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E. Romagna

Emilia Romagna, una strategia regionale per lo sviluppo dell'apicoltura e difesa delle api italiane

Salvaguardare la biodiversità e favorire lo sviluppo del settore attraverso azioni combinate. Un'analisi della strategia regionale.

L'apicoltura riveste un ruolo importante nell'economia agricola dell'Emilia Romagna per numero di alveari e produzione di miele, nonché per l'impollinazione delle principali colture agrarie.
Secondo l'ultimo censimento dei dati dell'anagrafe apistica nazionale (BDA) nella regione operano circa 2.600 apicoltori, per un numero di alveari che annualmente si aggira attorno ai 107.853 (censimento apistico regionale Sisvet 2017). La produzione media di miele è stimata in circa 2.900 tonnellate/anno di miele e rappresenta circa il 10% della produzione Italiana. (fonte: Osservatorio Nazionale Miele).
Diversi sono i fondi messi a disposizione dalla Regione E-R per l'apicoltura regionale: dai fondi Europei previsti dall'Organizzazione comune di mercato, resi disponibili attraverso un programma regionale a cui possono accedere diversi enti ed istituti di ricerca, apicoltori e associazioni ed organizzazioni di apicoltori; alle misure attivate attraverso i Programmi di Sviluppo Rurale, che riguardano azioni a supporto degli apicoltori per la lotta agli aggressori e alle malattie dell'alveare, provvedimenti di sostegno a favore dei laboratori di analisi delle caratteristiche fisico-chimiche del miele e sostegno per il ripopolamento del patrimonio apistico, il tutto attraverso la stretta collaborazione con organismi specializzati per la realizzazione di programmi di ricerca.
La strategia regionale in campo apistico punta alla salvaguardia della biodiversità delle api, al fine di evitare lo spopolamento degli alveari e i casi di moria delle api con l'adozione di regole più severe sull'uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, l'impiego di sostanze di cui sia comprovata la non tossicità su api e insetti pronubi, fino all'adozione di adeguate misure di difesa igienico-sanitarie per proteggere gli alveari dagli effetti deleteri di malattie come la varroatosi.
Il progetto di legge "Norme per lo sviluppo, l'esercizio e la tutela dell'apicoltura in Emilia-Romagna" elaborato in stretta collaborazione tra gli assessorati all'Agricoltura e alla Sanità è frutto di un'ampia concertazione con il mondo produttivo e scientifico. Il progetto di legge, organizzato secondo un programma apistico poliennale, riconosce l'apicoltura come settore produttivo agricolo-zootecnico a tutti gli effetti, di elevato interesse per l'economia regionale, attribuendone anche la duplice valenza di conservazione dell'ambiente e di salvaguardia della biodiversità. Le nuove norme ridefiniscono inoltre le competenze nell'esercizio dell'attività di vigilanza e controllo, compreso il quadro sanzionatorio, oltre ad istituire il Tavolo apistico regionale, organo consultivo in cui siedono i rappresentanti di tutte le categorie interessate.
Inoltre, con i fondi previsti dall'Organizzazione comune di mercato la Regione finanzia, tra gli Istituti di ricerca o forme associate, il Centro di ricerca Agricoltura Ambiente del CREA con sede a Bologna che svolge da anni attività di ricerca, sperimentazione e divulgazione nella lotta alle malattie dell'alveare, nel miglioramento genetico e nella selezione delle api regine di razza Ligustica, nella qualificazione e valorizzazione delle produzioni, e l'Osservatorio nazionale miele di Castel S.Pietro Terme (Bo) che da anni svolge un importante ruolo anche a livello nazionale nella formazione, riqualificazione e aggiornamento degli operatori del settore nonché analisi, indagini e studi commerciali e di mercato ai fini della promozione e della tutela dei mieli di qualità, regionali e nazionali.

A livello nazionale troviamo il Piano apistico 2017-19, attraverso cui il Mipaaf ha disposto la ripartizione annuale delle somme assegnate per l'esecuzione del Sottoprogramma nazionale del Piano apistico con decreto n. 4279 del 31 luglio 2018. Al bando possono presentare domanda per l'attribuzione dei finanziamenti gli istituti di ricerca, gli enti e le forme associate che possono avvalersi dei propri Centri di referenza tecnica in possesso dei requisiti richiesti nel decreto, e che abbiano costituito nel sistema del Sian il proprio "fascicolo aziendale" attivo presso un Centro di assistenza agricola autorizzato. Il bando del Mipaaf destina circa 600 mila euro, e finanzia diverse misure che prevedono attività di formazione, aggiornamento e comunicazione nel settore apistico, indagini sul campo e analisi qualitative dei prodotti dell'apicoltura, ricerche finalizzate alla lotta alle malattie e agli aggressori dell'alveare, miglioramento della qualità dei prodotti per una loro migliore valorizzazione sul mercato

Le misure proposte si prefiggono di intervenire sulla valorizzazione, tutela e sviluppo dell'apicoltura. Tali iniziative di sostegno pubblico sono finalizzate, nel complesso, all'adeguamento ed al potenziamento delle strutture di produzione, alla promozione, alla valorizzazione delle produzioni sia dal punto di vista qualitativo che sanitario, e non ultima la formazione professionale ed all'assistenza tecnica che riveste un ruolo cruciale per il miglioramento continuo di questo settore.

 

Maria Valentina Lasorella



CREA PB
Cecilia Costa
CREA-AA (Apicoltura)
Marco Lodesani
CREA-AA (Apicoltura)

 

PianetaPSR numero 77 dicembre 2018