenuta da tutti i Fondi dell'UE e comprenderanno obiettivi basati su indicatori concordati, investimenti strategici e una serie di condizioni. Essi conterranno impegni a dare annualmente conto dei progressi nelle relazioni annuali sulla politica di coesione e in altre relazioni pubbliche.
All'interno dell'attuale ripartizione delle Regioni in obiettivo Competitività e Convergenza sarà introdotta una nuova categoria di regione, le "regioni in transizione", che sostituirà l'attuale sistema di phasing-out e phasing-in. Questa categoria comprenderà tutte le regioni con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media dell'UE-27.
In futuro gli Stati membri saranno incoraggiati ad utilizzare programmi multifondo con processi comuni per la preparazione, negoziazione, gestione e attuazione, in particolare quando è maggiore la necessità di un miglior coordinamento del capitale umano e degli investimenti infrastrutturali.
Si ipotizza all'interno della politica di coesione la costituzione di un "fondo leader", collegato al settore o ai settori del programma. Gli interventi del fondo leader saranno integrati dagli interventi degli altri fondi strutturali, così da assicurare un sostegno coerente a tutti i diversi obiettivi tematici nel quadro della politica di coesione.
Saranno introdotte nuove disposizioni per garantire che i finanziamenti dell'UE siano incentrati sui risultati e creino forti incentivi affinché gli Stati membri garantiscano l'effettivo raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020.
La condizionalità assumerà la forma di condizioni "ex ante", che devono essere in vigore prima dell'erogazione dei fondi, e condizioni "ex post" che vincoleranno l'erogazione di fondi supplementari al conseguimento di risultati prestabiliti. A tal fine, sarà specificata una serie di traguardi e indicatori chiari e i progressi saranno monitorati rigorosamente mediante relazioni annuali. La mancanza di progressi darà luogo alla sospensione o all'annullamento dei finanziamenti.
Al fine di concentrarsi maggiormente sui risultati e sulla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020, il 5% del bilancio per la coesione sarà accantonato e assegnato, nell'ambito del riesame intermedio, agli Stati membri e alle Regioni i cui programmi hanno raggiunto i traguardi fissati per quanto riguarda la realizzazione degli obiettivi del programma collegati agli obiettivi della strategia Europa 2020. Nella proposta comunitaria non si fa esplicito riferimento ai fondi FEASR ma è possibile ipotizzare che un meccanismo analogo venga elaborato anche per lo sviluppo rurale.

Principali impatti delle altre politiche sullo sviluppo rurale


Clima e ambiente: L'integrazione della tematica ambientale nelle altre politiche settoriali sarà accompagnata da un esplicito obbligo trasversale di individuare gli ambiti in cui i programmi hanno stimolato l'azione per il clima o favorito l'efficienza energetica, in modo che l'UE sia in grado di quantificare chiaramente la parte della sua spesa che riguarda l'azione per il clima e per la tutela ambientale. La Commissione propone di stabilire parametri di riferimento chiari e norme precise relative al controllo e alla rendicontazione per tutti i pertinenti strumenti politici UE. Tale quadro dovrebbe essere semplice e pragmatico ed articolarsi lungo due direttrici: 1) procedure comuni relative alla tracciabilità delle spese in materia di clima; e 2) definizione di obiettivi per tutte le politiche con rilevanza climatica e monitoraggio dei risultati.
Le procedure che garantiscono la tracciabilità delle spese in materia di clima saranno integrate nell'attuale metodologia di misurazione dei risultati utilizzata per i programmi UE. Tutti gli strumenti utilizzati comprenderanno un obiettivo specifico legato al clima, accompagnato da un indicatore di risultato.
Tutte le spese saranno classificate in base all'appartenenza alle seguenti tre categorie: con esclusiva rilevanza climatica (100%); con significativa rilevanza climatica (40%) e senza rilevanza climatica (0%). Tale classificazione si basa su una metodologia OCSE ("marcatori di Rio"), ma non esclude il ricorso a metodologie più precise per i settori in cui queste sono disponibili.

Biodiversità. I "marcatori di Rio", stabiliti dall'OCSE e già utilizzati dalla Commissione per gli strumenti esterni, saranno integrati nella metodologia di misurazione dei risultati attualmente impiegata per i programmi UE. I marcatori contribuiranno inoltre a dimostrare i vantaggi accessori delle spese relative a tutela ambientale e clima e a evidenziare i benefici collaterali a livello di biodiversità ottenibili con i finanziamenti relativi al clima per quanto riguarda il programma REDD  (Riduzione delle emissioni originate dalla deforestazione e il degrado forestale).
Al fine di garantire il conseguimento di risultati, saranno stabiliti parametri di riferimento chiari e norme sul controllo e la rendicontazione applicabili a tutti gli strumenti UE pertinenti, accompagnate da opportuni indicatori.

Le politiche per l'innovazione. La politica di sviluppo rurale ha tra i suoi obiettivi la competitività e l'innovazione. Merita, quindi un'attenzione anche l'istituendo quadro strategico comune per la ricerca che delineerà gli obiettivi strategici di tutte le iniziative di finanziamento dell'UE a favore di ricerca e innovazione e che dovrà essere adeguatamente collegato con gli interventi previsti all'interno della PAC. C'è da aspettarsi che anche il FEASR dovrà in qualche modo finanziare l'innovazione poiché nella proposta della Commissione si prevede un importante sostegno per la ricerca e l'innovazione derivante dai fondi strutturali.

 


Graziella Romito