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Valutare e tutelare la qualità del suolo in vigneto: una scelta possibile grazie al progetto LIFE Soil4Wine

Il progetto, avviato nel 2017, è dedicato all'ecosistema vigneto e punta a introdurre e rendere effettive tecniche di diagnosi dello stato di salute del suolo e tecniche di mitigazione capaci di minimizzare o controllare i principali fattori limitanti, mantenendo elevata fertilità e biodiversità.

Il suolo agrario è una risorsa non rinnovabile sottoposta a pressioni crescenti da parte di pericolosi fenomeni di degrado quali erosione, compattamento, abbassamento del contenuto di sostanza organica, contaminazione e rarefazione della biodiversità.

Si stima che in Europa 130 milioni di ettari di suolo siano soggetti ad erosione idrica e che circa il 14% del territorio europeo presenti un rischio erosivo medio elevato e, ancora, che il tasso di erosione sia superiore a 10 t/ha in circa il 20% della superficie UE-27, a fronte di un valore medio, nella stessa area, pari a 2.76 t/ha (Bosco et al, 2014). 
Risulta quindi di fondamentale importanza, a livello comunitario, sviluppare una consapevolezza maggiore dell'impatto che le attività antropiche hanno sulla salute e la qualità della risorsa suolo. Ciò è possibile attraverso la divulgazione dei benefici indotti da tecniche di gestione del suolo e del territorio volte a rispettare i principi di sostenibilità economica, ambientale e sociale, ed è quanto si propone il progetto LIFE SOIL4WINE "Innovative approach to soil management in viticultural landscape" .

 

Il progetto, che vede come capofila il Dipartimento di Produzioni vegetali sostenibili (Di.Pro.Ve.S.) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in partenariato con HORTA s.r.l. (spin off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore), ERVET S.p.A. (Regione Emilia Romagna), l'Ente di Gestione dei Parchi e della Biodiversità dell'Emilia Occidentale e la Società di servizi Vinidea s.r.l., si è avviato nel gennaio 2017 e terminerà a dicembre 2019.

Il progetto è dedicato all'ecosistema vigneto e nasce dalla impellente necessità di introdurre e rendere effettive tecniche di diagnosi dello stato di salute del suolo e tecniche di mitigazione che, da un lato, possano minimizzare o controllare i principali fattori limitanti e, dall'altro, mantengano, nel tempo, elevata fertilità e biodiversità. Il tutto, primariamente a partire dall'areale dal progetto, ovvero i territori protetti dei Parchi del Ducato nelle provincie di Parma e Piacenza, per poi allargarsi su macroscala fino a coinvolgere altri Paesi europei.   

Uno dei principali elementi di innovazione del progetto è la definizione di uno strumento di diagnostica e supporto alle decisioni (DSS) capace di guidare i viticoltori nella individuazione delle problematiche del suolo presenti nei propri vigneti e nella successiva scelta e applicazione delle migliori soluzioni che possano risultare maggiormente sostenibili rispetto alla gestione ordinaria.
  
Il progetto coinvolge numerosi attori della filiera vitivinicola, partendo dal viticoltore, passando per le cooperative di produttori e i consorzi di tutela dei prodotti tipici e di qualità e giungendo poi a chi si occupa di policy e gestione del territorio. Un ruolo primario è svolto dai viticoltori, primi attori della filiera; nove di essi hanno messo a disposizione i loro vigneti per attività dimostrative e si sono ampiamente confrontati con i tecnici e i ricercatori impegnati nel progetto, dando il loro contributo alla definizione dello strumento decisionale. Il forte coinvolgimento dei viticoltori nella costruzione e validazione del DSS è finalizzato alla reale adottabilità fra gli imprenditori agricoli di tale approccio al termine del progetto. 

Alcune delle soluzioni proposte sono state avviate in 10 vigneti dimostrativi e, periodicamente, sono stati raccolti dati relativi alla salute del suolo e alla risposta delle piante alla soluzione introdotta, considerata risolutiva delle minacce individuate. Numerosi sono i parametri presi in esame per l'interpretazione degli effetti sull'ecosistema vigneto, come l'indice QBS-ar, che definisce la qualità biologica dei suoli o la presenza di lombrichi, considerati ottimi bio-indicatori in quanto molto sensibili ai cambiamenti nel loro habitat, e parametri vegeto-produttivi nonché qualitativi per la valutazione degli impatti sulla vite.

Andando più nel dettaglio nella descrizione delle soluzioni proposte ai viticoltori, queste prevedono la semina di inerbimenti, temporanei o permanenti, la regimazione delle acque meteoriche o la modifica dell'impatto delle macchine operatrici sul suolo. Di particolare interesse è l'utilizzo di inerbimenti nello spazio tra le file, seminati con differenti finalità a seconda delle problematiche da gestire. In vigneti dove la principale minaccia è l'erosione, in presenza di forti pendenze e suoli a tessitura fine, la soluzione suggerita è stata la semina di un inerbimento permanente costituito da specie dei generi Poa, Festuca e Lolium, sostituendo la tradizionale lavorazione, il cui impatto sui potenziali processi erosivi è notoriamente negativo.

Il progetto coinvolge numerosi attori della filiera vitivinicola, partendo dal viticoltore, passando per le cooperative di produttori e i consorzi di tutela dei prodotti tipici e di qualità e giungendo poi a chi si occupa di policy e gestione del territorio. Un ruolo primario è svolto dai viticoltori, primi attori della filiera; nove di essi hanno messo a disposizione i loro vigneti per attività dimostrative e si sono ampiamente confrontati con i tecnici e i ricercatori impegnati nel progetto, dando il loro contributo alla definizione dello strumento decisionale. Il forte coinvolgimento dei viticoltori nella costruzione e validazione del DSS è finalizzato alla reale adottabilità fra gli imprenditori agricoli di tale approccio al termine del progetto. 
Alcune delle soluzioni proposte sono state avviate in 10 vigneti dimostrativi e, periodicamente, sono stati raccolti dati relativi alla salute del suolo e alla risposta delle piante alla soluzione introdotta, considerata risolutiva delle minacce individuate. Numerosi sono i parametri presi in esame per l'interpretazione degli effetti sull'ecosistema vigneto, come l'indice QBS-ar, che definisce la qualità biologica dei suoli o la presenza di lombrichi, considerati ottimi bio-indicatori in quanto molto sensibili ai cambiamenti nel loro habitat, e parametri vegeto-produttivi nonché qualitativi per la valutazione degli impatti sulla vite. 

Andando più nel dettaglio nella descrizione delle soluzioni proposte ai viticoltori, queste prevedono la semina di inerbimenti, temporanei o permanenti, la regimazione delle acque meteoriche o la modifica dell'impatto delle macchine operatrici sul suolo. Di particolare interesse è l'utilizzo di inerbimenti nello spazio tra le file, seminati con differenti finalità a seconda delle problematiche da gestire. In vigneti dove la principale minaccia è l'erosione, in presenza di forti pendenze e suoli a tessitura fine, la soluzione suggerita è stata la semina di un inerbimento permanente costituito da specie dei generi Poa, Festuca e Lolium, sostituendo la tradizionale lavorazione, il cui impatto sui potenziali processi erosivi è notoriamente negativo.

La scelta delle essenze costitutive del miscuglio seminato, nel contesto della collina piacentina, è guidata dalla necessità di ridurre al minimo la competizione idrica ed edafica con la vite favorendo però la riduzione della perdita di suolo, specialmente nei primi centimetri nei quali si concentrano i processi di umificazione della sostanza organica. 

 
 

In vigneti nei quali la minaccia preponderante è invece la carenza di sostanza organica dovuta ad eccessiva pressione antropica sul suolo, ma anche agli effetti del surriscaldamento globale, la scelta è ricaduta su inerbimenti temporanei gestiti con la tecnica del sovescio. Tale tecnica consiste nella semina di miscugli di essenze, appartenenti comunemente alle famiglie botaniche Graminacee, Brassicacee e Leguminose in percentuali differenti a seconda del risultato che si vuole ottenere sul suolo e sulle viti. La biomassa di queste essenze viene tagliata e, solitamente, interrata in tarda primavera per contribuire ad un aumento della sostanza organica nel suolo e a un miglioramento delle sue caratteristiche strutturali.

Tra i numerosi servizi si possono citare lo stoccaggio delle acque meteoriche, della sostanza organica e del carbonio, la tutela e l'incremento della biodiversità e la regolazione dei cicli biogeochimici. L'identificazione e la quantificazione economica del valore di tali servizi per l'agricoltura e, più in generale, per la collettività costituisce un ulteriore aspetto innovativo di SOIL4WINE. 
È altresì in fase di valutazione, attraverso l'utilizzo di metodologie ed algoritmi codificati a livello internazionale, il valore differenziale di alcuni dei servizi ecosistemici sopracitati nella gestione tradizionale e in quella innovativa (con inerbimento permanente o temporaneo) con l'obiettivo di ottenere dati oggettivi da utilizzare in fase di negoziazione con i policy-makers nella definizione di strumenti di remunerazione dei viticoltori che adottano comportamenti virtuosi a favore del mantenimento o miglioramento della salute del suolo.

 
 

Bibliografia
Bosco et al., 2014. Modelling soil erosion at European scale: towards harmonization and reproducibility. Natural Hazards and Earth System Sciences Discussions, Volume 2, Issue 4, 2639-2680 DOI: 10.5194/nhessd-2-2639-2014

Millenium Ecosystem Assessment, 2005 www.millenniumassessment.org/en/Global.html

 
 

Irene Diti, Stefano Poni
Dipartimento di Produzioni Vegetali Sostenibili (Di.Pro.Ve.S. )
Università Cattolica del Sacro Cuore - Piacenza

 
 

PianetaPSR numero 79 aprile 2019