Il FEASR è l'unico fondo SIE che, al 30 aprile, ha superato il 30% di avanzamento della spesa, mentre FESR, FSE E FEAMP si sono attestati tra il 20 e il 25%. Dati che evidenziano una difficoltà nella governance dei fondi comunitari da parte delle amministrazioni regionali ed una efficacia quanto meno parziale degli strumenti volti a superare le situazioni di criticità. Un'analisi su base territoriale evidenzia inoltre come il divario tra Regioni del Nord e del Sud stia crescendo e come non sempre ci sia uniformità nell'avanzamento della spesa sui diversi fondi.
Sono alcuni degli elementi emersi nel corso del Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell'attuazione dei programmi 2014-2020 che si è tenuto a Roma l'11 luglio scorso. L'evento ha costituito l'occasione per un confronto sull'avanzamento della spesa dei fondi SIE tra le amministrazioni centrali e regionali italiane e le rispettive direzioni della Commissione europea.
Al 30 aprile 2019, l'avanzamento della spesa per fondo in Italia è riassumibile dalla seguente tabella:
dati presentati da Agenzia per la Coesione Territoriale. Dipartimento per le politiche di coesione, Rete rurale nazionale
Il Feasr risulta essere il fondo con il maggior tiraggio di spesa, con un avanzamento complessivo che si attesta attorno al 32%.
Risulta di particolare interesse confrontare l'avanzamento percentuale della spesa per fondo all'interno delle varie Regioni. Attribuendo una valutazione alle diverse soglie di spesa, possiamo identificare quattro categorie:
In base alle categorie identificate, la performance dei programmi a livello regionale risulta essere la seguente:
Elaborazioni RRN su dati presentati da Agenzia per la Coesione Territoriale.
Dipartimento per le politiche di coesione, Rete rurale nazionale
I dati esposti consentono di avere una situazione di confronto sintetica e si prestano a diverse considerazioni, pur nella consapevolezza che il semplice dato di avanzamento percentuale nulla dice sulla quantità delle risorse a disposizione del singolo programma (e quindi della relativa difficoltà di gestione).
Emerge sicuramente la difficoltà delle Regioni meno sviluppate ed in transizione rispetto alle Regioni più sviluppate nella governance della programmazione comunitaria. Buona parte delle situazioni di criticità si concentra nelle otto Regioni meridionali ed insulari, con l'eccezione positiva della Sardegna e negativa delle Marche per quanto riguarda le Regioni più sviluppate. Da rilevare la buona performance dell'Emilia Romagna nella spesa di tutti e tre i suoi programmi, sicuramente un esempio da studiare per la diffusione di buone pratiche e capacità di governare fenomeni complessi in modo sinergico. Colpiscono situazioni di Regioni quali Calabria, Sicilia e Campania, ove a fronte di un incoraggiante dato di spesa sul fronte del Feasr corrispondono grosse difficoltà sul fronte del Fesr e dell'Fse.
La necessità di intervento è confermata da altri dati emersi nel corso delle presentazioni. È stato rilevato in particolare come il divario economico tra le macroregioni "Mezzogiorno" e "Centronord" continui ad accentuarsi: il rapporto tra PIL pro-capite del Mezzogiorno e quello del Centronord è diminuito nel 2017 al 55,8% (era 57,7% nel 2007 e 56,6% nel 2013).
Occorre quindi sicuramente investire nella capacità amministrativa e negli strumenti che consentano allo Stato ed al sistema regionale di intervenire rapidamente a supporto di situazioni di criticità che mettono a rischio l'utilizzo dei fondi comunitari, specie in vista dell'impegnativo traguardo di spesa previsto al 31 dicembre 2019.
I fondi comunitari rappresentano attualmente l'unica significativa leva capace di promuovere investimenti pubblici e privati, specie nel Meridione, per cui va usato ogni sforzo del sistema amministrativo italiano nel suo complesso per scongiurare la perdita delle risorse assegnate.
Paolo Ammassari
Dirigente ufficio Disr 2 - coordinamento sviluppo rurale
PianetaPSR numero 82 luglio 2019