Una location di risonanza internazionale come Matera, capitale della cultura europea 2019, ha ospitato il 6 e 7 dicembre scorsi gli "Stati generali dell'agricoltura di Basilicata", un confronto a più voci sul futuro del comparto agricolo regionale, con l'obiettivo di delineare i probabili scenari d'intervento alla luce sia dell'attuale programmazione, sia delle prospettive offerte dalle prime bozze dei regolamenti per il post 2020. L'organizzazione dell'evento promossa dal Dipartimento per le Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata è stata supportata dal CREA-PB di Basilicata che, attraverso una intensa fase propedeutica ai lavori, ha inteso coniugare le diverse sfide da affrontare per rispondere agli imprenditori agricoli e alla società civile, sempre più attenta alle problematiche legate al settore agroambientale.
I mutamenti avvenuti negli ultimi decenni hanno reso maggiormente percepibili le funzioni alle quali l'agricoltura ha sempre assolto, dalla produzione di beni primari alimentari al presidio del territorio passando per la salvaguardia della biodiversità e la sostenibilità. È evidente, tuttavia, che l'evoluzione delle dinamiche produttive e sociali, con le conseguenti ricadute sul territorio, ha spostato l'attenzione su aspetti tanto importanti quanto quelli relativi alla produzione e commercializzazione, come il mercato e le quantità prodotte rispetto ai quali, qualità e salubrità e quindi sostenibilità si aggiungono ai parametri di valutazione del settore agricolo. L'occasione, quindi, è risultata propizia per costruire dei tavoli di confronto con esperti di estrazione diversa per formazione e specializzati sui temi che caratterizzano la PAC, con l'intento di comprendere, per il periodo 2021-2027, quali saranno le prospettive della politica agricola comunitaria e quali opportunità e criticità possono innescarsi, almeno in questa fase, nel processo di applicazione delle nuove strategie.
Cinque sessioni tematiche, condotte da altrettanti chairmen, hanno animato la prima giornata dei lavori preceduta da un momento plenario istituzionale che ha raccolto i principali esponenti del mondo agricolo, organizzazioni datoriali e sindacali nonché una dettagliata relazione sull'attuazione del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020, tenuta dall'autorità di gestione.
La sessione "Piano strategico Nazionale e nuova governance" ha riunito le AdG delle regioni Veneto, Sicilia, Umbria, Basilicata ed Emilia Romagna oltre alla Direzione Generale dello Sviluppo Rurale del MIPAAFT su quello che sarà lo strumento cardine della PAC post 2020, le modalità di applicazione nelle Regioni in termini di ruolo e funzioni e nella fattispecie in Italia considerati i possibili scenari. La sessione "Pagamenti Diretti", tra ricercatori del CREA , Università e associazioni di categoria e la rappresentanza della Direzione Generale delle politiche internazionali e dell'UE MIPAAFT, ha aperto alle proposte di attuazione dei pagamenti diretti in Italia profilando le vision che tale strumento della PAC, sostenuto dal 52% delle risorse pubbliche in Italia, può determinare per efficacia ed efficienza nel raggiungimento dei sei obiettivi economici ed ambientali lanciati dalla PAC e ampiamente condivisi.
Il tavolo delle "New Green e Questioni Ambientali" è stato animato da rappresentanti del mondo accademico e della ricerca nonché dalle associazioni ambientali e di categoria considerato che la governance del sistema agricolo non può prescindere dagli obiettivi in materia di ambiente e clima, declinati attraverso la mitigazione, lo sviluppo e la tutela, asset fondamentali dell'architettura verde della proposta di Regolamento sulla nuova PAC, sia nel primo che nel secondo pilastro.
La sessione sullo "Sviluppo Rurale", sostenuta dalla ricerca e dalle istituzioni regionali e nazionale attraverso il Dipartimento delle politiche di Coesione (PCM) ha contributo ad un altro momento di riflessione sui limiti ed il tipo di multilevel governance tra Unione Europea, Stato e Regioni che dovrebbe mirare a consolidare l'azione collettiva, l'innovazione e la competitività già perseguite nell'attuale periodo, nonostante il sacrificio, -25%, in termini di budget che ne penalizza l'azione strategica.
Per ultimo ma non da ultimo, il tavolo sui "Giovani Agricoltori in Rete", attraverso le testimonianze di esperienze condotte sul territorio nazionale da ricercatori, istituzioni e impresa, ha voluto offrire, ad una platea di giovani imprenditori agricoli, un pacchetto di opportunità attraverso il digitale ed il web che conduca a quella cultura d'impresa capace di "creare" rete lungo e tra le filiere produttive, tra settori produttivi diversi e tra pubblico e privato.
La tavola rotonda tenutasi il giorno successivo ha voluto presentare le esperienze e i risultati dei confronti occorsi sui vari temi affinché la platea intervenuta potesse ottenere non solo un feedback unitario di quanto trattato parallelamente dalle 5 sessioni, ma anche orientarsi verso quella che s'identificherà come la presumibile vision che la programmazione 2021-2027 delineerà per il settore agroforestale lucano. Le sfide lanciate sono risultate ambiziose poiché connesse a quegli aspetti come la redditività, il mercato, i cambiamenti climatici, le sperequazioni economiche e sociali tra i vari Paesi e la modernizzazione, tra i tanti analizzati, che necessitano di interventi costanti a causa della loro stessa caratterizzazione e delle variabili non sempre controllabili e valutabili nei tempi dettati dalle varie programmazioni. L'Italia e la Basilicata, tuttavia, rappresentano una opportunità per l'Europa oltre che per gli stessi territori, alla luce delle peculiarità e delle tipologie di aree rurali diversamente distribuite, che le politiche già avviate nel 2007 hanno contribuito a trattare proprio in relazione alle specificità e tipicità possedute da ciascuna, strumenti preziosi per rispondere in maniera concreta e pragmatica alle problematiche presentate.
Giuseppina Costantini
Teresa Lettieri
PianetaPSR numero 77 dicembre 2018