Il 4 e 5 giugno 2019 si è tenuto a Torino il "Clean Air Dialogue", incontro politico e tecnico ad altissimo livello sulla qualità dell'aria che ha coinvolto istituzioni e stakeholder, per definire ed attuare metodologie ed azioni sinergiche per il settore energetico, per quello dei trasporti, della salute e della sostenibilità ambientale, finalizzate a scongiurare procedure europee di infrazione, e, soprattutto, nella sostanza, a migliorare la qualità dell'aria.
Si è ritenuto significativo organizzare l'evento in Piemonte in quanto detta regione rappresenta, per il nostro Paese, l'ambito territoriale entro il quale si è registrato più di recente il maggior numero di superamenti del particolato molecolare avente dimensione inferiore o uguale a 10 millesimi di millimetro (PM10) e del biossido di azoto (NO2).
Nel dettaglio, il Clean Air Dialogue è stato un incontro bilaterale tra l'Italia e la Commissione Europea, nella persona del Commissario per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella, nel cui contesto si è inteso massimizzare l'effetto collaborativo di coerenza e compattezza interministeriale in merito alle strategie e misure concrete ed attuabili da adottare per il miglioramento delle criticità in materia di qualità dell'aria attraverso la risoluzione delle connesse problematiche ambientali.
L'incontro ha avuto l'obiettivo, infatti, di definire gli intenti dello Stato italiano da proporre all'Unione Europea in merito alle strategie future cui dare attuazione per migliorare la qualità dell'aria.
Durante il primo giorno di lavoro, avente carattere politico, è stato sottoscritto il Protocollo d'intesa per l'istituzione del Piano d'azione per migliorare la qualità dell'aria, il cosiddetto "Protocollo Aria pulita".
Tale Protocollo, sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio, sei Ministeri, Regioni e Province autonome, ha durata biennale, prorogabile, ed è strutturato attraverso misure trasversali e specifiche tematiche.
Le prime coinvolgono tutti i Ministeri interessati e riguardano, oltre alla creazione di un fondo economico fino a 400 milioni di euro l'anno per finanziare le misure declinate, la presentazione di proposte normative volte alla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Le misure tematiche individuano, invece, specifiche azioni operative da effettuare nei diversi settori coinvolti.
Al fine di assicurare l'attuazione del Protocollo e di monitorare le misure intraprese attraverso la valutazione dei loro effetti, è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri l'Unità di Coordinamento del Piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria.
"Il Protocollo siglato in occasione del Clean Air Dialogue è una importante occasione di dialogo interistituzionale. Ritengo essenziale che, quando ci sono in campo interessi collettivi, in questo caso la salute dei cittadini, tra Ministeri si adottino soluzioni condivise per avere politiche più efficaci e migliori pratiche di settore. Ed è fondamentale anche ribadire tutto l'interesse e l'impegno nelle azioni che contrastano l'inquinamento atmosferico da parte del MIPAAFT, che ho rappresentato nella firma del Protocollo di intesa che istituisce il "Piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria".
L'agricoltura è stata molte volte chiamata in causa per questioni ambientali, ma negli ultimi anni vi è una maggiore sensibilità ambientale anche da parte degli operatori del settore agricolo.
L'agricoltura oggi è sempre più sostenibile, questo grazie non solo non solo agli imprenditori e ai produttori, ma anche ai consumatori che sono sempre più attenti alla salvaguardia dell'ambiente e alla qualità del prodotto finale".
Alessandra Pesce, Sottosegretario di Stato del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo
Per quanto concerne il settore dell'agricoltura, il MIPAAFT si è impegnato a:
Nella programmazione in corso, infatti, la fichedi misura di cui all'art. 17 del Regolamento n. 1305/2013 non prevede il finanziamento della realizzazione della copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami all'interno degli investimenti non produttivi o ambientali. Attualmente, nei PSR la copertura degli stoccaggi può essere finanziata con misure che prevedono gli investimenti in azienda (misura 4.1 investimenti) a patto che l'analisi dei fabbisogni predisposta dalle Regioni in ogni PSR preveda il finanziamento di tale realizzazione.
Inoltre il MIPAAFT, di concerto con MISE e MATTM, sarà impegnato nelle azioni relative alla riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dagli impianti termici alimentati a biomassa.
Ilaria Falconi
ISMEA
PianetaPSR numero 81 giugno 2019