La presente indagine [1] va ad approfondire la propensione alla cooperazione e il grado di apertura internazionale di un'area rurale interna della Campania, ossia quella del Partenio e Valle Caudina, in cui ha operato e opera il Gruppo di Azione Locale "Partenio" (già costituito al tempo dell'Iniziativa Leader II 1994-99). Lo scopo è soprattutto quello di verificare se e quanto il ricorso alla cooperazione da parte del GAL fino alla fase 2007-13 abbia consentito agli attori del territorio di "crescere" e di sfruttarne le opportunità di sviluppo.
L'area di intervento (avellinese-beneventano) è passata dai 16 Comuni del Leader II, ai 21 del Leader+ 2000-06, ai 27 del Leader 2007-13 per tornare di nuovo agli attuali 16 , con una certa discontinuità territoriale da una fase all'altra (sono solo tre i municipi coinvolti in tutte le edizioni Leader).
L'ambito di osservazione è stato individuato non soltanto in quanto area di competenza di un GAL - che già rappresenta per sua natura un gruppo di soggetti rappresentativi di interessi diffusi in un dato territorio e agisce secondo un Piano concordato con ulteriori attori locali - ma anche per altre caratteristiche derivanti dalla sua localizzazione più vantaggiosa rispetto ad analoghi territori dell'entroterra rurale campano, le quali dovrebbero agevolarne il grado di apertura internazionale, ossia: posizione baricentrica tra Avellino, Salerno, Benevento e Napoli; maggiore densità di popolazione (oltre il doppio nel 2011 rispetto alla densità media dei territori Leader campani della fase 2007-13); minore tendenza allo spopolamento (riguardante solo alcuni piccoli Comuni del nord); minore incidenza della quota di anziani over 65 sulla popolazione totale.
Si tratta anche di un'area caratterizzata da attività produttive e risorse locali con potenzialità attrattive, tra cui: prodotti agro-alimentari di qualità, noti anche fuori nazione (vini, oli, produzioni dolciarie, ecc.); ricchezze naturalistiche; importanti luoghi di culto; antiche produzioni artigianali (es. pizzi e merletti lavorati al tombolo); beni architettonici e borghi medievali vocati all'accoglienza, tanto da risultare di interesse anche all'estero [2]. Tuttavia, si riscontrano pure punti di debolezza, tra cui: un settore agricolo in contrazione (-60% delle aziende e -31% della SAU dal 2000 al 2010), con mercati ristretti e un basso livello di esportazioni; un sistema di accoglienza non sufficientemente qualificato e adeguato (solo 12 alberghi e 38 strutture extralberghiere nel 2012); un assetto istituzionale fragile, dove gli enti locali (Province di AV e BN, Comunità Montana del Partenio - Valle di Lauro, Parco regionale del Partenio) risultano indeboliti per funzioni/risorse, il che non aiuta i Comuni a "fare rete" nella gestione di servizi e problematiche comuni, essendo impegnati soprattutto nella sopravvivenza dei servizi essenziali alla popolazione.
Il GAL Partenio evidenzia un interesse verso lo strumento della cooperazione sin dalla sua nascita ed operatività, ma i progetti che poi sono entrati effettivamente in fase operativa vedendone un suo formale e reale coinvolgimento, sono nel complesso solo 6, tutti finanziati dal Leader, per un investimento totale pari a circa 820.000 euro. La tipologia di cooperazione utilizzata è stata sempre quella transnazionale, eccetto che per un solo progetto esclusivamente campano ("100% rurale"). Si tratta di esperienze che, per il GAL Partenio, si sono aperte e chiuse in una data edizione Leader, tranne una ("Villages of Tradition"), replicata in tutte le fasi: essa risulta perciò l'esperienza più interessante per comprendere i percorsi strategici e l'evoluzione che ha avuto la cooperazione per il GAL, anche considerando il suo ruolo molto attivo in tale progetto, dapprima come soggetto referente degli altri GAL campani (1994-99 e 2000-06) e poi come capofila (2007-13).
Il tema affrontato è soprattutto quello del turismo rurale (promozione di risorse locali e tradizionali, creazione di itinerari e/o di servizi turistici e di accoglienza); solo il progetto "Castanicoltura" è maggiormente incentrato sulla qualificazione e promozione (anche estera) dei prodotti locali.
I partecipanti ai progetti sono in misura maggiore Gruppi nazionali (n. 41 partecipazioni), soprattutto campani, che costituiscono un "nucleo" di collaborazione consolidato. Tra i partner internazionali mancano del tutto i soggetti extra-UE, mentre quelli europei (n. 31 partecipazioni) evidenziano una maggiore propensione del GAL Partenio a cooperare con Gruppi dell'area mediterranea (Portogallo, Spagna, Grecia e Francia), grazie alle loro similarità territoriali, culturali ed economico-sociali che facilitano la costituzione e la gestione dei partenariati.
Di seguito si riporta brevemente quanto realizzato con i progetti di cooperazione succitati.
Villages of Tradition (edizioni I, II e III) - E' stata creata una rete europea di offerta di un turismo rurale integrato (ossia fondato su tutte le risorse di un dato territorio) con qualità garantita, riconosciuta e promuovibile attraverso il brand "Villages of Tradition", facendo leva sulla disponibilità di alloggi nei cosiddetti "borghi" o "villaggi" (contesti animati da vita e mestieri reali, con inalterate tradizioni del passato e un innato senso di accoglienza dei residenti).
Per sintetizzare le principali differenze tra le 3 edizioni progettuali, si può dire che la fase 1994-99 ha consentito la creazione di specifiche associazioni nazionali deputate a promuovere reti locali di "villaggi" in ogni Paese partner, concentrandosi soprattutto sulla loro individuazione in base a caratteristiche/risorse più o meno comuni. Nella fase 2000-06, mediante una formale selezione dei villaggi dotati dei requisiti per l'accesso alla rete e al brand comune, è stato istituzionalizzato e ampliato il network, raggiungendo 36 villaggi nel Portogallo, 12 in Spagna e 16 in Campania (di cui 4 nell'area del Partenio), nonché circa 50 operatori campani dell'ospitalità e ristorazione dotati del marchio (di cui una decina dell'area in analisi). Nel periodo 2007-13, è stato in realtà aggiunto poco alla rete già costituita (ingresso solo di taluni villaggi francesi), ma sono state realizzate numerose produzioni/attività di comunicazione e animazione (es. WebTV rurale, video-documentari), in modo da attirare potenziali turisti e fruitori dei villaggi selezionati.
Il consolidamento ulteriore della rete creata e la necessità di rendere operativa la struttura gestionale del GEIE [3] per consentire l'autosostenibilità dell'iniziativa, hanno indotto a pianificare una versione 2014-20 del progetto (sempre coordinata dal GAL Partenio), con lo scopo di arrivare alla stipula di accordi commerciali tra l'anzidetto GEIE e attori privati interessati alla promozione in rete e al brand comune, in modo da assicurare entrate finanziarie da dedicare al monitoraggio e alle attività di comunicazione e valorizzazione dei villaggi.
Ruralità mediterranea - Anche in questo caso, è stata creata e promossa (ma anche commercializzata) un'offerta turistica integrata tesa orientare flussi di visitatori (alternativi a quelli di massa) verso operatori economici delle aree rurali mediterranee (turistici, artigianali e agroalimentari), con qualità garantita dal marchio "Ruralità mediterranea", al quale hanno aderito diverse centinaia di imprenditori italiani (oltre 200 in Campania, di cui 10 nell'area del Partenio: 5 ristoranti, 3 B&B e 2 agriturismi). L'iniziativa è stata individuata fra le buone prassi dalla Rete Nazionale per lo sviluppo rurale per il suo innovativo approccio di natura commerciale, poiché ha permesso di definire un disciplinare in base al quale sono stati costruiti itinerari a marchio comune immediatamente vendibili (percorsi e pacchetti turistici), oggetto di uno specifico piano di marketing : ciò è stato possibile grazie al coinvolgimento del Touring Club Italiano (TCI) che, in base ad un accordo siglato con il GAL capofila (Alto Casertano), si è impegnato a vendere i pacchetti mediante il proprio brand insieme al marchio "Ruralità Mediterranea".
100% rurale - E' stata valorizzata la "ruralità" dei territori campani partner (intesa non solo come "campagna", "agricoltura" o "prodotto tipico", ma anche come consapevolezza dell'identità e del valore dei propri territori e di uno stile di vita "slow"), mediante una azione divulgativa rivolta al grande pubblico: infatti, la stretta collaborazione tra GAL (profondi conoscitori dei territori) e RAI SAT Gambero Rosso, ha portato alla produzione di una biblioteca virtuale, composta da video-documentari girati sui territori e diffusi mediante la TV nazionale, internet e DVD allegati alla rivista Gambero Rosso, conferendo il ruolo di attori protagonisti dei filmati agli stessi operatori economici e la popolazione locale.
Castanicoltura - Pur avendo una impostazione maggiormente "agricola" e meno "rurale" delle precedenti (tipica della fase 1994-99), tale esperienza è stata comunque realizzata in un'ottica di filiera e con un'attenzione al territorio. Infatti, anche con il supporto dell'Associazione castanicoltori campani, sono stati definiti disciplinari di coltivazione/lavorazione di castagne, noci e derivati, insieme con un marchio di qualità, per rafforzare i rapporti di filiera tra produttori locali e trasformatori europei; tuttavia, tali produzioni sono state anche poste al centro di una strategia di marketing territoriale (interventi/prodotti promozionali), poiché rendono riconoscibili le relative zone produttive, attraendo anche la conoscenza e riscoperta di altre valenze locali.
La complessità delle norme e degli iter procedurali-finanziari alla base del Leader, nonché la scarsa "vivacità politico-istituzionale, culturale e sociale dell'area del Partenio, hanno comportato una riduzione delle possibilità del GAL di operare sul fronte della cooperazione e ostacolato l'attuazione dei relativi progetti, ridimensionandone gli obiettivi originari: il GAL è stato infatti impegnato, da un lato, nella risoluzione di numerose problematiche amministrative-burocratiche e, dall'altro, in una azione tesa a modificare un approccio culturale locale alquanto chiuso e individualista, che si contrappone al coordinamento e all'organizzazione di più soggetti in una progettualità comune. Di conseguenza, le attività di cooperazione sono state concertate e portate avanti prevalentemente dai GAL (piuttosto che dagli attori territoriali), tra i quali il Gruppo del Partenio si è configurato - almeno sino alla fase 2007/13 - come un "soggetto cooperante" piuttosto passivo, essendosi "agganciato" a progetti già ideati da altri Gruppi o a esperienze già in atto in altri contesti: anche per "Villages of Tradition" c'è stata l'adesione ad una iniziativa già preesistente in Portogallo e, nonostante una collaborazione ultraventennale, il "nucleo" partenariale è riuscito a focalizzarsi soltanto sulla tematica del turismo nei villaggi rurali.
Ciò non ha ovviamente impedito il raggiungimento di risultati di natura istituzionale su GAL e altri enti. Si tratta dei più classici effetti positivi attribuibili alla cooperazione: contaminazione reciproca tra partner (con accrescimento di competenze, acquisizione di nuovi modi di lavorare e interpretare i fenomeni, maggiore capacità di dialogo e apertura verso l'esterno) e una maggiore visibilità del GAL a livello locale ed extra-territoriale, anche grazie alla interazione con soggetti di un certo spessore nazionale (RAI e TCI). Ne sono testimonianza la credibilità conquistata dal GAL Partenio agli occhi degli operatori locali, che lo "utilizzano" quale soggetto preferito e veicolo istituzionale per stabilire contatti al di fuori della propria area di origine (anche all'estero), come pure la "più fruttuosa" programmazione 2014-20, nella quale risultano recentemente approvati per il Gruppo 5 progetti di cooperazione (anche extra-Leader e su nuovi temi), con partner nazionali e/o di Romania, Slovenia, Corsica, Grecia, Spagna e Francia (anche diversi dagli usuali GAL)[5] .
Sul fronte degli effetti territoriali, la cooperazione ha dato un impulso autopropulsivo all'area del Partenio per la riqualificazione e il recupero di zone/risorse rurali e l'ha inserita su una scala promozionale extra-locale più ampia ed elevata, riducendone l'isolamento e comportando - come conseguenza più rilevante - una maggiore esaltazione delle specificità e della consapevolezza identitaria dei territori, percepiti come una potenziale fonte di ricchezza anche economica (soprattutto con riferimento a quelle peculiarità che risultano uniche nel panorama rurale internazionale). Parallelamente, gli operatori aderenti ai marchi comuni hanno avuto la possibilità di conoscere le attività imprenditoriali dei territori partner e, ove venuti in contatto con esperti del settore turistico privato ("Ruralità mediterranea"), hanno potuto sperimentare nuove modalità di interazione con il mercato e con il cliente, acquisendo un know-how utile per la loro attività.
Tuttavia, la cooperazione ha lasciato effetti economici molto limitati nel territorio: le relazioni transfrontaliere instaurate e l'adesione a reti/marchi creati, sembrano infatti aver avuto una scarsa influenza sulla penetrazione in nuovi mercati da parte delle imprese locali. Ciò anche a causa del sistema ricettivo dell'area, inadeguato per quantità e qualità, il quale ha limitato il numero di operatori che è stato possibile coinvolgere nelle reti create. Inoltre, tutti i progetti sono stati realizzati in un arco ridottissimo di tempo e, ove continuati (Villages of Tradition), sono comunque intervenute modifiche all'area di competenza del GAL, il che ha impedito di valorizzare il lavoro di coinvolgimento e i risultati già raggiunti in vari Comuni, dovendo spesso "ripartire d'accapo".
In conclusione, la cooperazione (ma lo stesso Leader in generale) soffrono certamente di fattori critici esogeni ai GAL, quali norme, procedure burocratiche, vincoli finanziari (peraltro disomogenei tra i partner della cooperazione), sui quali occorrerebbero riflessioni e correttivi da parte degli attori istituzionali coinvolti, dall'UE, allo Stato e alla Rete rurale nazionale, alla Regione (dispositivi attuativi e meccanismi di finanziamento più flessibili, strutture/risorse umane adeguate alla complessità dell'intervento e ai relativi carichi di lavoro, modelli procedurali omogenei e sincronizzati per i partner progettuali, ecc.). Tuttavia, una maggiore attenzione va posta anche ad alcune criticità attribuibili specificamente al "caso Partenio", identificabili in un insufficiente sfruttamento di sinergie tra attività di cooperazione similari (che avrebbero potuto essere realizzate in comune), nell'assenza di strumenti monitoraggio/autovalutazione e di una organizzazione interna al GAL idonea alle difficoltà attuative della cooperazione (struttura gestionale apposita), ma anche e soprattutto nelle modifiche del territorio di competenza da una fase all'altra di programmazione, che ha depotenziato i risultati ottenuti in diversi Comuni e compromesso la loro trasformazione in effetti più duraturi e autosostenibili.
Ines Di Paolo
CREA - PB
Riferimenti bibliografici
- GAL Partenio, DiARC, Abitare il territorio - Paesaggio e memoria: rivitalizzare i borghi, GAL Partenio, Università degli studi di Napoli « Federico II », Dipartimento di Architettura, 2014.
- ISTAT, Capacità degli esercizi ricettivi 2012.
- ISTAT, Censimento agricoltura 2010.
- ISTAT, Censimento popolazione e Abitazioni 2011.
- Regione Campania, LEADER + Campania - Risultati di fine percorso, 2008.
- Rete Leader, Repertori - I progetti di cooperazione interterritoriale nel Leader+ , 2009.
- Rete Leader, Repertori - I progetti di cooperazione transnazionale nel Leader+ , 2009.
- Rete Leader, Le buone prassi per lo sviluppo rurale - una raccolta di iniziative, esperienze e progetti di cooperazione tra territori, 2009.
[1]Si ringrazia il personale del GAL Partenio e i funzionari della Regione Campania (Autorità di Gestione del Leader) per la documentazione e le informazioni fornite.
[2]Diversi stranieri hanno acquistato e ristrutturato numerose proprietà [come a Calitri (AV)] oppure vi si sono trasferiti a vivere [come a Guardia Sanframondi (BN), dove una pittrice scozzese ha creato una bottega che accoglie artisti di tutto il mondo]; a Rotondi (AV) esiste invece una intera strada in cui si concentrano laboratori di arte contemporanea conosciuti anche all'estero.
[3]Il GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico) - previsto dalla norma comunitaria con lo scopo di unire conoscenze e risorse di operatori territoriali di almeno due nazioni UE per favorirne una costante partecipazione ad iniziative transnazionali - era stato creato già alla fine di "Villages of Tradition" 1994-99, ma non reso ancora funzionante, a causa soprattutto del venir meno delle risorse di alcuni partner fuoriusciti dalla partnership.
[4]I contenuti di tale paragrafo vengono espressi con cautela, a causa dell'assenza da parte del GAL Partenio - complice tuttavia pure le modifiche del proprio personale e dei comuni dell'area di competenza - di un monitoraggio e una verifica di quanto "si muove" nei territori in termini di concreti ritorni economici dovuti alle azioni realizzate.
[5]Si tratta di: 1 progetto interterritoriale Leader, sullo sviluppo di itinerari storico-devozionali; 4 progetti transnazionali (1 Interreg Med, sulla riduzione degli sprechi nel settore primario e l'economia circolare; 3 Leader su: i villaggi della tradizione, coordinato dal GAL Partenio; il rafforzamento locale-globale del rapporto tra prodotti agroalimentari e relativi territori; la creazione di una rete di territori interessati alla dieta mediterranea e allo sviluppo ecosostenibile).
PianetaPSR numero 77 dicembre 2018